A quasi due mesi dall’esplosione della seconda pandemia di Covid, il piano regionale sanitario da fallito. Un punto fermo di cui è convinta anche segreteria Fp Cgil Novara e Vco che per tutta la giornata di domani, mercoledì 9 dicembre, ha indetto uno sciopero degli operatori sanitari «rivendicando pari dignità ed equità salariale per tutte le varie figure professionali sanitarie che si sono battute nell’affrontare il virus – dicono dalla segreteria provinciale».
Oltre alla Cgil, allo sciopero parteciperanno anche Csil e Uil, con un presidio unitario in piazza Matteotti dalle 10 alle 12.30 e un volantinaggio davanti all’Ospedale Maggiore dalle 8 alle 10. Ci saranno poi flashmob social con foto e video di personale che, precettato, continuerà a garantire i servizi ma condivide e protesta per il non riconoscimento di quanto richiesto dalle OO.SS. al governo su assunzioni, lotta al precariato, sicurezza e rinnovo Ccnl.
«È chiaramente evidente che non è stato previsto dalla Regione un piano organico e che manca completamente la connessione con il territorio. Le strutture del Sisp non solo hanno perso la capacità di fare tracciamento, ma hanno anche difficoltà a segnalare ai pazienti positivi l’isolamento ma soprattutto la sua fine, così ci si può trovare ad essere guariti e a non poter
rientrare nel tessuto produttivo – affermano dalla segreteria provinciale -. Le USCA durante l’estate non sono state potenziate e i medici di base, pochi e spesso anziani, faticano a fare da
collegamento fra il domicilio e l’ospedale. La Regione è miope e non considera le varie realtà territoriali, ed è altrettanto evidente sia la propria mancata programmazione e organizzazione dei territori come la situazione catastrofica della sanità piemontese tutta al pari di quella di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Si aggiunge a questa catastrofica situazione anche l’insufficienza delle risorse che il Governo ha messo sul rinnovo dei contratti nazionali pubblici».