Matteo Salvini ha dichiarato: «Non penso di avergli rovinato la vita e non sono pentito di averlo fatto, anzi lo rifarei» riguardo al ragazzo di origine tunisina di 17 anni incensurato, a cui ha suonato il famoso campanello sotto il teleobiettivo di diverse Tv nazionali e che ha poi postato lui stesso sulla sua pagina Fb finché Facebook stesso ha ritenuto di rimuoverlo.
Non si può non ricordare a questo punto l’episodio dell’estate scorsa quando Salvini era ancora Ministro dell’ Interno della famosa moto d’acqua della Polizia su cui era salito per fare un giro il figlio di Salvini coetaneo del ragazzo tunisino.
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Allora Salvini aveva accusato in modo veemente il giornalista del quotidiano La Repubblica che aveva ripreso la scena è difeso a spada tratta i poliziotti della sua scorta che avevano cercato di impedire le riprese anche in modo brusco ed intimidatorio.
In quell’occasione Salvini e molti leghisti protestarono contro la violazione della privacy di un minore e la sua strumentalizzazione politica e si trattava di suo figlio, lo stesso rispetto per la privacy invece non può essere invocato quando riguarda i figli di altre persone che non siano Salvini stesso.