Ventenne a processo per spaccio, l’accusa chiede 6 anni e mezzo

tribunale il caldo

Si avvia a conclusione il processo nei confronti di un 23enne di nazionalità marocchina arrestato nel febbraio di quattro anni fa dai carabinieri di Arona, con l’accusa di essere uno dei pusher che vendevano droga nel fitto dei boschi tra Gozzano, Borgomanero, ma anche in altre zone limitrofe. Le indagini erano state avviate nel maggio del 2015 sulla scorta di alcune informazioni che riferivano dell’esistenza di una sorta di “market della droga a cielo aperto”, e sulla base di servizi di pedinamenti e osservazioni, prima, di intercettazioni poi, e avevano portato alla luce un giro di spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avveniva per lo più di notte nei boschi.

 

 

L’operazione culminò a febbraio del 2016 con gli arresti.

Nel corso di numerose udienze sono stati ascoltati molti testimoni, in quel periodo tutti acquirenti.

«In quegli anni facevo uso di eroina e cocaina. Andavo quasi tutti i giorni a comprarla nei boschi intorno a Borgomanero, ma lui (indicando l’imputato, ndr) l’ho visto una volta sola – aveva riferito un teste – e non so cosa facesse in quel posto, se era un venditore o un acquirente»; «Non mi sembra di conoscerlo anche perché uscivano dai boschi con il cappuccio in testa o con un cappello».

Per l’accusa nessun dubbio ed ha concluso chiedendo la condanna a 6 anni e mezzo; la difesa, di contro, ha chiesto l’assoluzione: “Una ventina di testi ascoltati – ha detto il legale – e nessuno lo ha riconosciuto”. Sentenza a fine marzo.

 

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Ventenne a processo per spaccio, l’accusa chiede 6 anni e mezzo

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Si avvia a conclusione il processo nei confronti di un 23enne di nazionalità marocchina arrestato nel febbraio di quattro anni fa dai carabinieri di Arona, con l’accusa di essere uno dei pusher che vendevano droga nel fitto dei boschi tra Gozzano, Borgomanero, ma anche in altre zone limitrofe. Le indagini erano state avviate nel maggio del 2015 sulla scorta di alcune informazioni che riferivano dell’esistenza di una sorta di “market della droga a cielo aperto”, e sulla base di servizi di pedinamenti e osservazioni, prima, di intercettazioni poi, e avevano portato alla luce un giro di spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana, che avveniva per lo più di notte nei boschi.

 

 

L’operazione culminò a febbraio del 2016 con gli arresti.

Nel corso di numerose udienze sono stati ascoltati molti testimoni, in quel periodo tutti acquirenti.

«In quegli anni facevo uso di eroina e cocaina. Andavo quasi tutti i giorni a comprarla nei boschi intorno a Borgomanero, ma lui (indicando l’imputato, ndr) l’ho visto una volta sola – aveva riferito un teste – e non so cosa facesse in quel posto, se era un venditore o un acquirente»; «Non mi sembra di conoscerlo anche perché uscivano dai boschi con il cappuccio in testa o con un cappello».

Per l’accusa nessun dubbio ed ha concluso chiedendo la condanna a 6 anni e mezzo; la difesa, di contro, ha chiesto l’assoluzione: “Una ventina di testi ascoltati – ha detto il legale – e nessuno lo ha riconosciuto”. Sentenza a fine marzo.

 

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