Mancata sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del sistema sanitario regionale a causa della grave carenza di dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici e calzari); mancata effettuazione dei tamponi a tutto il personale sintomatico e asintomatico; mancata previsione dei test sierologici a tutto il personale, anche per poter garantire l’effettiva tutela Inail al personale contagiato, sintomatico e asintomatico.
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E poi ancora assunzione di personale da parte delle aziende del sistema sanitario regionale in numero largamente inferiore a quello dichiarato dall’assessore alla Sanità e pertanto a tutt’oggi gravemente insufficiente; mancata attivazione del comitato regionale così come indicato dal “Protocollo per la prevenzione e sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19” sottoscritto il 23 marzo 2020 dalle Parti Sociali, su invito del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri competenti; difforme interpretazione giuridica e gestionale delle Usca, da parte dell’Unità di Crisi, rispetto a quanto emanato dagli assessori Caucino e Icardi. Queste le criticità segnalate dalle organizzazioni sindacali di categoria per le quali, negli ultimi due mesi, hanno reiteratamente chiesto l’intervento della Regione.
«Temi irrisolti e non più posponibili – affermano in un comunicato congiunto i segretari regionali di categoria – Non avendo ricevuto risposte esaurienti alle fondamentali questioni sottoposte, né tantomeno registrato interventi sostanziali ed efficacemente risolutivi da parte dei vertici regionali, le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl si vedono costrette a comunicare lo stato di mobilitazione di tutto il personale del servizio sanitario regionale».
Quel che attendono ora sono risposte «immediate e risolutive», in assenza delle quali «avvieremo la mobilitazione».