Gravissime ripercussioni dell’emergenza sanitaria sulle imprese artigiane della nostra regione. Confartigianato Imprese Piemonte, prima tra le associazioni imprenditoriali a monitorare l’andamento delle imprese associate dall’inizio della crisi Coronavirus, snocciola dati impressionanti: calo del 34,6% della produzione, del 31,9% del volume d’affari e il 22,4% di ordini cancellati.
I dati sono il frutto di un “sondaggio flash” che ha coinvolto 1551 imprese artigiane piemontesi, di cui 214 sul territorio di Novara e Vco, appartenenti a tutti i maggiori settori produttivi. Dalla media tra questi risulta che il 68% degli intervistati dichiara un impatto negativo dall’emergenza Coronavirus.
«Occorre ora mettere subito in campo – dichiara Giorgio Felici presidente Confartigianato Imprese Piemonte – misure efficaci che, utilizzando procedure e modalità agili dal punto di vista burocratico, riducano l’impatto sulla situazione economico-finanziaria di contributi e imposte statali e regionali e, quindi, in tal modo sostengano il mantenimento dei livelli occupazionali, anche con il rafforzamento del sistema di ammortizzatori sociali».
Confartigianato ha già sottoscritto un accordo con Cgil-Cisl-Uil che ha esteso il Fondo sostegno bilaterale artigiano che è una sorta di cassa integrazione ordinaria: proprio la specifica “coronavirus” consente di avere un ulteriore periodo di copertura fino a 20 settimane aggiuntive su base biennale. L’organizzazione imprenditoriale chiede inoltre al Governo la sospensione di vari pagamenti di imposte, tributi, contributi previdenziali, rate di mutui, finanziamenti e premi assicurativi. E alla Regione a prevedere interventi per tutte le imprese e ad attivare strumenti straordinari che ne garantiscano la liquidità.
Sempre Confartigianato nei giorni scorsi aveva diffuso altri dati relativi all’intero Nord Italia affermando come fosse colpita l’attività del 70% delle piccole imprese, ricordando che nelle nostre regioni dove si concentrano oltre la metà (52,8%) del totale degli addetti delle piccole imprese italiane e il 61,5% del totale del fatturato delle imprese italiane.
Un sondaggio tra imprese dell’intero Nord Italia aveva evidenziati effetti negativi in tutti i settori, ma particolarmente pesanti nel trasporto persone (-68%), nelle imprese interessate dalla domanda turistica (-37%), da quelle del settore alimentare (-33%), dalle aziende della moda (-25%), e dei servizi (-25%).
Segnalato anche un calo delle vendite da quasi metà delle imprese interviste, mentre un terzo segnala la mancata o ritardata fornitura di materie prime. Di conseguenza il 19% ha ridotto l’orario di lavoro.