Era stata una notte particolarmente movimentata quella del 10 ottobre di dieci anni fa, quando un ragazzo, all’epoca dei fatti poco più che ventenne, in sella alla sua bicicletta raggiunse la zona della stazione di Novara: prima cercò di violentare una donna, strappandole poi la borsa, poi, qualche minuto dopo aggredì e rapinò un ferroviere che stava andando al lavoro. Il giovane fu individuato dalla polizia e arrestato con le accuse di violenza sessuale e rapina.
Quel che era accaduto quella notte lo avevano raccontato in aula le due vittime.
«Ero in via Manzoni, quando ho visto arrivare quel ragazzo in biciletta – aveva raccontato la donna – E’ andato nel parcheggio della stazione poi, a piedi, si è avviato verso di me. Ho capito che aveva brutte intenzioni. Pensavo volesse rapinarmi ma lui mi ha preso per il collo, mi ha tappato la bocca, mi ha trascinato nel parcheggio e mi ha buttata a terra. Cercava di baciarmi e di strapparmi i vestiti. Sono riuscita a morsicargli una mano, perdeva sangue; prima di scappare mi ha strappato la borsa».
«Stavo scendendo da via San Francesco per andare a prendere il treno, all’epoca lavoravo in ferrovia e dovevo andare a Milano – aveva detto l’uomo – ho visto un ragazzo in sella a una biciletta da donna. Avevo percorso pochi passi quando mi ha afferrato da dietro e mi ha intimato di consegnargli 50 euro. Gli ho detto di lasciarmi stare e a quel punto lui ha preso il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni, ha preso i soldi, circa 65 euro, e poi ha gettato a terra il resto. Ho recuperato i documenti e sono sceso verso via Manzoni dove ho visto che c’era una pattuglia della polizia e una donna che gridava, diceva di essere stata aggredita e rapinata da un ragazzo nordafricano».
Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 8 anni. Il Tribunale lo ha condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione.