Meno bus, autobus e treni per pendolari nel prossimo futuro in Piemonte? Sembra essere questo lo scenario che sta preparando la Regione almeno stando alle dichiarazioni dell’assessore ai Trasporti, Marco Gabusi, che annuncia la volontà di «organizzare un sistema di trasporto pubblico locale realmente rispondente alle nuove necessità dell’utenza».
Quali? Lo stesso assessore anticipa «che non tutti gli abbonamenti saranno rinnovati e che la domanda di trasporto pubblico diminuirà in funzione delle quote di smart working che saranno mantenute. Ci saranno meno passeggeri e in orari diversi. Chiaramente questo imporrà un cambiamento di orari e di mezzi: non potremo lasciare un autobus o un treno in orari a bassa frequentazione».
E il motivo è subito spiegato: «Le risorse economiche ci sono, ma sono limitate» e, per questo, «abbiamo chiesto a Roma l’anticipo dell’80% dei 500 milioni di euro del fondo nazionale per i trasporti» in modo da «pensare ad una ristrutturazione profonda, ma dovremo essere veloci e precisi per non sprecare nemmeno un euro».
Del resto il comunicato che annuncia il percorso verso la “nuova normalità” ha un titolo molto esplicito: «Il trasporto pubblico non tornerà come prima». E i cittadini utenti devono prepararsi.
L’assessorato intanto ha avviato un percorso per capire quali saranno le nuove necessità. Già durante l’emergenza è stato istituito un Gruppo tecnico di lavoro composto da Regione Piemonte, Agenzia della mobilità piemontese, Sindacati, Associazioni di categoria e le quasi cento aziende che erogano i servizi di trasporto pubblico locale, tra cui Trenitalia e GTT.
Ora Regione, Agenzia e la Fondazione Links della Compagnia di San Paolo hanno elaborato un questionario in distribuzione alle aziende per capire quali siano gli scenari organizzativi per i lavoratori in futuro. Le risposte dovranno arrivare in luglio e, sulla base di queste, «l’Agenzia della mobilità potrà ridisegnare l’offerta di treni e autobus. Lo stesso viene fatta con le scuole, con le quali martedì abbiamo già avviato il lavoro», afferma ancora Gabusi.
Dall’Agenzia della mobilità piemontese la presidente Licia Nigrogno spiega di puntare nel «dialogo con i protagonisti del cambiamento» per realizzare «un’offerta “adattiva”», cioè in grado di andare «di pari passo con le variazioni delle abitudini lavorative e sociali che si verificheranno».
L’emergenza Covid e la ripartenza vogliono essere colte dalla Regione come un’opportunità per progettare un «nuovo sistema di integrazione modale», ovvero «favorire l’utilizzo dei servizi di trasporto pubblici e privati, rendendoli accessibili e integrati attraverso un’unica piattaforma digitale e un unico sistema di pagamento ‘PayForUse’», che vedrà il Piemonte prima regione in Italia su questo tema.
Intanto Gabusi rivendica la volontà di «ampliare la capacità di carico dei mezzi insistendo sull’eliminazione del distanziamento a bordo e mantenendo solo l’obbligo di mascherine».