«Scioperiamo per la nostra salute». Gli studenti del Nervi ascoltati in Provincia

«Scioperiamo per la nostra salute». Gli studenti del Nervi ascoltati in Provincia. Nella mattinata di ieri, lunedì 19 ottobre, gli studenti dell’istituto tecnico per geometri Nervi si sono ritrovati di fronte alla scuola per protestare contro una serie di situazioni che, a loro dire, vanno contro la loro salute oltre a non rispettare le normative anti Covid: sanificazione, banchi inutilizzati, entrate non scaglionate oltre alla didattica a distanza tuttora inesistente.

«Su 450 studenti, eravamo circa 50 a manifestare: una trentina delle prime e seconde è entrata a lezione, gli altri hanno aderito da casa. Abbiamo fatto in modo che ci fossero solo i rappresentanti di classe per evitare assembramenti – spiegano i rappresentanti di istituto Luca Marangon, Daniele Corina, Simone Borroni, Christian Notaro, Matilde Molon e Matteo Rattazzi -. In un mese ci sono state quattro classi e venti insegnanti in quarantena; solo al mattino scopriamo se ci sono situazioni di questo genere, c’è poca trasparenza nella comunicazione tra dirigenza e il resto della scuola. A seguito delle assenze forzate l’orario cambia continuamente: le ore buche vengono coperte da professori supplenti che magari sono venuti a contatto con studenti in isolamento e noi non lo sappiamo».

Oltre all’orario, gli alunni dicono che un problema è rappresentato dalle entrate: «Il nostro istituto è dotato di tre ingressi – proseguono – ma non capiamo perchè ci permettano di usarne uno solo per di più negli stessi orari: tutti entriamo alle 8 e tutti usciamo alle 14, da lunedì a venerdì. Forse perchè la didattica a distanza non esiste e il preside (Leonardo Brunetto, lo stesso dirigente dell’Ipsia Bellini, ndr) non ha una risposta? La nostra proposta è quella di avere studenti in presenza a settimane alterne: metà classi a scuola e metà a casa, se però la Dad fosse stata attivata. La scorsa settimana gli abbiamo parlato: lui è molto disponibile, parla sempre al futuro ma alla fine non fa mai nulla».

In tema di normative anti Covid, gli studenti lamentano la mancanza di spazi adeguati: «In alcune aule – continuano i rappresentanti – i banchi non rispettano le distanze e i ragazzi sono seduti uno vicino all’altro. Per non parlare della sanificazione che non viene fatta in modo corretto: abbiamo volutamente lasciato delle matite e delle briciole sui banchi e le abbiamo trovate il giorno dopo. Lo stesso succede nei laboratori di informatica dove vengono sanificati solo i banchi ma non i pc: il preside ha detto che è sufficiente igienizzare le mani».

Nei corridoi, poi, ci sono banchi nuovi imballati e ammassati: «Sono lì da due settimane, da quando sono stati consegnati – dicono gli studenti – le bidelle hanno detto che se non diamo una mano loro non possono sistemarli. Noi ci siamo dati disponibili, però è assurdo che finora non sia stata organizzata la distribuzione nelle aule».

A seguito dello sciopero, gli studenti sono stati ascoltati negli uffici della Provincia dal consigliere delegato Andrea Crivelli: «Un incontro molto lungo a cui faranno seguito altri colloqui – afferma -. Gli studenti hanno evidenziano questioni che attengono alla sfera gestionale di competenza della scuola. Se le segnalazioni saranno puntuali, li aiuterò a mettersi in contatto con chi deve occuparsene, dopo, comunque, aver parlato con il dirigente. Sto aspettando che mi diano riscontro di quello che hanno detto in modo da circostanziare con ulteriori approfondimenti i problemi che hanno raffrontato».

 

 

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Scioperiamo per la nostra salute». Gli studenti del Nervi ascoltati in Provincia. Nella mattinata di ieri, lunedì 19 ottobre, gli studenti dell'istituto tecnico per geometri Nervi si sono ritrovati di fronte alla scuola per protestare contro una serie di situazioni che, a loro dire, vanno contro la loro salute oltre a non rispettare le normative anti Covid: sanificazione, banchi inutilizzati, entrate non scaglionate oltre alla didattica a distanza tuttora inesistente. «Su 450 studenti, eravamo circa 50 a manifestare: una trentina delle prime e seconde è entrata a lezione, gli altri hanno aderito da casa. Abbiamo fatto in modo che ci fossero solo i rappresentanti di classe per evitare assembramenti - spiegano i rappresentanti di istituto Luca Marangon, Daniele Corina, Simone Borroni, Christian Notaro, Matilde Molon e Matteo Rattazzi -. In un mese ci sono state quattro classi e venti insegnanti in quarantena; solo al mattino scopriamo se ci sono situazioni di questo genere, c'è poca trasparenza nella comunicazione tra dirigenza e il resto della scuola. A seguito delle assenze forzate l'orario cambia continuamente: le ore buche vengono coperte da professori supplenti che magari sono venuti a contatto con studenti in isolamento e noi non lo sappiamo». Oltre all'orario, gli alunni dicono che un problema è rappresentato dalle entrate: «Il nostro istituto è dotato di tre ingressi - proseguono - ma non capiamo perchè ci permettano di usarne uno solo per di più negli stessi orari: tutti entriamo alle 8 e tutti usciamo alle 14, da lunedì a venerdì. Forse perchè la didattica a distanza non esiste e il preside (Leonardo Brunetto, lo stesso dirigente dell'Ipsia Bellini, ndr) non ha una risposta? La nostra proposta è quella di avere studenti in presenza a settimane alterne: metà classi a scuola e metà a casa, se però la Dad fosse stata attivata. La scorsa settimana gli abbiamo parlato: lui è molto disponibile, parla sempre al futuro ma alla fine non fa mai nulla». In tema di normative anti Covid, gli studenti lamentano la mancanza di spazi adeguati: «In alcune aule - continuano i rappresentanti - i banchi non rispettano le distanze e i ragazzi sono seduti uno vicino all'altro. Per non parlare della sanificazione che non viene fatta in modo corretto: abbiamo volutamente lasciato delle matite e delle briciole sui banchi e le abbiamo trovate il giorno dopo. Lo stesso succede nei laboratori di informatica dove vengono sanificati solo i banchi ma non i pc: il preside ha detto che è sufficiente igienizzare le mani». Nei corridoi, poi, ci sono banchi nuovi imballati e ammassati: «Sono lì da due settimane, da quando sono stati consegnati - dicono gli studenti - le bidelle hanno detto che se non diamo una mano loro non possono sistemarli. Noi ci siamo dati disponibili, però è assurdo che finora non sia stata organizzata la distribuzione nelle aule». A seguito dello sciopero, gli studenti sono stati ascoltati negli uffici della Provincia dal consigliere delegato Andrea Crivelli: «Un incontro molto lungo a cui faranno seguito altri colloqui - afferma -. Gli studenti hanno evidenziano questioni che attengono alla sfera gestionale di competenza della scuola. Se le segnalazioni saranno puntuali, li aiuterò a mettersi in contatto con chi deve occuparsene, dopo, comunque, aver parlato con il dirigente. Sto aspettando che mi diano riscontro di quello che hanno detto in modo da circostanziare con ulteriori approfondimenti i problemi che hanno raffrontato».    

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore