Si intitola “Io resto (ancora) a casa” il progetto ideato dall’autrice e ricercatrice novarese Chiara Pasetti che si avvale della partecipazione dei suoi studenti liceali, in queste settimane di emergenza sanitaria, nell’ambito della didattica a distanza.
Il lavoro, iniziato lo scorso 9 marzo, consiste nella realizzazione di un video settimanale (pubblicato sempre nella giornata di lunedì) con un riferimento a un tema specifico del calendario. Gli ultimi, in ordine cronologico, hanno riguardato la festa della Liberazione, quella del 1° Maggio e poi quella dedicata alla mamma attraverso un particolare rapporto tra la vita e l’amore incentrato sulla figura di Penelope. Per la regia Pasetti, referente da tempo dell’associazione culturale “Le rêve et la vie”, si avvale della collaborazione del giornalista savonese Mario Molinari e di volta in volta anche di attori come Lisa Galantini e Massimo Rigo, mentre all’intero progetto ha dato la sua adesione il cantante Achille Lauro, che ha concesso l’utilizzazione dei suoi brani.
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COME PENELOPE from mario molinari on Vimeo.
Tanta Novara nei video, ma anche la Riviera ligure di Ponente, da Varigotti a Finale Ligure, dove la novarese è quasi di casa, sostenendo da tempo diverse iniziative culturali. E poi ancora la Francia, altra sua autentica passione maturata attraverso studi e ricerche su Camille Claudel e Gustave Flaubert.
«E’ stata un’idea – racconta Pasetti – nata soprattutto con la volontà di voler offrire un contributo in questo difficile periodo. Per questo ho voluto realizzare questo progetto coinvolgendo soprattutto gli studenti e i giovani». Studenti che al momento non sanno ancora quando e in che modo potranno tornare nelle loro aule, «ma anche praticare uno sport, incontrarsi con gli amici e trovare parenti che vivono magari in un’altra regione».
Un lavoro dedicato a coloro che in questi mesi hanno sofferto la pandemia in prima persona, «che magari hanno perso un parente o un amico – prosegue Pasetti – che hanno preso contatto con la morte, non solo metaforicamente come la “fatal quiete” foscoliana». Una, tante storie da vivere, studiare e tramandare, anche con particolare taglio onirico. Ma soprattutto perché un domani, di questo particolare momento, rimanga qualcosa di positivo da poter raccontare.