Buio, torce accese e musica: la Novara che fa comunità

Capita che quando ricevi alcuni “passaparola” sul telefono magari sbuffi e cancelli senza interessarti. Capita in altri momenti che invece altri “passaparola” ti fermi a leggerli. E non perché sei annoiato e va bene tutto, ma perché, per quanto “banali” possano apparire ti fanno sentire parte di una comunità.

 

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E allora ti affacci volentieri alla finestra, ti metti comodo sul balcone con la tua torcia, spegni tutte le luci in casa e rimani in silenzio, ad ascoltare, ad ascoltare davvero. E poi qualcuno dà il via all’inno d’Italia, e lo ascolti anche quello, e lo riascolti, e poi ti ritrovi a sorridere guardando il tuo vicino di casa, da lontano, anche perché non potresti fare diversamente. E alla fine un fragoroso battito di mani.

E’ una bella sensazione. Novara e provincia hanno risposto presente al Flashmob circolato nella giornata di oggi che dava appuntamento alle 21 per un “minuto di luci con torce, luminarie, lampadine o addirittura la torcia dei nostri telefonini”. Tanti novaresi ai balconi, un silenzio bello, che ha fatto respirare anche solo per un istante serenità e positività. E voglia di essere più forti.

E la risposta affermativa è arrivata anche nel pomeriggio, alle 18, per il nuovo appuntamento sempre con l’inno di d’Italia, e per la musica in generale: già perché, per esempio, a Borgo Ticino si è ascoltato Nel blu dipinto di blu. Non importa il contenuto in sé, importa il gesto. Affacciarsi ai balconi, guardarsi, battere le mani, non ci farà svegliare domani con la bella notizia che tutto è finito. Ma quei gesti sono il simbolo di una comunità che è viva, che sa farsi sentire tutta quanta insieme quando serve, che sa lottare insieme. Sono quei piccoli gesti che danno fiducia, che fanno scendere una lacrima, che fanno ben sperare. Domani il virus non sarà sconfitto, ma domani si continuerà a lottare, ancora di più.

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Elena Mittino

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Una risposta

  1. mi dispiace contraddire ma a borgo ticino hanno cantati il cielo è sempre più blu di rino gaetano

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Buio, torce accese e musica: la Novara che fa comunità

Capita che quando ricevi alcuni “passaparola” sul telefono magari sbuffi e cancelli senza interessarti. Capita in altri momenti che invece altri “passaparola” ti fermi a leggerli. E non perché sei annoiato e va bene tutto, ma perché, per quanto “banali” possano apparire ti fanno sentire parte di una comunità.

 

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E allora ti affacci volentieri alla finestra, ti metti comodo sul balcone con la tua torcia, spegni tutte le luci in casa e rimani in silenzio, ad ascoltare, ad ascoltare davvero. E poi qualcuno dà il via all’inno d’Italia, e lo ascolti anche quello, e lo riascolti, e poi ti ritrovi a sorridere guardando il tuo vicino di casa, da lontano, anche perché non potresti fare diversamente. E alla fine un fragoroso battito di mani.

E’ una bella sensazione. Novara e provincia hanno risposto presente al Flashmob circolato nella giornata di oggi che dava appuntamento alle 21 per un “minuto di luci con torce, luminarie, lampadine o addirittura la torcia dei nostri telefonini”. Tanti novaresi ai balconi, un silenzio bello, che ha fatto respirare anche solo per un istante serenità e positività. E voglia di essere più forti.

E la risposta affermativa è arrivata anche nel pomeriggio, alle 18, per il nuovo appuntamento sempre con l’inno di d’Italia, e per la musica in generale: già perché, per esempio, a Borgo Ticino si è ascoltato Nel blu dipinto di blu. Non importa il contenuto in sé, importa il gesto. Affacciarsi ai balconi, guardarsi, battere le mani, non ci farà svegliare domani con la bella notizia che tutto è finito. Ma quei gesti sono il simbolo di una comunità che è viva, che sa farsi sentire tutta quanta insieme quando serve, che sa lottare insieme. Sono quei piccoli gesti che danno fiducia, che fanno scendere una lacrima, che fanno ben sperare. Domani il virus non sarà sconfitto, ma domani si continuerà a lottare, ancora di più.

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