L’avevo adocchiata la sera prima. Non era sola, era in compagnia di altre. Il giorno dopo, facendomi strada tra calli e callette, campi e campielli, sono riuscito a ritrovarla. Mi sono reso conto che vivere senza di lei sarebbe stato triste. Mi sono fatto coraggio e sono entrato nel laboratorio dove suo padre, Angelo Dalla Venezia, aveva appena incominciato a lavorare, come fa tutte le mattine dal 1959. Ho chiesto di lei e lui me ne ha parlato volentieri. Mi ha detto che la sua qualità migliore è sicuramente la tenerezza. Esteriormente sono sicuramente le sue curve a caratterizzarla. Ne ero già innamorato dalla sera prima, ma essendo in compagnia di mia moglie, ho dovuto tenere a freno i miei entusiasmi.
Vedendola nella luce accesa del mattino non ho saputo resistere, tanto era bella, delicata ed interessante. Il suo collo lungo la fa assomigliare ad un Modigliani, ma al posto di un modiglianesco viso ovale, ecco una cerchio perfetto. Sembrava mi sorridesse già, ancora prima di portarla via con me. Angelo Dalla Venezia mi ha confessato che ogni volta che una delle sue creature lascia Venezia, è una parte di lui se ne va, ma allo stesso tempo aveva già capito dal mio sguardo della sera prima che era stato amore a prima vista. Eccola qui, nel posto che merita, la mia piccola, ma perfetta creatura…