Igor Volley nel limbo per colpa del virus

Un punto interrogativo doppio, che riguarda sia le competizioni italiane sia quelle europee. La Igor Volley è tornata ad allenarsi al Pala Igor, grazie all’aggiornamento delle direttive della Regione Piemonte e della Fipav (Federazione italiana pallavolo), ma rigorosamente a porte chiuse e oggi come oggi non sa come proseguiranno le due competizioni principali della stagione.

A partire dalla Champions League: le azzurre dovrebbero scendere in campo a Istanbul giovedì prossimo (5 marzo) contro il Fenerbahce per la gara d’andata dei quarti di finale, con il ritorno fissato sei giorni più tardi a Novara. Il condizionale è d’obbligo nonostante al momento non vi siano prese di posizione ufficiali da parte della CEV, l’ente organizzatore delle competizioni europee, dato che per l’emergenza nel maschile è stata cancellata la sfida europea di Milano (Challenge Cup).

 

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Vero è anche che al momento Novara, in Piemonte, è al di fuori delle zone considerate più a rischio (Lombardia e Veneto) ma se c’è una cosa che è emersa palese in questi giorni, è che tutto ciò che vale in questo momento non è detto valga tra 24 ore o meno ancora. Diverso, ma non meno problematico, è il discorso legato al campionato italiano di serie A1: innanzitutto perché le formazioni in gioco non si trovano tutte nelle medesime condizioni: a Monza e Casalmaggiore (Lombardia) è stato consentito di giocare sabato sera, così come a Scandicci e Firenze (Toscana) mentre le altre dieci formazioni in gioco hanno ricevuto lo “stop” e si trovano ora con una gara in meno rispetto alle altre quattro.

Sono già tre le giornate rinviate a data da destinarsi (oltre a quella passata, anche il turno infrasettimanale di domani e poi il turno in programma nel prossimo weekend) e nemmeno i più abili esperti di “puzzle” sono attualmente in grado – anche ammesso, e a oggi non concesso, che l’emergenza rientri in tempo per consentire di giocare il primo turno non ancora rinviato (7-8 marzo) – di trovare delle date disponibili per il recupero di ben tre giornate di campionato.

Quali, quindi le opzioni? Fondamentalmente tre: proseguire il campionato a porte chiuse, misura paventata anche nel mondo del calcio ma poco gradita a molte delle parti in causa; cristallizzare la classifica alla giornata 19, l’ultima giocata da tutte, e stabilire da qui i verdetti (ammesse ai playoff Scudetto, retrocesse ecc) per poi partire direttamente con la post-season: la soluzione consentirebbe di guadagnare un mese di margine nella gestione della problematica ma nasconde diversi “contro”; “sforbiciare” i Playoff, magari eliminando il turno degli ottavi di finale e riducendo i quarti di finale.

In questo modo, si guadagnerebbero circa 2 settimane, lasso di tempo in cui sarebbe possibile recuperare le giornate fin qui saltate. Ovviamente, il perdurare della problematica potrebbe cambiare ulteriormente i piani in corsa, quale che sarà la direzione presa dagli enti preposti.

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Igor Volley nel limbo per colpa del virus

Un punto interrogativo doppio, che riguarda sia le competizioni italiane sia quelle europee. La Igor Volley è tornata ad allenarsi al Pala Igor, grazie all’aggiornamento delle direttive della Regione Piemonte e della Fipav (Federazione italiana pallavolo), ma rigorosamente a porte chiuse e oggi come oggi non sa come proseguiranno le due competizioni principali della stagione.

A partire dalla Champions League: le azzurre dovrebbero scendere in campo a Istanbul giovedì prossimo (5 marzo) contro il Fenerbahce per la gara d’andata dei quarti di finale, con il ritorno fissato sei giorni più tardi a Novara. Il condizionale è d’obbligo nonostante al momento non vi siano prese di posizione ufficiali da parte della CEV, l’ente organizzatore delle competizioni europee, dato che per l’emergenza nel maschile è stata cancellata la sfida europea di Milano (Challenge Cup).

 

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Vero è anche che al momento Novara, in Piemonte, è al di fuori delle zone considerate più a rischio (Lombardia e Veneto) ma se c’è una cosa che è emersa palese in questi giorni, è che tutto ciò che vale in questo momento non è detto valga tra 24 ore o meno ancora. Diverso, ma non meno problematico, è il discorso legato al campionato italiano di serie A1: innanzitutto perché le formazioni in gioco non si trovano tutte nelle medesime condizioni: a Monza e Casalmaggiore (Lombardia) è stato consentito di giocare sabato sera, così come a Scandicci e Firenze (Toscana) mentre le altre dieci formazioni in gioco hanno ricevuto lo “stop” e si trovano ora con una gara in meno rispetto alle altre quattro.

Sono già tre le giornate rinviate a data da destinarsi (oltre a quella passata, anche il turno infrasettimanale di domani e poi il turno in programma nel prossimo weekend) e nemmeno i più abili esperti di “puzzle” sono attualmente in grado – anche ammesso, e a oggi non concesso, che l’emergenza rientri in tempo per consentire di giocare il primo turno non ancora rinviato (7-8 marzo) – di trovare delle date disponibili per il recupero di ben tre giornate di campionato.

Quali, quindi le opzioni? Fondamentalmente tre: proseguire il campionato a porte chiuse, misura paventata anche nel mondo del calcio ma poco gradita a molte delle parti in causa; cristallizzare la classifica alla giornata 19, l’ultima giocata da tutte, e stabilire da qui i verdetti (ammesse ai playoff Scudetto, retrocesse ecc) per poi partire direttamente con la post-season: la soluzione consentirebbe di guadagnare un mese di margine nella gestione della problematica ma nasconde diversi “contro”; “sforbiciare” i Playoff, magari eliminando il turno degli ottavi di finale e riducendo i quarti di finale.

In questo modo, si guadagnerebbero circa 2 settimane, lasso di tempo in cui sarebbe possibile recuperare le giornate fin qui saltate. Ovviamente, il perdurare della problematica potrebbe cambiare ulteriormente i piani in corsa, quale che sarà la direzione presa dagli enti preposti.

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