Insegnanti a domicilio, Allegra: «Sì ma con un preventivo piano di lavoro»

Insegnanti a domicilio, Allegra: «Sì ma con un preventivo piano di lavoro». Nella giornata di giovedì 5 marzo il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, ha detto in diretta che avrebbe messo a disposizione degli studenti disabili insegnanti di sostegno a domicilio».

Una proposta subito apprezzata in diversi ambiti, ma che secondo Milù Allegra, esponente del Pd in consiglio comunale e, lei stessa, insegnante, meriterebbe alcuni riflessioni: «Il sindaco Canelli parla di insegnanti di sostegno spiega – ma forse intendeva educatori ed educatrici che si occupano dei bambini e bambine disabili. Buona intuizione, quella di mandare gli educatori a domicilo, peccato che prima di uscire con questo annuncio, si sarebbe dovuto fare un piano di fattibilità con la cooperativa che gestisce il servizio e con le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici».

 

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Allegra pone alcune domande: «Quali garanzie di sicurezza igienico sanitaria vengono garantite sia per gli utenti che per il personale educativo? Per quante ore il personale dovrebbe andare a domicilio? Chi organizza il servizio? Capisco l’emergenza ma prima di uscire con alcuni annunci, creando aspettative, bisognerebbe fare i passaggi dovuti e corretti».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Insegnanti a domicilio, Allegra: «Sì ma con un preventivo piano di lavoro». Nella giornata di giovedì 5 marzo il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, ha detto in diretta che avrebbe messo a disposizione degli studenti disabili insegnanti di sostegno a domicilio».

Una proposta subito apprezzata in diversi ambiti, ma che secondo Milù Allegra, esponente del Pd in consiglio comunale e, lei stessa, insegnante, meriterebbe alcuni riflessioni: «Il sindaco Canelli parla di insegnanti di sostegno spiega – ma forse intendeva educatori ed educatrici che si occupano dei bambini e bambine disabili. Buona intuizione, quella di mandare gli educatori a domicilo, peccato che prima di uscire con questo annuncio, si sarebbe dovuto fare un piano di fattibilità con la cooperativa che gestisce il servizio e con le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici».

 

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