I contorni di quella che era iniziata come una discussione all’interno di un locale non sono stati ben chiariti, forse un apprezzamento o uno sguardo di troppo, forse semplicemente vecchie ruggini, sta di fatto che in breve tra quei due gruppi di giovani, gli uni originari della Repubblica Dominicana, gli altri di origine marocchina, la discussione si era fatta più accesa tanto che erano stati allontanati dal locale. Ma una volta all’esterno gli animi non si erano affatto placati fino al momento in cui, al culmine della discussione, nelle mani di uno dei dominicani era comparso un coltello.
Quattro i dominicani, da una parte, tra cui una donna; tre i marocchini dall’altra che nella colluttazione avevano avuto la peggio riportando lesioni giudicate guaribili tra i 10 e i 6 giorni.
A processo davanti al giudice monocratico, chiamati a rispondere dell’accusa di lesioni aggravate sono finiti in due, un uomo all’epoca dei fatti poco più che ventenne e una donna, entrambi di nazionalità dominicana, difesi rispettivamente dagli avvocati Abisso e Barbero; parte civile, con l’avvocato Li Causi, un 37enne di nazionalità marocchina che aveva riportato le lesioni più gravi.
Il giudice ha condannato l’uomo a 1 anno e dieci giorni per lesioni (prescritto il reato di porto di coltello) ed ha assolto la donna. Il difensore dell’uomo aveva chiesto l’assoluzione perché non era stata raggiunta la prova certa su chi effettivamente impugnasse il coltello. Scontato l’appello.