Chiusura dei locali alle 23: il no di Regione e Confcommercio

La curva dei contagi per Covid continua a salire il governo ha accennato a una serie di provvedimenti che porterebbero con la memoria indietro di sei mesi. Il premieri Conte ha dichiarato per un lockdown è escluso. Sono invece possibili nuove limitazioni alla libertà personale come la chiusura anticipata dei locali alle 22 o alle 23. un specie di coprifuoco per evitare che la movida favorisca la trasmissione del virus.

Contro la possibile decisine (attesa entro domani, mercoledì 7 ottobre) si è schierato il presidente Fipe di Confcommercio Alto Piemonte, Massimo Sartoretti: “Servono controlli e sanzioni per chi non rispetta le regole. Imporre la chiusura dei locali alle 23 sarebbe un atto di puro autolesionismo per il Paese e un’inutile punizione per il settore. Se l’obiettivo è quello di contrastare le aggregazioni, l’unico effetto che si ottiene così facendo è far riversare le persone in strada senza più alcun controllo. Abbiamo lavorato per mesi a un protocollo in grado di garantire sicurezza e lavoro e ora si vorrebbero annullare questi sforzi a danno di un settore già duramente colpito dal lockdown e dal perdurare della crisi. Mi auguro che si tratti di una indiscrezione senza fondamento e che, al contrario, ci si prepari a incrementare i controlli su tutti coloro, imprese e cittadini, che non rispettano le regole. Questo sì che sarebbe un bel segnale di serietà e di rispetto per chi svolge correttamente il proprio lavoro mettendo al primo posto la sicurezza».

 

 

«In questa fase di allerta – conclude Sartoretti– dobbiamo avere il coraggio di riportare il consumo all’interno dei locali nel pieno rispetto delle misure di sicurezza a partire dal distanziamento di un metro, dall’uso di gel igienizzanti e delle mascherine quando ci si sposta, dalla rilevazione del nome di almeno un cliente per tavolo per assicurare la tracciabilità. Su questo punto dobbiamo anche andare oltre, consentendo ai clienti di scaricare l’app Immuni direttamente all’interno di bar e ristoranti. Gli abusi si contrastano individuando e sanzionando chi non rispetta le regole e non chiudendo tutte le attività».

Della stessa opinione anche l’assessora regionale al Commercio Vittoria Poggio: «Una decisione che potrebbe avere due effetti: non contenere la diffusione del virus che come tutti sanno non ha orari, e in compenso danneggiare seriamente un settore già duramente colpito. Negozianti ed esercizi commerciali sono già impegnati a far rispettare le misure di sicurezza e per questa ragione mi auguro che a Palazzo Chigi prendano tempo e riflettano per non trasformare quella che oggi è un’ipotesi in un provvedimento nefasto che si può evitare semplicemente rispettando le regole a cui siamo già sottoposti per evitare la diffusione del Covid-19».

Al Governo l’assessore chiede di attivare leve economiche per sostenere i titolari dei locali di intrattenimento al momento rimasti fuori dai programmi di sostegno statali. «Noi come Regione Piemonte abbiamo fatto la nostra parte consegnando ai titolari delle discoteche 2.500 euro a testa a fondo perduto. In Conferenza Stato Regioni eravamo rimasti d’accordo che successivamente sarebbe intervenuto anche il Governo, che però stiamo ancora aspettando. Se non si farà in fretta qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di avere contribuito a cancellare un’intera categoria produttiva».

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Chiusura dei locali alle 23: il no di Regione e Confcommercio

La curva dei contagi per Covid continua a salire il governo ha accennato a una serie di provvedimenti che porterebbero con la memoria indietro di sei mesi. Il premieri Conte ha dichiarato per un lockdown è escluso. Sono invece possibili nuove limitazioni alla libertà personale come la chiusura anticipata dei locali alle 22 o alle 23. un specie di coprifuoco per evitare che la movida favorisca la trasmissione del virus. Contro la possibile decisine (attesa entro domani, mercoledì 7 ottobre) si è schierato il presidente Fipe di Confcommercio Alto Piemonte, Massimo Sartoretti: “Servono controlli e sanzioni per chi non rispetta le regole. Imporre la chiusura dei locali alle 23 sarebbe un atto di puro autolesionismo per il Paese e un’inutile punizione per il settore. Se l’obiettivo è quello di contrastare le aggregazioni, l’unico effetto che si ottiene così facendo è far riversare le persone in strada senza più alcun controllo. Abbiamo lavorato per mesi a un protocollo in grado di garantire sicurezza e lavoro e ora si vorrebbero annullare questi sforzi a danno di un settore già duramente colpito dal lockdown e dal perdurare della crisi. Mi auguro che si tratti di una indiscrezione senza fondamento e che, al contrario, ci si prepari a incrementare i controlli su tutti coloro, imprese e cittadini, che non rispettano le regole. Questo sì che sarebbe un bel segnale di serietà e di rispetto per chi svolge correttamente il proprio lavoro mettendo al primo posto la sicurezza».     «In questa fase di allerta – conclude Sartoretti– dobbiamo avere il coraggio di riportare il consumo all’interno dei locali nel pieno rispetto delle misure di sicurezza a partire dal distanziamento di un metro, dall’uso di gel igienizzanti e delle mascherine quando ci si sposta, dalla rilevazione del nome di almeno un cliente per tavolo per assicurare la tracciabilità. Su questo punto dobbiamo anche andare oltre, consentendo ai clienti di scaricare l’app Immuni direttamente all’interno di bar e ristoranti. Gli abusi si contrastano individuando e sanzionando chi non rispetta le regole e non chiudendo tutte le attività». Della stessa opinione anche l'assessora regionale al Commercio Vittoria Poggio: «Una decisione che potrebbe avere due effetti: non contenere la diffusione del virus che come tutti sanno non ha orari, e in compenso danneggiare seriamente un settore già duramente colpito. Negozianti ed esercizi commerciali sono già impegnati a far rispettare le misure di sicurezza e per questa ragione mi auguro che a Palazzo Chigi prendano tempo e riflettano per non trasformare quella che oggi è un’ipotesi in un provvedimento nefasto che si può evitare semplicemente rispettando le regole a cui siamo già sottoposti per evitare la diffusione del Covid-19». Al Governo l'assessore chiede di attivare leve economiche per sostenere i titolari dei locali di intrattenimento al momento rimasti fuori dai programmi di sostegno statali. «Noi come Regione Piemonte abbiamo fatto la nostra parte consegnando ai titolari delle discoteche 2.500 euro a testa a fondo perduto. In Conferenza Stato Regioni eravamo rimasti d’accordo che successivamente sarebbe intervenuto anche il Governo, che però stiamo ancora aspettando. Se non si farà in fretta qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di avere contribuito a cancellare un’intera categoria produttiva».

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