Tre arresti e due fermi di polizia giudiziaria: si è chiusa così l’indagine, avviata nell’agosto dell’anno scorso, che ha portato gli agenti della sezione antidroga della squadra Mobile di Vercelli, a stroncare un fiorente giro di spaccio di droga che avveniva nel folto dei boschi di Arborio e Ghislarengo e lungo la riva destra del Sesia. Una modalità, quella dei “market della droga a cielo aperto”, che permette di agire lontano da occhi indiscreti e protetti dalla boscaglia, oltre che offrire, nel caso di controlli, agevoli vie di fuga, non nuova e già ampiamente sperimentata anche nelle zone boschive del Novarese.
E da Novara, oltre che da Vercelli, Biella e persino Verbania, arrivavano molti clienti del gruppetto. L’attività di indagine era iniziata a seguito di un’informazione e proprio durante un servizio di osservazione gli agenti si erano imbattuti in due presunti pusher che stavano cedendo dosi ad alcuni acquirenti; i due, in quell’occasione, si erano dati alla fuga abbandonando a terra droga, attrezzatura e soldi.
Ma i numerosi acquirenti ascoltati in quell’occasione avevano fornito elementi utili alle indagini. E’ stato così che gli agenti, sono arrivati, qualche tempo dopo, prima all’arresto in flagranza di un 27enne marocchino che si stava recando nella zona di Arborio a bordo di un’auto all’interno della quale sono stati trovati 500 grammi di eroina; poi, a novembre, al fermo di altri due, un 17enne e un 19enne e infine all’arresto in flagranza di altri due, sempre di origine magrebina, che svolgevano l’attività nei pressi del ponte sul Sesia.
In quest’ultimo caso i due pusher, pensando che gli agenti in borghese fossero nuovi acquirenti, non solo non sono fuggiti ma sono andati loro incontro. Quando gli agenti si sono qualificati hanno tentato la fuga ma sono stati raggiunti, bloccati e arrestati in flagranza.
Nel corso dell’operazione, chiamata “Aquila nera”, la squadra mobile ha sequestrato complessivamente circa 600 grammi di eroina, 300 di hashish e 100 di cocaina; droga che, una volta commercializzata, avrebbe fruttato almeno 50mila euro.