Una vera e propria ondata di effrazioni, e quindi di ingressi forzati, in bivacchi e rifugi del parco nazionale Val Grande che erano stati chiusi a causa dell’emergenza sanitaria per l’impossibilità di mantenere gli standard di sicurezza relativi al distanziamento e di effettuare controlli di tipo sanitario sulle strutture. In molti casi sono state nuovamente forzate le serrature delle strutture che erano già state prese di mira nei mesi scorsi.
«Nella maggior parte dei casi i danni non sono stati dovuti a condizioni di necessità – fanno sapere dal Reparto Carabinieri Parco Nazionale Val Grande – In un unico caso è stato ritrovato su un registro un messaggio di scuse, ma non è stato lasciato il nome o menzione al possibile risarcimento del danno cagionato».
«Le effrazioni – aggiungono – si configurano per violenza, modalità e danneggiamento dei dispositivi di chiusura, come atti vandalici. Alcuni bivacchi, già oggetto di danneggiamento recente, le cui serrature erano state immediatamente ripristinate, sono stati nuovamente forzati».
Il primo caso a maggio quando qualcuno aveva forzato il meccanismo di chiusura dell’ingresso del bivacco alla Colma di Premosello.
«Un fatto grave – aveva commentato il presidente del parco – anche inaspettato che mi rattrista molto. Si pensa sempre che i frequentatori della montagna siano persone rispettose dei luoghi e delle regole, ma devo constatare che non è cosi. In questo caso vince l’inciviltà… Uomini a piedi dovranno tornare sul posto per rimettere la chiusura. In ogni caso si tratta di un reato e procederemo nelle sedi opportune».