A Baveno le vie ferrate più panoramiche del Lago Maggiore

A Baveno le vie ferrate più panoramiche del Lago Maggiore. Presentate ieri in Comune la variante alla via ferrata dei Picasass e la nuova via ferrata la Miccia realizzate grazie ai finanziamenti ottenuti dal bando di GAL Laghi e Monti del Verbano Cusio Ossola.

Entrambe le vie sono dedicate agli scalpellini bavenesi e al duro lavoro che svolgevano ogni giorno a cominciare dal percorso che conduceva alla cava. “Picasass” è infatti il termine dialettale che identifica coloro che estraevano e lavorano il prezioso granito rosa utilizzato nei cantieri di tutto il mondo.

Nel 2016 l’apertura della prima via, realizzata a cura del Club Alpino Italiano sezione di Baveno e del Comune, ubicata a lato del versante del Monte Camoscio, dove sono tuttora insediate le storiche attività estrattive. Grande il successo riscosso tra gli appassionati: i diari posti all’attacco della ferrata hanno registrato più di mille passaggi annuali di escursionisti sia italiani che stranieri provenienti da tutta Europa. Il percorso, unico nell’ambito territoriale di riferimento, offre scorci panoramici mozzafiato sul Lago Maggiore, in particolare sul Golfo Borromeo, sulle montagne circostanti e, grazie alla favorevole esposizione, è fruibile durante tutto l’anno.

 

Nel 2017 il Comune di Baveno è stato destinatario di un finanziamento da parte del MIBACT che ha permesso la realizzazione di una significativa estensione all’aperto del Museo del Granito Granum. La radura, situata in zona pianeggiante, a quota +450,00 m. s.l.m., poco dopo l’inizio del sentiero VM3, è raggiungibile con una facile escursione adatta a tutti. Si tratta di un’installazione paesaggistica con blocchi di pietra in diversi stadi di lavorazione e grandi pannelli fotografici con immagini d’epoca degli scalpellini al lavoro. La prosecuzione del percorso conduce poi, da un lato alle vie ferrate, dall’altro alla cima del Monte Camoscio e successivamente al Mottarone.

«Il sentiero dei Picasass (VM3) si sviluppa sulla RPE (Rete del Patrimonio Escursionistico del Piemonte) lungo il percorso che collega il Lago d’Orta con il Lago Maggiore fino a raggiungere il Santuario di Re – ha afferma il sindaco Maria Rosa Gnocchi -. Gli interventi compiuti in questi anni permettono la valorizzazione delle escursioni sul versante montano di Baveno. Un ulteriore e importante presupposto per incentivare lo sviluppo di forme differenziate e diffuse di offerta turistica incentrata sull’outdoor e sull’attività sportiva con un importante rimando alla nostra storia locale».

Nell’anno in cui ricorre il 75° anniversario di fondazione della locale sezione del CAI, il presidente Roberto Garboli ha dichiarato: «Per prima cosa è stata realizzata la via di fuga che, dalla cosiddetta “grotta” della via ferrata dei Picasass, permette agli sportivi di tornare sul sentiero principale senza doversi calare in corda doppia sul primo tratto. Il secondo intervento ha permesso l’esecuzione della nuova via ferrata La Miccia che ha inizio alcune decine di metri a valle di quella esistente, a quota +630 m s.l.m. circa. Lo sviluppo di 250 m. avviene lungo un pendio roccioso fino a raggiungere la quota di +760 m s.l.m., pressappoco in corrispondenza della località detta “Belvedere”, coprendo un dislivello complessivo di 167 m. circa. La via ferrata è, per caratteristiche intrinseche, idonea alla fruizione da parte di utenti esperti di alpinismo (livello di difficoltà EEA-MD). Entrambe le vie ferrate si ricongiungono all’uscita con il sentiero VM3 variante, che permette con breve tragitto di collegarsi al percorso principale e rientrare sull’abitato di Baveno, chiudendo così l’anello sportivo. Questi interventi aumentano da un lato gli standard di sicurezza, grazie alla via di fuga, e dall’altro la proposta escursionistica e sportiva con un tratto più atletico e complesso. Ricordiamo che per la salita è sempre obbligatorio l’utilizzo del proprio kit da ferrata».

