Pansini, Api: «Si è fermata l’Italia che produce e lavora»

«Si è fermata l’Italia che produce e lavora». Esordisce così Paola Pansini, direttore generale di Api, Associazione Piccole e Medie Industrie parlando della situazione provocata dal coronavirus. Api, infatti, è è la seconda realtà rappresentativa nel sistema industriale piemontese e ha competenza sulle province di Novara, Vco e Vercelli.

«Indubbiamente c’è paura, ma soprattutto molta preoccupazione – spiega -. Questa situazione di incertezza crea squilibri su un territorio già devastato dalla crisi. I clienti esteri ci chiedono di sottoscrivere una garanzia con la quale le aziende italiane assicurano di spedire le commesse nei tempi previsti. Se non altro, non abbiamo ricevuto segnalazioni dalle aziende da parte di clienti esteri che hanno rimandato le commesse al mittente. E poi dobbiamo tenere sotto controlli i rapporti transfrontalieri con la Svizzera che, per il momento, non ha chiuso all’Italia ma sta solo valutando come comportarsi. Insomma la tensione non manca».

Ne risentiranno i posti di lavoro?
È prematuro saperlo – continua Pansini – a oggi possono dire questa settimana hanno lavorato tutti regolarmente e che tra i nostri associati non ci sono stati fermi della produzione».

Sarete stati sommersi di dubbi e domande…
Continuiamo a riceverne da parte dei titolari anche perchè siamo stati costretti ad annullare tutti i workshop e i convegni. Inoltre abbiamo diramato informative alle aziende sui comportamenti che devono tenere i dipendenti chiedendo di esporre nelle bacheche le norme di comportamento responsabile in materia di igiene. Infine abbiamo invitato chi può ad attivarsi con il telelavoro: è un percorso previsto e non occorre nemmeno l’accordo sindacale».

 

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Si è fermata l'Italia che produce e lavora». Esordisce così Paola Pansini, direttore generale di Api, Associazione Piccole e Medie Industrie parlando della situazione provocata dal coronavirus. Api, infatti, è è la seconda realtà rappresentativa nel sistema industriale piemontese e ha competenza sulle province di Novara, Vco e Vercelli. «Indubbiamente c'è paura, ma soprattutto molta preoccupazione - spiega -. Questa situazione di incertezza crea squilibri su un territorio già devastato dalla crisi. I clienti esteri ci chiedono di sottoscrivere una garanzia con la quale le aziende italiane assicurano di spedire le commesse nei tempi previsti. Se non altro, non abbiamo ricevuto segnalazioni dalle aziende da parte di clienti esteri che hanno rimandato le commesse al mittente. E poi dobbiamo tenere sotto controlli i rapporti transfrontalieri con la Svizzera che, per il momento, non ha chiuso all'Italia ma sta solo valutando come comportarsi. Insomma la tensione non manca». Ne risentiranno i posti di lavoro? È prematuro saperlo - continua Pansini - a oggi possono dire questa settimana hanno lavorato tutti regolarmente e che tra i nostri associati non ci sono stati fermi della produzione». Sarete stati sommersi di dubbi e domande... Continuiamo a riceverne da parte dei titolari anche perchè siamo stati costretti ad annullare tutti i workshop e i convegni. Inoltre abbiamo diramato informative alle aziende sui comportamenti che devono tenere i dipendenti chiedendo di esporre nelle bacheche le norme di comportamento responsabile in materia di igiene. Infine abbiamo invitato chi può ad attivarsi con il telelavoro: è un percorso previsto e non occorre nemmeno l'accordo sindacale».   [the_ad id="62649"]  

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