App “Immuni” tra dubbi e perplessità. L’applicazione dovrebbe essere disponibile da maggio ma le informazioni, almeno per i cittadini, non sono molte. Al momento infatti, gli unici dati più o meno certi sembrerebbero essere questi: è una app per il tracciamento dei contatti, ovvero una volta individuata la persona contagiata il sistema permette di ricostruire i suoi contatti precedenti per vedere chi potrebbe essere stato a sua volta contagiato, velocizzando quindi la ricostruzione dei vari passaggi del virus; 2) non è obbligatoria; 3) è gratuita; 4) dovrebbe essere disponibile da maggio; 5) verrà inizialmente testata in alcune regioni; 6) per essere efficace deve coinvolgere grosso modo il 60% delle persone.
E allora d’acchito viene spontanea qualche riflessione: la app evidentemente, almeno agli inizi, traccerà i contatti di quelli che positivi sanno di esserlo, cioè gli acclarati, cioè quelli sottoposti a tampone. E di contro non traccerà, ovviamente, i contatti di coloro che non sanno se sono o meno positivi, perché non sono stati sottoposti al tampone e quindi la schiera degli asintomatici (ovviamente esclusi coloro che per motivi di lavoro sono stati comunque sottoposti a tampone, come il personale sanitario), che a quanto par di capire, dovrebbero essere la maggioranza.
E proprio su questa questione è intervenuto recentemente anche il consigliere regionale Matteo Marnati. «Il fatto di avere una app che tracci gli spostamenti ben venga – commenta – Ma al momento non avendo elementi non possiamo giudicare nulla. Personalmente ho espresso perplessità su come viene gestita; fatta così è una App che nasce monca, non ci sono i dati di tracciamento delle persone positive e non è questa che ci salverà».
«Ad oggi – aggiunge – sono troppo vaghe le informazioni fornite in questi giorni dal governo nel corso della conferenza delle Regioni alla quale ho preso parte. Prima di dare il via libera all’impiego di questa tecnologia restiamo in attesa di capirne meglio il funzionamento, senza contare che l’accertamento dello stato di salute delle persone non può prescindere dai tamponi senza i quali l’operazione parte con le armi spuntate, con il pericolo di creare confusione per i positivi non accertati. Inoltre l’utilizzo del Bluetooth traccia non soltanto le persone vicine ma anche quelle distanti fino a 20 metri e quindi rischia di creare confusione. La Regione Piemonte rimane a disposizione per lavorare insieme al governo per creare una app che sia il più possibile efficace».