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A Baveno le vie ferrate più panoramiche del Lago Maggiore

A Baveno le vie ferrate più panoramiche del Lago Maggiore. Presentate ieri in Comune la variante alla via ferrata dei Picasass e la nuova via ferrata la Miccia realizzate grazie ai finanziamenti ottenuti dal bando di GAL Laghi e Monti del Verbano Cusio Ossola. Entrambe le vie sono dedicate agli scalpellini bavenesi e al duro lavoro che svolgevano ogni giorno a cominciare dal percorso che conduceva alla cava. “Picasass” è infatti il termine dialettale che identifica coloro che estraevano e lavorano il prezioso granito rosa utilizzato nei cantieri di tutto il mondo. Nel 2016 l’apertura della prima via, realizzata a cura del Club Alpino Italiano sezione di Baveno e del Comune, ubicata a lato del versante del Monte Camoscio, dove sono tuttora insediate le storiche attività estrattive. Grande il successo riscosso tra gli appassionati: i diari posti all’attacco della ferrata hanno registrato più di mille passaggi annuali di escursionisti sia italiani che stranieri provenienti da tutta Europa. Il percorso, unico nell’ambito territoriale di riferimento, offre scorci panoramici mozzafiato sul Lago Maggiore, in particolare sul Golfo Borromeo, sulle montagne circostanti e, grazie alla favorevole esposizione, è fruibile durante tutto l’anno.   Nel 2017 il Comune di Baveno è stato destinatario di un finanziamento da parte del MIBACT che ha permesso la realizzazione di una significativa estensione all’aperto del Museo del Granito Granum. La radura, situata in zona pianeggiante, a quota +450,00 m. s.l.m., poco dopo l’inizio del sentiero VM3, è raggiungibile con una facile escursione adatta a tutti. Si tratta di un’installazione paesaggistica con blocchi di pietra in diversi stadi di lavorazione e grandi pannelli fotografici con immagini d’epoca degli scalpellini al lavoro. La prosecuzione del percorso conduce poi, da un lato alle vie ferrate, dall’altro alla cima del Monte Camoscio e successivamente al Mottarone. «Il sentiero dei Picasass (VM3) si sviluppa sulla RPE (Rete del Patrimonio Escursionistico del Piemonte) lungo il percorso che collega il Lago d’Orta con il Lago Maggiore fino a raggiungere il Santuario di Re - ha afferma il sindaco Maria Rosa Gnocchi -. Gli interventi compiuti in questi anni permettono la valorizzazione delle escursioni sul versante montano di Baveno. Un ulteriore e importante presupposto per incentivare lo sviluppo di forme differenziate e diffuse di offerta turistica incentrata sull’outdoor e sull’attività sportiva con un importante rimando alla nostra storia locale». Nell’anno in cui ricorre il 75° anniversario di fondazione della locale sezione del CAI, il presidente Roberto Garboli ha dichiarato: «Per prima cosa è stata realizzata la via di fuga che, dalla cosiddetta “grotta” della via ferrata dei Picasass, permette agli sportivi di tornare sul sentiero principale senza doversi calare in corda doppia sul primo tratto. Il secondo intervento ha permesso l’esecuzione della nuova via ferrata La Miccia che ha inizio alcune decine di metri a valle di quella esistente, a quota +630 m s.l.m. circa. Lo sviluppo di 250 m. avviene lungo un pendio roccioso fino a raggiungere la quota di +760 m s.l.m., pressappoco in corrispondenza della località detta “Belvedere”, coprendo un dislivello complessivo di 167 m. circa. La via ferrata è, per caratteristiche intrinseche, idonea alla fruizione da parte di utenti esperti di alpinismo (livello di difficoltà EEA-MD). Entrambe le vie ferrate si ricongiungono all’uscita con il sentiero VM3 variante, che permette con breve tragitto di collegarsi al percorso principale e rientrare sull’abitato di Baveno, chiudendo così l’anello sportivo. Questi interventi aumentano da un lato gli standard di sicurezza, grazie alla via di fuga, e dall’altro la proposta escursionistica e sportiva con un tratto più atletico e complesso. Ricordiamo che per la salita è sempre obbligatorio l’utilizzo del proprio kit da ferrata».

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