In un anno molto complesso come quello appena vissuto e subito, 365 giorni che sono spariti nel nulla in un battibaleno, ingurgitati da un virus terribile che ancora miete vittime e paura forse si inizia a dare per scontato il lavoro fatto da persone che hanno deciso di fare della tutela della salute altrui il proprio scopo di vita.
In questi giorni forse viene accentrata più l’attenzione sull’attuazione della Brexit che sulla campagna vaccinale; proprio su questa invece mi piace accentrare l’attenzione perchè credo che ai più sfugga tutto quello che accade nelle strutture sanitarie. Per quanto di mia appartenenza geografica mi soffermo su quello che so stiano passando all’Ospedale Maggiore di Novara, ovvero O.S.S., personale infermieristico e personale Medico, tutti sottoposti a turni esasperanti, pronti a sopperire alle assenze di colleghi che sempre più spesso si trovano a combattere le difficoltà legate al Covid-19.
Mesi fa erano tutti eroi, ora sembra siano diventati semplici dipendenti della Sanità. È vero, ogni lavoro è “sacro” e comunque di egual valore ma non e’ corretto dare per scontato che chi lavora nel contesto sanitario DEBBA sempre e comunque pensare solo agli altri senza tutelare sè stesso.
Non esiste una retribuzione che possa ripagare chi, in ogni campo, metta a proprio rischio la vita a favore degli altri però, almeno da parte mia, un ringraziamento spassionato a tutti coloro che specialmente in questi mesi ha cercato di arginare una diga in piena sopraffatta dal fiume Covid-19 va fatto.
Sergio Busca, segretario provinciale Uilm Novara