«Il Recovery deve essere un’occasione per costruire una nuova visione»

La lettera aperta con la quale le associazioni ambientaliste Novara Green, Fiab, Pro Natura e Legambiente Circolo Il Pioppo si rivolgono alle istituzioni per l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan ha ricevuto l’attenzione del consigliere regionale Domenico Rossi: «Non solo comprendo, ma condivido i valori e gli orientamenti di fondo che sostengono le vostre proposte – dichiara -.  La transizione ecologica non si può fare aggiungendo la parola “sostenibile” a idee obsolete; al contrario richiede un cambiamento radicale di presupposti culturali e progettualità. Il Recovery deve essere un’occasione per costruire una nuova visione anche per i nostri territori, imperniata su economia circolare ed equità, ma rischia di diventare un elenco di vecchi progetti».

«Così non funziona. Come non sta funzionando il metodo che ha scelto la giunta piemontese per costruire le proposte regionali – prosegue Rossi – da mesi abbiamo posto la questione, da quando in commissione ci furono presentate le bozze di progetti per il valore complessivo di 13 miliardi da presentare al Governo affinché fossero finanziati con il Recovery Fund. Con chi sono stati condivisi e costruiti? Da quale confronto sono emersi? A fine novembre 2020 erano già pronti, ma nessuno era stato coinvolto per elaborare priorità e strategie: non le forze politiche, non le istituzioni territoriali, non le università, non i sindacati, non l’associazionismo, nessuno».

«Ho avanzato diverse proposte nelle settimane scorse, anche dopo aver ascoltato i territori con cui mi sono confrontato interpellando amministratori e realtà locali – dice ancora il consigliere -. Proprio parlando di infrastrutture c’è un grande assente: si tratta del trasporto pubblico locale su ferro. Se non discutiamo seriamente della riapertura di alcune linee strategiche di fronte a risorse straordinarie come quelle del Recovery, allora significa che si è deciso di non farlo mai più. E questo sarebbe un errore grave. In particolare, per il nostro territorio, ho proposto una riqualificazione della linea ferroviaria Novara-Varallo, in linea con quanto richiesto da molti amministratori, anche immaginando l’utilizzo di vettori a idrogeno. Così come sarebbe utile e necessario elettrificare la Novara-Biella»

Sempre in tema di infratrutture su ferro «condivido che il PNRR debba essere l’occasione per collegare Novara (e Torino) con Malpensa, così come ritengo sia strategico inserire la fermata dell’alta velocità tra i progetti da presentare al Governo. La giunta, però, ha previsto la fermata a Chivasso e non a Novara. Quando ho chiesto spiegazioni in commissione mi è stato risposto “Ce lo ha chiesto la Città Metropolitana”. Ho ricordato all’assessore che esiste uno studio di Regione Piemonte, Fondazione Links e Rfi risalente a febbraio 2019 secondo cui lo scenario preferibile è quello della riorganizzazione e potenziamento dei servizi di TPL. Solo come scelta secondaria lo studio inserisce le nuove fermate di Chivasso, Santhià e Novara, tutte sullo stesso piano. Mi auguro che questa scelta del tutto arbitraria su Chivasso venga rivista».

«Sulla città di Novara, inoltre, andrebbe data priorità alla risoluzione del nodo ferroviario – dice ancora Rossi – a partire dalla necessità prioritaria di eliminare il transito, in ambito urbano, delle merci pericolose, così come sarebbe utile cogliere l’occasione per riprendere in mano il progetto della tramvia tra la stazione ferroviaria e la nuova Città della salute e della scienza. Per quanto riguarda le strade, invece, condivido la posizione delle associazioni sulla Novara – Vercelli: sarebbe più utile adeguare il tracciato esistente realizzando le varianti utili per liberare gli abitati di Cameriano e Orfengo, dal passaggio di auto e mezzi pesanti, limitando al massimo il consumo di suolo».

«Da un punto di vista infrastrutturale aggiungo solo un altro elemento: la necessità di realizzare un nuovo ponte sul Ticino di Oleggio. Quello attuale risale al XIX secolo ed esistono dei fondi già dai primi anni 2000. Si tratta di un’infrastruttura necessaria in termini di sicurezza, ma anche di collegamento del nostro territorio con Malpensa e con la Lombardia, che favorirebbe anche un maggiore sviluppo economico».

Infine la sanità: «In linea con quanto previsto dal PNRR – conclude Rossi – è necessario che la Regione presenti un piano strutturato di rilancio della sanità territoriale fondato su aase della comunità, ospedali di comunità, assistenza domiciliare, integrata socio-sanitaria e telemedicina. Ho presentato una mozione in consiglio affinché, come previsto nel documento nazionale si inserisca nel nuovo piano socio-sanitario regionale un action plan che preveda una casa della comunità ogni 24.500 abitanti e un ospedale di comunità ogni 80.000 abitanti. Una vera e propria rivoluzione a cui affiancare un piano straordinario di assunzioni, senza il quale rischieremmo di avere delle strutture vuote, soprattutto nelle aree interne».


