Da dopo domani, giovedì 20 febbraio, grazie all’apporto di otto volontari (selezionati dopo che erano state 36 le candidature avanzate), torna il servizio civile al Comune di Novara. La loro collaborazione verterà su quattro progetti inseriti nelle attività cultuali, politiche sociali e istruzione. Lo hanno reso noto gli assessori Emilio e Iodice e Valentina Graziosi parlando anche a nome del collega Franco Caressa.
I partecipanti, ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 28 anni, affronteranno questa esperienza prima di tutto formativa della durata annuale per un impegno di 25 ore settimanali retribuite (le risorse, messe a disposizione dal Dipartimento delle Politiche giovanili e il Servizio civile universale, ammontano a 42 mila euro), che li porterà a operare presso l’Ufficio Musei, il Centro per le famiglie, l’ex caserma Passalacqua e diverse scuole cittadine, dove sarà sviluppato un progetto di educazione ambientale rivolto ai più giovani.
«Si tratta di un progetto già esistente in passato – hanno detto i due assessori – e oggi siamo contenti di riproporlo. Costituirà una ricchezza in più per i giovani e per gli stessi servizi, che potranno attingere dai partecipanti idee e proposte in base alle rispettive sensibilità ed esperienze».
Per Graziosi e Iodice «è tra l’altro importante che il servizio civile sia presente in una città capoluogo come Novara. L’obiettivo è quello di creare un’idea di cittadinanza nuova fra i partecipanti, che avranno modo di confrontarsi con la “macchina amministrativa” e spendere questi dodici mesi al servizio della collettività».
L’intero progetto è stato coordinato dai Servizi sociali grazie al dirigente Davide Ricordi, mentre le proposte sono giunte all’amministrazione attraverso la collaborazione della cooperativa Aurive, rappresentata da Luca Martelli e Nadia Trabucchi. Proprio grazie al loro contributo è stato tra l’altro possibile valorizzare un’iniziativa che ha visto la luce alla Passalacqua allo spazio Nova. Qui, hanno spiegato, «è stato possibile aprire uno sportello informativo che ha dato a tanti ragazzi la possibilità di presentare la domanda in formato elettronico attraverso l’utilizzo dell’identità digitale».