«Nostro padre cremato a Novara, grazie al Comune e a tutti i novaresi»

«Caro Signor Sindaco, siamo una famiglia di Albino una cittadina in provincia di Bergamo, le scrivo questa mail perchè ci tenevamo a ringraziare lei e tutti i suoi concittadini, per il dono fatto a noi Bergamaschi».

Inizia così la lettera che è stata recapitata oggi al primo cittadino di Novara, Alessandro Canelli, da una famiglia bergamasca che ha voluto ringraziare il Comune e i novaresi per aver donato l’urna contenente le ceneri del padre morto per coronavirus e cremato nel cimitero cittadino.

«Il 22 marzo scorso – prosegue la lettera – abbiamo perso nostro padre, si era malato di coronavirus, come lui in quel periodo ci hanno lasciato tantissime persone. Ricordo ancora come fosse ieri, il giorno in cui il titolare delle pompe funebri è corso a casa nostra per avvisarci che la salma di papà era stata portata via dai convogli militari per la cremazione, non sapeva più dove fosse, ci sopraggiunse una sensazione di vuoto, ci siamo sentiti disarmati… ancora… L’avevano portato via un’altra volta, tempo prima l’ambulanza, era sceso dalle scale con le sue gambe, sostenuto dai volontari della croce rossa…ora i militari avevano portato via la salma… Un incubo, un calvario infinito, era tutto surreale. Abbiamo chiamato per avere notizie su dove fosse, ma nessuno sapeva al momento darci una risposta, su dove fosse stato trasportato. Erano tanti i morti portati fuori provincia/regione con l’aiuto dei militari».

Poi a metà aprile una buona notizia, seppur minima: «Ricevemmo una telefonata che ci informava del rientro della salma cremata, la signorina ci aveva detto: abbiamo qui l’urna con le ceneri di vostro padre, è stato cremato a Novara, ascolti signora lo so che queste mie parole non possono alleviare il dolore, ma ho visto l’urna ed è bellissima, vi è stata donata dal comune di Novara e dai suoi cittadini, è in legno, ha la chiusura in ceralacca la targhetta con il nome, hanno fatto questo regalo a tutti coloro che sono stati portati da loro per la cremazione. La gioia e la commozione hanno attraversato i nostri cuori, abbiamo sentito il calore, il conforto di cui avevamo bisogno, avevamo nostro padre, e non solo, avevamo la certezza che qualcuno s’era preso estrema cura di lui, sapevamo che era solo una goccia, ma le garantisco che quella goccia aveva la potenza di riempire il mare».

 

 

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«Caro Signor Sindaco, siamo una famiglia di Albino una cittadina in provincia di Bergamo, le scrivo questa mail perchè ci tenevamo a ringraziare lei e tutti i suoi concittadini, per il dono fatto a noi Bergamaschi». Inizia così la lettera che è stata recapitata oggi al primo cittadino di Novara, Alessandro Canelli, da una famiglia bergamasca che ha voluto ringraziare il Comune e i novaresi per aver donato l'urna contenente le ceneri del padre morto per coronavirus e cremato nel cimitero cittadino. «Il 22 marzo scorso - prosegue la lettera - abbiamo perso nostro padre, si era malato di coronavirus, come lui in quel periodo ci hanno lasciato tantissime persone. Ricordo ancora come fosse ieri, il giorno in cui il titolare delle pompe funebri è corso a casa nostra per avvisarci che la salma di papà era stata portata via dai convogli militari per la cremazione, non sapeva più dove fosse, ci sopraggiunse una sensazione di vuoto, ci siamo sentiti disarmati... ancora... L'avevano portato via un'altra volta, tempo prima l'ambulanza, era sceso dalle scale con le sue gambe, sostenuto dai volontari della croce rossa...ora i militari avevano portato via la salma... Un incubo, un calvario infinito, era tutto surreale. Abbiamo chiamato per avere notizie su dove fosse, ma nessuno sapeva al momento darci una risposta, su dove fosse stato trasportato. Erano tanti i morti portati fuori provincia/regione con l'aiuto dei militari». Poi a metà aprile una buona notizia, seppur minima: «Ricevemmo una telefonata che ci informava del rientro della salma cremata, la signorina ci aveva detto: abbiamo qui l'urna con le ceneri di vostro padre, è stato cremato a Novara, ascolti signora lo so che queste mie parole non possono alleviare il dolore, ma ho visto l'urna ed è bellissima, vi è stata donata dal comune di Novara e dai suoi cittadini, è in legno, ha la chiusura in ceralacca la targhetta con il nome, hanno fatto questo regalo a tutti coloro che sono stati portati da loro per la cremazione. La gioia e la commozione hanno attraversato i nostri cuori, abbiamo sentito il calore, il conforto di cui avevamo bisogno, avevamo nostro padre, e non solo, avevamo la certezza che qualcuno s'era preso estrema cura di lui, sapevamo che era solo una goccia, ma le garantisco che quella goccia aveva la potenza di riempire il mare».    

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