Le proposte delle associazioni

«Il primo passo? Risolvere il problema dei passaggi a livello». Ma per Rfi non esistono criticità

«Dateci l’alta velocità. Solo così identifichiamo il territorio». Associazioni in prima linea

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«Il Recovery deve essere un’occasione per costruire una nuova visione»

La lettera aperta con la quale le associazioni ambientaliste Novara Green, Fiab, Pro Natura e Legambiente Circolo Il Pioppo si rivolgono alle istituzioni per l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan ha ricevuto l’attenzione del consigliere regionale Domenico Rossi: «Non solo comprendo, ma condivido i valori e gli orientamenti di fondo che sostengono le vostre proposte – dichiara -.  La transizione ecologica non si può fare aggiungendo la parola “sostenibile” a idee obsolete; al contrario richiede un cambiamento radicale di presupposti culturali e progettualità. Il Recovery deve essere un’occasione per costruire una nuova visione anche per i nostri territori, imperniata su economia circolare ed equità, ma rischia di diventare un elenco di vecchi progetti».

«Così non funziona. Come non sta funzionando il metodo che ha scelto la giunta piemontese per costruire le proposte regionali – prosegue Rossi – da mesi abbiamo posto la questione, da quando in commissione ci furono presentate le bozze di progetti per il valore complessivo di 13 miliardi da presentare al Governo affinché fossero finanziati con il Recovery Fund. Con chi sono stati condivisi e costruiti? Da quale confronto sono emersi? A fine novembre 2020 erano già pronti, ma nessuno era stato coinvolto per elaborare priorità e strategie: non le forze politiche, non le istituzioni territoriali, non le università, non i sindacati, non l’associazionismo, nessuno».

«Ho avanzato diverse proposte nelle settimane scorse, anche dopo aver ascoltato i territori con cui mi sono confrontato interpellando amministratori e realtà locali – dice ancora il consigliere -. Proprio parlando di infrastrutture c’è un grande assente: si tratta del trasporto pubblico locale su ferro. Se non discutiamo seriamente della riapertura di alcune linee strategiche di fronte a risorse straordinarie come quelle del Recovery, allora significa che si è deciso di non farlo mai più. E questo sarebbe un errore grave. In particolare, per il nostro territorio, ho proposto una riqualificazione della linea ferroviaria Novara-Varallo, in linea con quanto richiesto da molti amministratori, anche immaginando l’utilizzo di vettori a idrogeno. Così come sarebbe utile e necessario elettrificare la Novara-Biella»

Sempre in tema di infratrutture su ferro «condivido che il PNRR debba essere l’occasione per collegare Novara (e Torino) con Malpensa, così come ritengo sia strategico inserire la fermata dell’alta velocità tra i progetti da presentare al Governo. La giunta, però, ha previsto la fermata a Chivasso e non a Novara. Quando ho chiesto spiegazioni in commissione mi è stato risposto “Ce lo ha chiesto la Città Metropolitana”. Ho ricordato all’assessore che esiste uno studio di Regione Piemonte, Fondazione Links e Rfi risalente a febbraio 2019 secondo cui lo scenario preferibile è quello della riorganizzazione e potenziamento dei servizi di TPL. Solo come scelta secondaria lo studio inserisce le nuove fermate di Chivasso, Santhià e Novara, tutte sullo stesso piano. Mi auguro che questa scelta del tutto arbitraria su Chivasso venga rivista».

«Sulla città di Novara, inoltre, andrebbe data priorità alla risoluzione del nodo ferroviario – dice ancora Rossi – a partire dalla necessità prioritaria di eliminare il transito, in ambito urbano, delle merci pericolose, così come sarebbe utile cogliere l’occasione per riprendere in mano il progetto della tramvia tra la stazione ferroviaria e la nuova Città della salute e della scienza. Per quanto riguarda le strade, invece, condivido la posizione delle associazioni sulla Novara – Vercelli: sarebbe più utile adeguare il tracciato esistente realizzando le varianti utili per liberare gli abitati di Cameriano e Orfengo, dal passaggio di auto e mezzi pesanti, limitando al massimo il consumo di suolo».

«Da un punto di vista infrastrutturale aggiungo solo un altro elemento: la necessità di realizzare un nuovo ponte sul Ticino di Oleggio. Quello attuale risale al XIX secolo ed esistono dei fondi già dai primi anni 2000. Si tratta di un’infrastruttura necessaria in termini di sicurezza, ma anche di collegamento del nostro territorio con Malpensa e con la Lombardia, che favorirebbe anche un maggiore sviluppo economico».

Infine la sanità: «In linea con quanto previsto dal PNRR – conclude Rossi – è necessario che la Regione presenti un piano strutturato di rilancio della sanità territoriale fondato su aase della comunità, ospedali di comunità, assistenza domiciliare, integrata socio-sanitaria e telemedicina. Ho presentato una mozione in consiglio affinché, come previsto nel documento nazionale si inserisca nel nuovo piano socio-sanitario regionale un action plan che preveda una casa della comunità ogni 24.500 abitanti e un ospedale di comunità ogni 80.000 abitanti. Una vera e propria rivoluzione a cui affiancare un piano straordinario di assunzioni, senza il quale rischieremmo di avere delle strutture vuote, soprattutto nelle aree interne».


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«Il primo passo? Risolvere il problema dei passaggi a livello». Ma per Rfi non esistono criticità

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