#iobevoitaliano, Coldiretti sostiene produttori di vino e titolari di agriturismi

Coldiretti in campo per sostenere produttori di vino e titolari di agriturismi, settori nei quali lo scoppio dell’emergenza sanitaria ha portato a un blocco delle attività. Lo dicono Sara Baudo, presidente interprovinciale di Novara e Vico dell’associazione agricola insieme al suo omologo di Vercelli e Biella Paolo Dellarole: «La chiusura di bar, trattorie e ristoranti sta avendo effetti sul mondo dell’agroalimentare». In particole è il comparto del vino potrebbe registrare un dimezzamento del valore delle vendite in Europa. Un allarme condiviso dall’Oiv (Organizzazione mondiale della vite e del vino).

Coldiretti ha lanciato a livello nazionale la campagna #iobevoitaliano per promuovere il consumo dei nostri, sostenendo «con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle nostre esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino», prodotto che rappresenta un settore trainante dell’intero Made in Italy, non solo alimentare.

 

 

Per Baudo e Dellarole occorre inoltre reperire «risorse aggiuntive anche in ambito comunitario per finanziare ogni strumento utile per la riduzione delle giacenze e il contenimento della prizione in occasione della prossima vendemmia». Misure urgenti per sostenere un comparto che nella nostra regione può vantare, a fronte di una superficie vitata di oltre 43 mila ettari, una produzione di 2,5 milioni di ettolitri di vino, potendo contare su circa 14 mila imprese.

Non sono soltanto le cantine, ma anche gli agriturismi a risentire del perdurare di questa situazione. Secondo alcuni analisti il Piemonte vitivinicolo starebbe infatti già registrando danni che potrebbero sfiorare addirittura l’80%, mentre nel comparto agrituristico, tra ristorazione e ospitalità bloccate, la perdita sarebbe totale.

Per Baudo Dellarole gli agriturismi, potendo contare su ampi spazi all’aperto e un numero limitato di coperti, «sono luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza». E in attesa che arrivi il tento sospirato via libera «diverse strutture di sono già attrezzate per cucinare e consegnare a domicilio i pasti, offrendo la possibilità di gustare piatti e prodotti del territorio.

 

 

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Coldiretti in campo per sostenere produttori di vino e titolari di agriturismi, settori nei quali lo scoppio dell’emergenza sanitaria ha portato a un blocco delle attività. Lo dicono Sara Baudo, presidente interprovinciale di Novara e Vico dell’associazione agricola insieme al suo omologo di Vercelli e Biella Paolo Dellarole: «La chiusura di bar, trattorie e ristoranti sta avendo effetti sul mondo dell’agroalimentare». In particole è il comparto del vino potrebbe registrare un dimezzamento del valore delle vendite in Europa. Un allarme condiviso dall’Oiv (Organizzazione mondiale della vite e del vino). Coldiretti ha lanciato a livello nazionale la campagna #iobevoitaliano per promuovere il consumo dei nostri, sostenendo «con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle nostre esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino», prodotto che rappresenta un settore trainante dell’intero Made in Italy, non solo alimentare.     Per Baudo e Dellarole occorre inoltre reperire «risorse aggiuntive anche in ambito comunitario per finanziare ogni strumento utile per la riduzione delle giacenze e il contenimento della prizione in occasione della prossima vendemmia». Misure urgenti per sostenere un comparto che nella nostra regione può vantare, a fronte di una superficie vitata di oltre 43 mila ettari, una produzione di 2,5 milioni di ettolitri di vino, potendo contare su circa 14 mila imprese. Non sono soltanto le cantine, ma anche gli agriturismi a risentire del perdurare di questa situazione. Secondo alcuni analisti il Piemonte vitivinicolo starebbe infatti già registrando danni che potrebbero sfiorare addirittura l’80%, mentre nel comparto agrituristico, tra ristorazione e ospitalità bloccate, la perdita sarebbe totale. Per Baudo Dellarole gli agriturismi, potendo contare su ampi spazi all’aperto e un numero limitato di coperti, «sono luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza». E in attesa che arrivi il tento sospirato via libera «diverse strutture di sono già attrezzate per cucinare e consegnare a domicilio i pasti, offrendo la possibilità di gustare piatti e prodotti del territorio.    

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