A Dormelletto un centro antiviolenza nel bene confiscato alla mafia

La struttura è stata intitolata a Sonia Solinas, vittima di femminicidio a Dormelletto

Un appartamento confiscato alla criminalità organizzata nel 2017 e acquisito nel 2021 dal comune di Dormelletto ospiterà il nuovo centro antiviolenza inaugurato oggi, 23 novembre, e intitolato a Sonia Solinas una giovane donna di Dormelletto, uccisa per mano del fidanzato il 26 aprile 2022 a pochi metri dal Municipio.

«Il riutilizzo sociale di questi beni deve rappresentare un indicatore di quanto le istituzioni, gli enti locali e la società civile possano favorire la realizzazione di attività progettuali in grado di incidere positivamente sul tessuto sociale» ha dichiarato la sindaca di Dormelletto Lorena Vedovato (Fi) che ha accolto il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e numerosi sindaci del territorio che sono intervenuti all’inaugurazione e ha aggiunto «l’idea è stata quella di utilizzare questo edificio come centro di primo ascolto per le persone che subiscono violenza, un luogo a cui rivolgersi per avere le prime indicazioni e capire cosa è necessario fare se ci si trova nelle condizioni di sopruso, maltrattamento fisico o psicologico. Questo centro avrà anche questa missione: si occuperà inizialmente delle violenze subite dalle donne e poi si interesserà anche dei bambini e degli uomini. Negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti per creare gli strumenti necessari al contenimento di questo fenomeno e l’apertura di questo centro in un piccolo paese vuole essere segnale forte di vicinanza a chi ha bisogno di aiuto e conforto».

«Auguro al comune di Dormelletto un proficuo cammino e ringrazio Lorena Vedovato per aver scelto di destinarlo al luogo di incontro per le persone vittime di violenza. Le amministrazioni non dovere di essere a fianco di tutti i cittadini, ma soprattutto di quelli che si trovano in un momento di difficoltà che in quel momento proprio perché fragili hanno bisogno del sostegno di tutti, soprattutto delle autorità e delle istituzioni» le parole di Marina Grassani, consigliera Provinciale seguite da quelle di Annalisa Beccaria che ha sottolineato come «questa è la dimostrazione che insieme si può arrivare ad una risposta condivisa contro ogni forma di violenza. Non aspettiamo il 25 novembre, ma tutto l’anno dobbiamo essere impegnati come istituzioni e cittadini per togliere le persone da una condizione di costrizione sociale e fisica».

Anche il presidente della commissione legalità in consiglio regionale Domenico Rossi (Pd) ha ricordato l’importanza della scelta di aprire un centro antiviolenza e ha fatto un quadro sulla situazione dei beni confiscati in Piemonte «soltanto il 14% viene riutilizzato, bisogna fare di più e meglio. La commissione sta lavorando in questa direzione e continuerà a farlo perché la rassegnazione dei beni sostanzia la nostra Costituzione» e ha aggiunto «serve rivedere le percentuali di copertura finanziaria per i piccoli comuni, portando all’80% quella per i comuni più piccoli, e bisogna lavorare perché al più presto anche il Castello di Miasino sia riaperto e riutilizzato per progetti di rilevanza sociale».

Il ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha chiuso gli interventi istituzionali unendosi ai complimenti per l’iniziativa «il cui significato sta nel messaggio che restituiamo alle comunità: lo stato c’è e prevale sempre sul malaffare. Questo momento va celebrato con tutti gli onori e l’enfasi perché è messaggio importante da dare alle nostre comunità, specialmente a Dormelletto che è stata colpita dalla violenza con una giovane donna che ha perso la vita per una di quelle che possiamo definire tra le peggiori piaghe dell’epoca, la violenza contro le donne» e ha concluso «non bastano le istituzioni e le norme, la lotta alla criminalità e la violenza contro le donne sono temi che vanno affrontati da un punto di vista culturale»

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A Dormelletto un centro antiviolenza nel bene confiscato alla mafia

La struttura è stata intitolata a Sonia Solinas, vittima di femminicidio a Dormelletto

Un appartamento confiscato alla criminalità organizzata nel 2017 e acquisito nel 2021 dal comune di Dormelletto ospiterà il nuovo centro antiviolenza inaugurato oggi, 23 novembre, e intitolato a Sonia Solinas una giovane donna di Dormelletto, uccisa per mano del fidanzato il 26 aprile 2022 a pochi metri dal Municipio.

