Come vivono gli sportivi novaresi l’attuale situazione, dove l’emergenza Covid-19 sta finendo per stravolgere la vita di tutti noi? Luciano Pedullà, insegnante di educazione fisica ma anche figura “storica” della pallavolo locale e non solo, riconosce che i sacrifici non sono stati pochi. Dal punto di vista scolastico «la formula delle lezioni a distanza ha contribuito non poco, anche se nella disciplina che seguo l’importanza l’attività motoria non può certamente essere sostituita completamente con un’analoga svolta fra le pareti domestiche». Per il resto, la parte concernente il volley «cerco di seguirla a distanza insieme ai miei colleghi attraverso video e altri strumenti analoghi».
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Le difficoltà di questo periodo sono parecchie, soprattutto per gli sportivi professionisti: «Con tutta la buona volontà che uno ci può mettere, un allenamento svolto in casa non è la stessa cosa rispetto a una palestra o un altro impianto sportivo. Sono curioso, solo per fare un esempio, di vedere in quali condizioni fisiche troverò le ragazze che dovrò allenare nei prossimi mesi».
«Si tratta di una situazione nuova per la maggior parte di noi – ha aggiunto – Una realtà che sto vivendo con non poca malinconia. Però sono altrettanto consapevole che, con molta pazienza e tanto senso di responsabilità, riusciremo a venirne fuori. Diciamo che in queste settimane ho avuto più tempo da dedicare alla famiglia».
Pedullà ha cercato di penderla con filosofia («Immaginiamo di aver subito un incidente o un intervento chirurgico che ci ha costretto a letto per un po’. Poi potremo riprendere ma per adesso siamo bloccati»), ma è altrettanto convinto che il “dopo” sarà profondamente “diverso”: «Molte cose nella nostra vita sono destinate a cambiare, in tutti noi. Adesso cerchiamo di proseguire insieme, continuando a rispettare le regole». Quale “lezione” ci lascerà questo momento? «Come ho già detto, che saremo sicuramente più responsabili. Tutti quanti».