In occasione delle iniziative legate al “Giorno del Ricordo” anche la Polizia di Stato di Novara ha ricordato la figura di Giovanni Palatucci, ultimo questore italiano di Fiume, Medaglia d’oro al merito civile, deportato e ucciso nel campo di concentramento nazista di Dachau.
Originario della provincia di Avellino, dov’era nato nel 1909, Palatucci, vicecommissario aggiunto di Pubblica Sicurezza dalla fine degli anni ’30, ricoprì l’incarico di addetto all’ufficio stranieri della Questura di Fiume, per poi diventare “reggente” della stessa negli anni della Seconda guerra mondiale. Le vicende legate all’8 settembre 1943, che videro la città del Carnaro, occupata dalle truppe naziste, ancora nominalmente sotto la sovranità della Repubblica di Salò ma di fatto rientrante nella cosiddetta “Zona di operazioni del Litorale Adriatico” e sostanzialmente “annessa” al Terzo Reich. Nonostante questa situazione Palatucci continuò a occupare il suo ufficio, adoperandosi per trarre in salvo diversi ebrei dalla deportazione. Scoperto e arrestato dai nazisti nel settembre del 1944, venne a sua volta inviato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì a soli 36 anni due mesi prima della liberazione.
In città la cerimonia ha visto la deposizione di un cesto di fiori nei presso della palina stradale a lui intestata, inaugurata nell’estate del 2005 di fronte alla sede distaccata della Questura e della Polizia stradale, alla presenza del questore Rosanna Lavezzaro e delle altre autorità. La figura di Palatucci, Medaglia d’oro al valor civile, Giusto tra le Nazioni e Servo di Dio per la Chiesa cattolica, è stata tratteggiata dal cappellano della Polizia di Stato, don Fabrizio Poloni. Una persona che «andò oltre il comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”, perché lo ha amato più di se stesso, terminando la sua vita a Dachau per avere aiutato il prossimo a scampare alla barbarie nazista».