Sindaco di Divignano: «Oltre un’ora e mezza a dialogo con Conte, ho raccontato cosa non va»

Prima di incontrarlo non si era fatto alcun tipo di pensiero, ora sì: «Prima? Non avevo costruito alcun giudizio, non guardo la tv e quindi non sapevo. Ora mi sono fatto una bella impressione, di una persona che tiene al Paese e che sta facendo di tutto per trovare soluzioni. Poi che non sempre siano idee condivisibili è vero, io sono il primo a “criticare” la chiusura prolungata dei negozi».

 

 

Ce l’ha fatta. Il primo cittadino di Divignano, Gianluca Bacchetta, per tutti il Gilu, domenica 10 maggio ha incontrato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un’incontro durato oltre un’ora e mezza, iniziato con ritardo, «so che molti hanno ironizzato, visti i ritardi delle sue conferenze, ma ieri c’era una riunione con i capi di delegazione di maggioranza, direi che Conte ha avuto tutte le buone ragioni per tardare. E io non sono rimasto solo nell’attesa» dice sorridendo.

Restituiti i 600 euro: «Li ho restituiti, ma in realtà sono riuscito ad averne altri 600 e così ciascuno dei due oggi donerà la somma alla Croce rossa Italiana , – dice Bacchetta – un atto dovuto a un ente che merita questi 1.200 euro». Tanti i temi affrontati: «Ho voluto incontrare Conte per parlare e capire alcuni aspetti, non pretendevo che avesse la bacchetta magica, così come non ce l’ho io e infatti mi spiace per chi già da poco dopo il nostro incontro ha detto “Non è cambiato niente”. Per me è cambiato molto, perché ci ho parlato, ho consegnato sei lettere di testimonianze che ho raccolto nel mio viaggio di imprenditori ed esercenti, molti disperati. Abbiamo parlato della cassa integrazione che è in ritardo, delle finanze alle imprese inaccessibili, della pianificazione dei negozi per ripartire, della gestione di contributi e affitti».

In merito a negozi e loro gestione Bacchetta ne sa qualcosa, essendo lui stesso un esercente, proprietario di una birreria a Varallo, chiusa ovviamente da marzo. Durante il colloquio ci sono state anche due telefonate, la prima con il presidente Inps e la seconda con il dottor Silvio Brusaferro del Cts che gestirà le regole delle riaperture, «a lui ho anche sottolineato la situazione di alcuni negozi che di fatto potranno aprire quando tutto sarà tornato alla normalità e non si sa quando succederà».

Bacchetta è uscito dal colloquio soddisfatto, con tanto materiale. E ha dormito a Roma dove si fermerà fino a mercoledì 13 maggio. «Ho trovato ospitalità da un amico che ha fatto il tenente a Gozzano. Sono ospite da lui, osservando tutte le norme, – dice – ritornare in bici? Non ci penso neanche! Un signore di Rieti, Mauro, che ho conosciuto a Viterbo l’altro giorno, deve fare dei lavori a Vigevano e così mi accompagnerà. Non me ne vogliano i ciclisti, ma la bici proprio non mi ha appassionato», chiude sorridendo.

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Sindaco di Divignano: «Oltre un’ora e mezza a dialogo con Conte, ho raccontato cosa non va»

Prima di incontrarlo non si era fatto alcun tipo di pensiero, ora sì: «Prima? Non avevo costruito alcun giudizio, non guardo la tv e quindi non sapevo. Ora mi sono fatto una bella impressione, di una persona che tiene al Paese e che sta facendo di tutto per trovare soluzioni. Poi che non sempre siano idee condivisibili è vero, io sono il primo a “criticare” la chiusura prolungata dei negozi».

 

 

Ce l’ha fatta. Il primo cittadino di Divignano, Gianluca Bacchetta, per tutti il Gilu, domenica 10 maggio ha incontrato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un’incontro durato oltre un’ora e mezza, iniziato con ritardo, «so che molti hanno ironizzato, visti i ritardi delle sue conferenze, ma ieri c’era una riunione con i capi di delegazione di maggioranza, direi che Conte ha avuto tutte le buone ragioni per tardare. E io non sono rimasto solo nell’attesa» dice sorridendo.

Restituiti i 600 euro: «Li ho restituiti, ma in realtà sono riuscito ad averne altri 600 e così ciascuno dei due oggi donerà la somma alla Croce rossa Italiana , – dice Bacchetta – un atto dovuto a un ente che merita questi 1.200 euro». Tanti i temi affrontati: «Ho voluto incontrare Conte per parlare e capire alcuni aspetti, non pretendevo che avesse la bacchetta magica, così come non ce l’ho io e infatti mi spiace per chi già da poco dopo il nostro incontro ha detto “Non è cambiato niente”. Per me è cambiato molto, perché ci ho parlato, ho consegnato sei lettere di testimonianze che ho raccolto nel mio viaggio di imprenditori ed esercenti, molti disperati. Abbiamo parlato della cassa integrazione che è in ritardo, delle finanze alle imprese inaccessibili, della pianificazione dei negozi per ripartire, della gestione di contributi e affitti».

In merito a negozi e loro gestione Bacchetta ne sa qualcosa, essendo lui stesso un esercente, proprietario di una birreria a Varallo, chiusa ovviamente da marzo. Durante il colloquio ci sono state anche due telefonate, la prima con il presidente Inps e la seconda con il dottor Silvio Brusaferro del Cts che gestirà le regole delle riaperture, «a lui ho anche sottolineato la situazione di alcuni negozi che di fatto potranno aprire quando tutto sarà tornato alla normalità e non si sa quando succederà».

Bacchetta è uscito dal colloquio soddisfatto, con tanto materiale. E ha dormito a Roma dove si fermerà fino a mercoledì 13 maggio. «Ho trovato ospitalità da un amico che ha fatto il tenente a Gozzano. Sono ospite da lui, osservando tutte le norme, – dice – ritornare in bici? Non ci penso neanche! Un signore di Rieti, Mauro, che ho conosciuto a Viterbo l’altro giorno, deve fare dei lavori a Vigevano e così mi accompagnerà. Non me ne vogliano i ciclisti, ma la bici proprio non mi ha appassionato», chiude sorridendo.

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