Provincia, corsa contro il tempo per regolamentare le attività estrattive

Provincia, corsa contro il tempo per regolamentare le attività estrattive. Il 10 dicembre scadono i termini per la presentazione delle osservazioni al Prae, il piano regionale delle attività estrattive che viene stilata nella sua forma definitiva con le osservazioni di tutti i soggetti, da quelli istituzionali ai privati cittadini. Ieri, martedì 1 dicembre, si è svolta la commissione Ambiente della Provincia a cui hanno partecipato anche i sindaci dei Comuni interessati e ne è emersa la necessità di inviare alla Regione un documento che tuteli il territorio novarese.

La legge regionale 23/2016 è la norma che regolamenta le attività estrattive sul territorio peimontese e stabilisce dove e quanto si possa scavare. All’inizio del mese di ottobre la giunta regionale ha predisposto un bozza di Prae per l’individuazione delle aree, senza però specificare i quantitativi. Non un dettaglio, ma un elemento fondamentale per evitare scompensi tra territori.

La provincia di Novara è l’unica in Piemonte a essere in possesso di un Paep (piano delle attività estrattive provinciale) in vigore dal 2012 e che risale alla giunta Vedovato, dunque da aggiornare, ma che contiene tutte le soglie necessarie a regolamentare questo tipo di attività.

 

 

«Il messaggio che vogliamo dare – ha spiegato il dirigente della Provincia Davide Rabuffetti durante la commissione – è quello di far sentire alla Regione l’esigenza di un coinvolgimento diretto di tutti i Comuni del novarese. Diversamente si rischia che, nel momento in cui anche un Comune che non ha mai avuto cave sul proprio territorio e non è interessato ad averne, possa essere obbligato dal Prae a metterle a disposizione».

La consigliera Milù Allegra ha posto l’attenzione sui quantitativi: «Bisogna tutelare il territorio perchè immaginare che i cavatori possano estrarre quanto vogliono è un errore macroscopico e anche svantaggioso per Novara considerato il fatto che il nostro Paep prevede i limiti».

Il consigliere Marco Uboldi ha invece sottolineato che «la Regione dà per scontato che si possa scavare in falda; Novara è ricca di fontanili anche a pochi metri dal terreno che alimentano l’agricoltura: non possiamo pensare che sia semore autorizzabile scavare indipendentemente dal territiroio in cui ci si trovi».

Rabuffetti ha infine ricordato che «al momento il Prae è una scatola vuota, dunque è importante partecipare alla costruzione sia dal punto di vista tecnico che politico. Tutti i Comuni possono intervenire in modo attivo: ritengo che gli aspetti più importanti siano la definizione dei quantitativi e le modalità di sfruttamento».

Su proposta del presidente Federico Binatti, e con la condivisione di tutte le parti politiche, si quindi è stabilito di preparare un documento che contenga le esigenze del territorio e che sarà sottoposto ai sindaci i quali potranno presentare eventuali modifiche; nel frattempo verrà convocata una commissione per sottoscrivere il documento defintivo da inviare in Regione. Tutto questo, però, entro il 10 dicembre.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Provincia, corsa contro il tempo per regolamentare le attività estrattive

Provincia, corsa contro il tempo per regolamentare le attività estrattive. Il 10 dicembre scadono i termini per la presentazione delle osservazioni al Prae, il piano regionale delle attività estrattive che viene stilata nella sua forma definitiva con le osservazioni di tutti i soggetti, da quelli istituzionali ai privati cittadini. Ieri, martedì 1 dicembre, si è svolta la commissione Ambiente della Provincia a cui hanno partecipato anche i sindaci dei Comuni interessati e ne è emersa la necessità di inviare alla Regione un documento che tuteli il territorio novarese. La legge regionale 23/2016 è la norma che regolamenta le attività estrattive sul territorio peimontese e stabilisce dove e quanto si possa scavare. All'inizio del mese di ottobre la giunta regionale ha predisposto un bozza di Prae per l'individuazione delle aree, senza però specificare i quantitativi. Non un dettaglio, ma un elemento fondamentale per evitare scompensi tra territori. La provincia di Novara è l'unica in Piemonte a essere in possesso di un Paep (piano delle attività estrattive provinciale) in vigore dal 2012 e che risale alla giunta Vedovato, dunque da aggiornare, ma che contiene tutte le soglie necessarie a regolamentare questo tipo di attività.     «Il messaggio che vogliamo dare - ha spiegato il dirigente della Provincia Davide Rabuffetti durante la commissione - è quello di far sentire alla Regione l’esigenza di un coinvolgimento diretto di tutti i Comuni del novarese. Diversamente si rischia che, nel momento in cui anche un Comune che non ha mai avuto cave sul proprio territorio e non è interessato ad averne, possa essere obbligato dal Prae a metterle a disposizione». La consigliera Milù Allegra ha posto l'attenzione sui quantitativi: «Bisogna tutelare il territorio perchè immaginare che i cavatori possano estrarre quanto vogliono è un errore macroscopico e anche svantaggioso per Novara considerato il fatto che il nostro Paep prevede i limiti». Il consigliere Marco Uboldi ha invece sottolineato che «la Regione dà per scontato che si possa scavare in falda; Novara è ricca di fontanili anche a pochi metri dal terreno che alimentano l’agricoltura: non possiamo pensare che sia semore autorizzabile scavare indipendentemente dal territiroio in cui ci si trovi». Rabuffetti ha infine ricordato che «al momento il Prae è una scatola vuota, dunque è importante partecipare alla costruzione sia dal punto di vista tecnico che politico. Tutti i Comuni possono intervenire in modo attivo: ritengo che gli aspetti più importanti siano la definizione dei quantitativi e le modalità di sfruttamento». Su proposta del presidente Federico Binatti, e con la condivisione di tutte le parti politiche, si quindi è stabilito di preparare un documento che contenga le esigenze del territorio e che sarà sottoposto ai sindaci i quali potranno presentare eventuali modifiche; nel frattempo verrà convocata una commissione per sottoscrivere il documento defintivo da inviare in Regione. Tutto questo, però, entro il 10 dicembre.

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