Conoscere la cultura del posto? «L’ho fatto con un click»

Per 720 giorni, ogni giorno ha “inseguito” un soggetto da fotografare. E lo ha fatto con passione e professionalità, ricevendo in cambio la possibilità di conoscere la cultural del territorio. E’ stato questo il senso del progetto fotografico “365” ideato e realizzato da Luis Huayhuas, 36 enne originario del Perù, trasferitosi in Argentina a Mendoza per studio e lavoro e da tre anni romentinese. Il primo gennaio 2018 ha dato vita a un progetto per fotografare ogni giorno una persona diversa e raccontare la sua storia, novarese di città, novarese provincia, spesso anche al di fuori della provincia stessa. Di ognuno ogni giorno ha pubblicato un post con fotografia e breve descrizione.

 

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«Io lavoro nell’ambito della comunicazione e per fare questo le persone le devi conoscere, devi conoscere l’ambiente, le abitudini. E come si fa a imparare tutto questo se non con un contatto diretto con le persone? – dice Luis – e così diciamo che ho conosciuto un po’ l’Italia tramite una fotografia».

E adesso che hai finito?
Eh, ammetto che un po’ mi manca. Mi manca incontrare la persona, fammi raccontare la sua storia e fare in modo che quella storia sia nella mia testa, per poterla meglio elaborare.

Chi è stato il primo soggetto fotografato?
Si chiama Vero e frequentava con me la scuola serale, le avevo già chiesto tre mesi prima se avesse piacere a essere nel progetto e ha accettato. Di mese in mese ho scelto un argomento e cercato persone che ci avessero a che fare. Ed è stato bello fare la foto secondo la chiacchierata del momento.

Ci sono scatti che ti sono piaciuti più di altri?
Mi sono piaciuti tutti perché ciascuno scatto ha la sua storia. Mi ha colpito molto fare colazione con un uomo come Paolo Borrometi, che ha fatto visita a Romentino per un incontro e ne ha ottenuto la cittadinanza onoraria. Abbiamo preso un caffè in un bar di Novara e sono stato felice di aver potuto conoscere una persona così. Oppure penso a Daniele Nardi, a lui avevo fatto una foto particolare, i suoi due volti, con cinque scatti, siamo partiti dal sorriso e siamo arrivati all’urlo. Conoscere la sua vita per me è stato bellissimo, una vita di esempio, coraggio, adrenalina. Era una persona molto gentile.

Cosa ne farai ora di queste foto?
Le ho pubblicate di giorno in giorno sui social, ora vorrei farne una mostra con una selezione scegliendo secondo il mio gusto estetico e artistico, la mostra sarà una scelta artistica. E vorrei farne anche un libro.

Nel progetto ci sei anche tu in alcuni scatti…
Sì. Il tema dell’autoritratto è importante nell’arte, parla un po’ di come uno guarda se stesso. La foto è l’unità minima di un video e a me piace fermare quell’istante di tempo e registrarlo con uno scatto. Mi piace quello che c’è in quel dato momento.

E ora? Quale progetto hai nel cassetto?
E’ molto artistico, l’ho già pensato e sto per svilupparlo, tutto all’aperto, con la natura e le persone, parla dell’evoluzione dell’essere umano.

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Conoscere la cultura del posto? «L’ho fatto con un click»

Per 720 giorni, ogni giorno ha “inseguito” un soggetto da fotografare. E lo ha fatto con passione e professionalità, ricevendo in cambio la possibilità di conoscere la cultural del territorio. E’ stato questo il senso del progetto fotografico “365” ideato e realizzato da Luis Huayhuas, 36 enne originario del Perù, trasferitosi in Argentina a Mendoza per studio e lavoro e da tre anni romentinese. Il primo gennaio 2018 ha dato vita a un progetto per fotografare ogni giorno una persona diversa e raccontare la sua storia, novarese di città, novarese provincia, spesso anche al di fuori della provincia stessa. Di ognuno ogni giorno ha pubblicato un post con fotografia e breve descrizione.

 

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«Io lavoro nell’ambito della comunicazione e per fare questo le persone le devi conoscere, devi conoscere l’ambiente, le abitudini. E come si fa a imparare tutto questo se non con un contatto diretto con le persone? – dice Luis – e così diciamo che ho conosciuto un po’ l’Italia tramite una fotografia».

E adesso che hai finito?
Eh, ammetto che un po’ mi manca. Mi manca incontrare la persona, fammi raccontare la sua storia e fare in modo che quella storia sia nella mia testa, per poterla meglio elaborare.

Chi è stato il primo soggetto fotografato?
Si chiama Vero e frequentava con me la scuola serale, le avevo già chiesto tre mesi prima se avesse piacere a essere nel progetto e ha accettato. Di mese in mese ho scelto un argomento e cercato persone che ci avessero a che fare. Ed è stato bello fare la foto secondo la chiacchierata del momento.

Ci sono scatti che ti sono piaciuti più di altri?
Mi sono piaciuti tutti perché ciascuno scatto ha la sua storia. Mi ha colpito molto fare colazione con un uomo come Paolo Borrometi, che ha fatto visita a Romentino per un incontro e ne ha ottenuto la cittadinanza onoraria. Abbiamo preso un caffè in un bar di Novara e sono stato felice di aver potuto conoscere una persona così. Oppure penso a Daniele Nardi, a lui avevo fatto una foto particolare, i suoi due volti, con cinque scatti, siamo partiti dal sorriso e siamo arrivati all’urlo. Conoscere la sua vita per me è stato bellissimo, una vita di esempio, coraggio, adrenalina. Era una persona molto gentile.

Cosa ne farai ora di queste foto?
Le ho pubblicate di giorno in giorno sui social, ora vorrei farne una mostra con una selezione scegliendo secondo il mio gusto estetico e artistico, la mostra sarà una scelta artistica. E vorrei farne anche un libro.

Nel progetto ci sei anche tu in alcuni scatti…
Sì. Il tema dell’autoritratto è importante nell’arte, parla un po’ di come uno guarda se stesso. La foto è l’unità minima di un video e a me piace fermare quell’istante di tempo e registrarlo con uno scatto. Mi piace quello che c’è in quel dato momento.

E ora? Quale progetto hai nel cassetto?
E’ molto artistico, l’ho già pensato e sto per svilupparlo, tutto all’aperto, con la natura e le persone, parla dell’evoluzione dell’essere umano.

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