In Piemonte, ed anche nel Novarese, la virulenza del Covid19 non si placa: continua il trend in crescita di casi e decessi, ma finalmente ha preso a impennarsi anche la curva delle persone guarite. Questo il quadro che emerge dall’analisi dei dati (consideriamo quelli del 17 aprile) quotidianamente sfornati dalla Protezione Civile nazionale e dall’Unità di crisi della Regione.
In Piemonte la crescita dei nuovi contagi non flette e l’aumento dal 14 al 17 aprile (2113 nuovi casi, dietro solo alla Lombardia) è percentualmente il più alto in Italia (+11,9%) attorno o sopra il doppio della media nazionale e delle altre regioni più colpite, Lombardia (+4,6%), Veneto (+6,5%) ed Emilia Romagna (+5,2%).
Tanto è vero che la nostra regione è da due giorni la seconda, dopo la Lombardia, per numero di persone positive al virus (13.998), avendo superato l’Emilia Romagna, che ha ancora più casi di contagio rilevati, ma il Piemonte (a quota 19.803, cioè 456 ogni centomila abitanti) mostra un grafico ancora di crescita mentre le altre regioni sembrano affrontare la fase di picco.
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Fatto sta che la famosa data di contagi zero calcolata dal prof. Peracchi dell’Istituto Einaudi (valutazione puramente teorica ma pur sempre indicativa per l’avvio delle fasi di ripresa dopo il lockdown) si sposta ancora in avanti fino a giovedì 21 maggio, a cui seguirà soltanto la Lombardia (25 maggio).
I NUMERI DI NOVARA
A livello provinciale l’unico dato fornito dalla Protezione civile è quello dei casi di contagio e la nostra Provincia, in posizione media a livello regionale, ha segnato dati di crescita anche considerevoli. Come numero assoluto, 1855 contagi registrati, è 32ª in Italia e quarta in Piemonte, dopo Torino, Alessandria e Cuneo. Ma a livello di casi su popolazione è 19ª (50,3 contagi ogni 10mila abitanti), comunque dietro ad Alessandria (9ª, 61,2), Vco (57,9) e Vercelli (54,7). Come trend di crescita l’ultimo dato giornaliero (+1,6%) ci pone a metà di una classifica in cui ben 14 province hanno toccato il fatidico “zero nuovi contagi” (quasi tutte in Meridione, ma anche Gorizia), ma guardando agli ultimi dieci giorni Novara si è segnalata (forse per qualche sfasamento di registrazione dei casi) la seconda provincia più colpita con un +72,9% di crescita: il 7 aprile contava 1073 casi, oggi 782 in più. Ed anche i 217 casi in più negli ultimi 3 giorni dicono +13,2%, sopra la media regionale e dietro solo alla crescita di Alessandria.
In Provincia di Novara (dati Seremi-Regione Piemonte del 16 aprile) si è registrato il 9,5% dei casi piemontesi e sono state colpite in prevalenza le persone più anziane: il 48,2% con 70 o più anni (43,6% a livello regionale) contro il 42,5% della fascia di età 40-69 (44.,1% di casi a livello piemontese); tra i contagiati anche l’8,9% di maggiorenni con meno di 40 anni e lo 0,4% (8 casi) di minorenni (quasi l’1% a livello regionale).
Notizie non confortanti vengono anche dal numero delle presone morte: 211 di cui 17 (+8,8%) negli ultimi tre giorni. Più decessi solo a Torino (918) e Alessandria (438) , anche se la crescita maggiore, in termini percentuali si registra nel Vco (+22,4% tra 14 e 17 aprile). Rispetto alla popolazione a Novara risultano 5,7 morti ogni 10mila abitanti (sopra la media regionale) ma dietro ad Alessandria (10,4) e poi Biella (8) e Vercelli (7,7) che stanno registrando un aumento di mortalità negli ultimi giorni.
A fronte dei decessi c’è il numero confortante delle persone guarite che, pur inferiore, è in decisa crescita: a Novara le persone che hanno avuto due tamponi negativi sono 159, con il 55,9% di crescita dal 14 al 17 aprile. Crescita migliore solo ad Alessandria che tocca 161 guariti. Con numeri maggiori di persone lasciate dal virus, ci sono Torino (1152) e Cuneo (228).
PIEMONTE, SEMPRE PIU’ DECESSI DELLA MEDIA NAZIONALE
Tornando al livello regionale si vede, purtroppo, che cresce in modo considerevole anche il numero dei decessi, valutando gli ultimi tre giorni (+244 casi) con una percentuale (+12,7%, media giornaliera 4,2%) maggiore che in Italia (+8%, media giornaliera 2,7%) ed anche di alcune tra le regioni più colpite (+6,4% in Lombardia, +7,3% in Emilia) e migliore solo del Veneto (+13,2%) dove però i casi di mortalità sono meno della metà: il Piemonte ha raggiunto i 2171 decessi, il Veneto è salito a 1026 (2,1 su diecimila abitanti). Ogni diecimila persone in Piemonte ne muoiono per Covid 5 e appena 10 giorni fa l’assessore regionale alla sanità Icardi cercava di tranquillizzare portando il dato allora fermo a 3 e asserendo fosse inferiore alla media nazionale. Non era così allora (2,8) e purtroppo oggi il dato italiano è ancor più distanziato: 3,8.
Dati confortanti arrivano invece dai guariti che, in Piemonte, negli ultimi tre giorni sono cresciuti di 926, cioè il 34,2% (più del doppio della media nazionale), in linea con il Veneto.
Inferiore alla media nazionale e alle percentuali delle regioni più colpite il calo di ricoverati in ospedale (-129 in tre giorni, il -3,8%) tra cui quelli in terapia intensiva (-34 da dopo Pasqua, cioè il -9,3%).
C’è da considerare che il quadro complessivo fornisce numeri in aumento perché il Piemonte ha avviato in forte ritardo l’esecuzione di tamponi in numero accettabile (negli ultimi dieci giorni quasi gli stessi che in tutto il mese e mezzo precedente) ma pur sempre inferiore alla media pro capite nazionale e delle regioni più colpite, che proseguono con elevati numeri di test.
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