«Siamo stati insieme i fondatori di Aisla e poi Ursla. Mauro era una bella persona»

«Quello di Mauro è stato un impegno ininterrotto dagli anni ’80 fino all’altro giorno, è stato sempre parte attiva, per anni con un bollettino di notiziario informava le persone in merito agli sviluppi della malattia, alla ricerca, alle scoperte. Una persona speciale». E’ così che la dottoressa Letizia Mazzini, responsabile del Centro Esperto “Sclerosi Laterale Amiotrofica” presso la Clinica Neurologica dell’ospedale di Novara, ricorda l’amico Mauro Codini, l’ingegnere professore novarese morto improvvisamente nella notte di giovedì 13 agosto.

 

 

Mauro Codini è stato socio fondatore di Aisla, l’associazione italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, e successivamente di Ursla entrambe nate a Novara.  il novarese ha scoperto questa realtà della malattia quando la sua prima moglie, Maria, si è ammalata a 28 anni. «Erano gli anni ’80, la malattia era sconosciuta, – dice la dottoressa Letizia Mazzini – molte persone morivano senza neanche avere la diagnosi, Mauro è stato sempre attivo nel cercare di gestire la malattia di Maria, nonostante il suo costante progredire, siamo sempre stati l’uno accanto all’altro per fare qualcosa di concreto». «Mauro ha sempre cercato di fare il possibile, per Maria, ma in generale per chi soffriva di questa malattia. Vorrei sottolineare un episodio molto significativo. Quando ormai la malattia era progredita e Maria non riusciva a deglutire, io ero appena rientrata dagli Stati Uniti e avevo saputo dell’esistenza della Peg, che oggi è una pratica comune allora no: Maria è stata la prima paziente italiana cui la Peg fu inserita. Mauro è stato al mio fianco in questa battaglia».

Dopo la morte della moglie l’impegno di Mauro Codini non è venuto meno, anzi, la presenza si è fatta sempre sentire in modo concreto attraverso il suo impegno costante in Aisla e successivamente in Ursla. Mauro non ha mai smesso di occuparsi di informare i pazienti soprattutto negli anni in cui non c’era internet attraverso dei bollettini di aggiornamento, che richiedevano diverse energie.

Mauro Codini è stato fino all’altro giorno sempre operativo, si impegnava anche per la raccolta fondi, per il sostegno dell’associazione e della Ricerca. «Mauro era una di quelle persone che lavorano in silenzio, – prosegue la dottoressa – e non vogliono apparire, ma sono il punto fondamentale e di forza. Una persona buona e generosa che non dimenticherò».

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«Quello di Mauro è stato un impegno ininterrotto dagli anni ’80 fino all’altro giorno, è stato sempre parte attiva, per anni con un bollettino di notiziario informava le persone in merito agli sviluppi della malattia, alla ricerca, alle scoperte. Una persona speciale». E’ così che la dottoressa Letizia Mazzini, responsabile del Centro Esperto “Sclerosi Laterale Amiotrofica” presso la Clinica Neurologica dell'ospedale di Novara, ricorda l’amico Mauro Codini, l’ingegnere professore novarese morto improvvisamente nella notte di giovedì 13 agosto.     Mauro Codini è stato socio fondatore di Aisla, l’associazione italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, e successivamente di Ursla entrambe nate a Novara.  il novarese ha scoperto questa realtà della malattia quando la sua prima moglie, Maria, si è ammalata a 28 anni. «Erano gli anni ’80, la malattia era sconosciuta, - dice la dottoressa Letizia Mazzini – molte persone morivano senza neanche avere la diagnosi, Mauro è stato sempre attivo nel cercare di gestire la malattia di Maria, nonostante il suo costante progredire, siamo sempre stati l'uno accanto all'altro per fare qualcosa di concreto». «Mauro ha sempre cercato di fare il possibile, per Maria, ma in generale per chi soffriva di questa malattia. Vorrei sottolineare un episodio molto significativo. Quando ormai la malattia era progredita e Maria non riusciva a deglutire, io ero appena rientrata dagli Stati Uniti e avevo saputo dell’esistenza della Peg, che oggi è una pratica comune allora no: Maria è stata la prima paziente italiana cui la Peg fu inserita. Mauro è stato al mio fianco in questa battaglia». Dopo la morte della moglie l’impegno di Mauro Codini non è venuto meno, anzi, la presenza si è fatta sempre sentire in modo concreto attraverso il suo impegno costante in Aisla e successivamente in Ursla. Mauro non ha mai smesso di occuparsi di informare i pazienti soprattutto negli anni in cui non c’era internet attraverso dei bollettini di aggiornamento, che richiedevano diverse energie. Mauro Codini è stato fino all’altro giorno sempre operativo, si impegnava anche per la raccolta fondi, per il sostegno dell’associazione e della Ricerca. «Mauro era una di quelle persone che lavorano in silenzio, - prosegue la dottoressa - e non vogliono apparire, ma sono il punto fondamentale e di forza. Una persona buona e generosa che non dimenticherò».

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