«Il riutilizzo sociale di questi beni deve rappresentare un indicatore di quanto le istituzioni, gli enti locali e la società civile possano favorire la realizzazione di attività progettuali in grado di incidere positivamente sul tessuto sociale» ha dichiarato la sindaca di Dormelletto Lorena Vedovato (Fi) che ha accolto il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e numerosi sindaci del territorio che sono intervenuti all’inaugurazione e ha aggiunto «l’idea è stata quella di utilizzare questo edificio come centro di primo ascolto per le persone che subiscono violenza, un luogo a cui rivolgersi per avere le prime indicazioni e capire cosa è necessario fare se ci si trova nelle condizioni di sopruso, maltrattamento fisico o psicologico. Questo centro avrà anche questa missione: si occuperà inizialmente delle violenze subite dalle donne e poi si interesserà anche dei bambini e degli uomini. Negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti per creare gli strumenti necessari al contenimento di questo fenomeno e l’apertura di questo centro in un piccolo paese vuole essere segnale forte di vicinanza a chi ha bisogno di aiuto e conforto».

«Auguro al comune di Dormelletto un proficuo cammino e ringrazio Lorena Vedovato per aver scelto di destinarlo al luogo di incontro per le persone vittime di violenza. Le amministrazioni non dovere di essere a fianco di tutti i cittadini, ma soprattutto di quelli che si trovano in un momento di difficoltà che in quel momento proprio perché fragili hanno bisogno del sostegno di tutti, soprattutto delle autorità e delle istituzioni» le parole di Marina Grassani, consigliera Provinciale seguite da quelle di Annalisa Beccaria che ha sottolineato come «questa è la dimostrazione che insieme si può arrivare ad una risposta condivisa contro ogni forma di violenza. Non aspettiamo il 25 novembre, ma tutto l’anno dobbiamo essere impegnati come istituzioni e cittadini per togliere le persone da una condizione di costrizione sociale e fisica».

Anche il presidente della commissione legalità in consiglio regionale Domenico Rossi (Pd) ha ricordato l’importanza della scelta di aprire un centro antiviolenza e ha fatto un quadro sulla situazione dei beni confiscati in Piemonte «soltanto il 14% viene riutilizzato, bisogna fare di più e meglio. La commissione sta lavorando in questa direzione e continuerà a farlo perché la rassegnazione dei beni sostanzia la nostra Costituzione» e ha aggiunto «serve rivedere le percentuali di copertura finanziaria per i piccoli comuni, portando all’80% quella per i comuni più piccoli, e bisogna lavorare perché al più presto anche il Castello di Miasino sia riaperto e riutilizzato per progetti di rilevanza sociale».

Il ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha chiuso gli interventi istituzionali unendosi ai complimenti per l’iniziativa «il cui significato sta nel messaggio che restituiamo alle comunità: lo stato c’è e prevale sempre sul malaffare. Questo momento va celebrato con tutti gli onori e l’enfasi perché è messaggio importante da dare alle nostre comunità, specialmente a Dormelletto che è stata colpita dalla violenza con una giovane donna che ha perso la vita per una di quelle che possiamo definire tra le peggiori piaghe dell’epoca, la violenza contro le donne» e ha concluso «non bastano le istituzioni e le norme, la lotta alla criminalità e la violenza contro le donne sono temi che vanno affrontati da un punto di vista culturale»

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