La Resistenza e la storia di Árpád Weisz. Il Giorno della Memoria a Omegna e Baveno. Due incontri in occasione del Giorno della Memoria con Gianni Cerutti, direttore della Fondazione Marazza di Borgomanero e autore del libro edito da Interlinea “L’allenatore ad Auschwitz. Arpad Weisz: dai campi di calcio italiani ai lager”.
Cerutti, studioso appassionato dei sistemi democratici e della storia del Novecento, così come della storia della Resistenza europea e, in particolare, di quella del novarese e del territorio borgomanerese, condurrà coloro che vorranno seguirlo sulla pagina Facebook del comune di Omegna in un racconto incentrato su “L’umanità in tempi bui”.
Come sottolineato dall’assessore comunale alla Cultura e all’Istruzione Sara Rubinelli, che per prima ha promosso l’evento: «È per noi un grande onore poter assistere a questo intervento del Prof. Cerutti che, fin dal 2007, ha accettato di far parte della Giuria del Premio letterario della Resistenza “Città di Omegna”, di cui è stato presidente dal 2012 al 2013. La lezione che andrà online alle 20.45 di mercoledì 27 gennaio sarà l’occasione per riflettere insieme anche sul significato della “Memoria” e sull’importanza della “Speranza” al giorno d’oggi».
Sempre mercoledì 27 alle 18 sulla pagina Facebook del comune di Baveno Cerutti presenterà il suo libro “L’allenatore ad Auschwitz. Arpad Weisz: dai campi di calcio italiani ai lager”. L’ungherese Árpád Weisz, tra i più grandi allenatori degli anni trenta, colui che introdusse per primo gli schemi nel campionato italiano, fu commissario tecnico dell’Inter (dove scoprì Giuseppe Meazza) ma anche del Novara e del Bologna, fino all’espulsione dall’Italia, in seguito alle leggi razziali, e alla tragica fine nel lager di Auschwitz. Una testimonianza e una riflessione sull’eredità della Shoah e sull’importanza della memoria, che coinvolge nel dramma anche lo sport.
«Oggi più che mai – afferma l’assessore Maria Rosa Gnocchi – capire come nacque l’odio che portò alle leggi razziali ed all’Olocausto nel cuore dell’Europa è fondamentale perché, come scrisse Primo Levi “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono essere nuovamente sedotte e oscurate: anche le nostre».