Il Novara ha la sua nuova punta. Non sarà Cianci (omonimo del presidente azzurro) ma una vera e propria garanzia “del gol”, ovvero Gianmarco Zigoni. Classe 1991, l’attaccante veneto ha una statistica che si avvicina al gol ogni 2 partite, insomma dovrebbe portare in dote un bottino di una ventina di gol, vero e proprio “ossigeno” per la fase offensiva azzurra. Il trasferimento a titolo temporaneo (in prestito) ha sbloccato la situazione, permettendo al d.s. Urbano di operare in entrata prima di liberare un posto in rosa. Cosa che avverrà, gioco forza, nei prossimi giorni. Ovvio che a questo punto l’indiziato numero uno a lasciare Novara sia Bortolussi, un po’ perché Zigoni ne rappresenta l’alter ego, un po’ perché è tra tutti gli “avanti” azzurri quello con più mercato. Lo vuole al Cesena l’ex d.s. novarese Moreno Zebi, di cui è un vero e proprio pupillo.
Tornando all’arrivo di Zigoni, l’attaccante veneto completa al meglio un roster che al momento risulta essere molto competitivo per la categoria. Serve qualche operazione minore di rifinitura ma le basi – a questo punto – sono decisamente buone, per vivere un campionato da protagonista. La differenza la faranno le eventuali uscite e la possibilità di qualche innesto last-minute tra i quali non dovrebbe più figurare l’opzione Pazzini: alternativa a Zigoni e dai costi elevati, l’attaccante ex Verona con ogni probabilità aspetterà una chiamata in serie cadetta. Chiaro che se a uscire dovesse essere un giocatore poco incisivo come Piscitella, con un ritorno sugli esterni di Gonzalez, e non Bortolussi (con Gonzalez che entrerebbe nel novero delle punte centrali) il Novara avrebbe ancor più peso anche perché un tridente con lo stesso Gonzalez, Zigoni e Panico e con Bortolussi prima alternativa rappresenterebbe un lusso per la categoria.
Ciò detto e dato merito al club per aver portato in azzurro un giocatore importante, quello che al momento “stride” un po’ con le ambizioni del club sono il tipo di operazioni portate a termine: tra parametri zero e prestiti, di fatto non ci sono quei grandi investimenti più volte sbandierati. Ma nel calcio, si sa, non vince chi spende di più ma chi spende meglio e questo rimanda al campo ogni giudizio sull’operato societario. A oggi il precampionato più anomalo della storia recente del Novara (niente squadre di categoria o sgambate coi dilettanti, quasi esclusivamente test durissimi con formazioni di serie A) ha detto che gli azzurri sono più avanti del previsto e che quanto di buono fatto vedere nei Playoff dello scorso campionato non è stato né casuale né fine a se stesso. Da mercoledì, però, si tornerà a giocare partite vere e si capirà, già nel primo mese, a cosa potrà ambire questa squadra. Sperando che il mercato, da qui alla chiusura, alimenti sogni e speranze e non paure e polemiche… e che la situazione sul futuro societario (cordata sì, cordata no, cordata boh… per citare Elio) si chiarisca in fretta.