Vaccini, ventidue centri sul territorio novarese. Asl e medici di base in prima linea. Al momento sono ventidue (sei a Novara, il resto nei Comuni della provincia) i punti vaccinali attivati sul territorio. Quelli gestiti dai medici di medicina generale sono sedici: Biandrate, Cameri, Cerano, Galliate, Oleggio, Lumellogno, Pernate, Vignale, Romentino, discoteca Celebrità di Trecate e Varallo Pombia oltre al centro prelievi di Arona, l’ex Liolà di Borgomanero, Gozzano e il centro Ipazia e Trecate che vengono portati avanti dall’Asl e medici di base insieme.
I centri attivati al palasport di Arona, al centro parrocchiale di Borgomero, al PalaVerdi e in viale Roma 7 a Novara sono, invece, sotto il controllo del personale Asl. Alla clinica I Cedri di Fara, inoltre, è stato aperto un ulteriore centro gestito direttamente dal personale della struttura sanitaria.
Nella giornata di ieri la Regione ha concordato la fornitura prioritaria dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson ai medici di famiglia che vaccinano in autonomia nei propri studi, per completare nel più breve tempo possibile la copertura vaccinale degli over60. Per le prossime fasi vaccinali che coinvolgeranno le fasce di popolazione più giovani, verranno valutate in un prossimo incontro le modalità di distribuzione dei vaccini Pfizer e Moderna anche per i medici di famiglia aderenti.
Non solo. La Regine si è anche fatta un giro virtuale in Danimarca a raccogliere le dosi avanzate di AstraZeneca. L’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati, ha infatti contattato l’ambasciata danese in Italia per verificare la possibilità di giungere a un accordo di cooperazione. «Ci è stato confermato che il governo danese starebbe valutando le varie richieste che sono pervenute anche da altri Paesi e che terrà in considerazione quella avanzata dal Piemonte. Di questa opportunità, abbiamo già informato il Ministero della Salute – spiega Marnati -. Queste dosi ci permetterebbero di proseguire a pieno ritmo con la campagna che, in Piemonte, ha già superato una forza vaccinale di 30 mila dosi quotidiane, in particolare garantendo le forniture ai medici di famiglia, che in questi giorni sono stati costretti a rallentare con le vaccinazioni dei propri pazienti a causa della carenza di dosi AstraZeneca».