Per il secondo anno consecutivo, a causa delle restrizioni anti Covid, Cgil, Csil e Uil non hanno potuto celebrare la festa dei lavoratori con il tradizionale corteo del 1 Maggio. I segretari generali (Cgil Attilio Fasulo, Cisl Elena Ugazio e Uil Roberto Vittorio) si sono ritrovati di fronte all’ospedale Maggiore per parlare di lavoro e di quello che le Oss stanno facendo in questo territorio.
«È comunque una giornata di lotta e impegno – ha dichiarato Fasulo – e siamo qui per rendere omaggio alle lavoratrici e lavoatori che stanno combattendo una battaglia drammatica: a loro va il nostro ringraziamento e siamo al fianco di tutti loro. Il tema di questo 1 Maggio è che l’Italia si cura con il lavoro e noi siamo convinti che da qui se ne esce solo rilanciandolo. In questo Paese arriveranno risorse dall’Europa che devono essere ben spese per uscire dalla crisi non come ne siamo enstrati. Devono servire per le infrastrutture, creare lavoro e mettere in sicurezza l’Italia intera. A questo proposito manifestiamo la nostra solidarietà al docente del Nervi che l’altro ieri si trovava in aula durante il crollo del soffitto: per fortuna gli alunni erano tutti in Dad. È necessario avere un piano nazionale di intrastruttura edilizia in modo particolare rivolto alle scuole. Il blocco dei licenziamenti deve essere prorogato fino a quando dura l’emergenza; serve una vera riforma degli ammortizzatori sociali, degli assetti fiscali, una revisione della politica economica, l’avvio di cantieri sostenibili, il rispetto dei codice degli appalti e della legalità».
«Dobbiamo invitare tutti al senso di responsabilità, ce lo ricorda anche papa Francesco – ha afferamto Ugazio -. Speriamo in un rilancio nel senso dell’uguaglianza tra essere umani. Da questa piazza virtuale e luogo simbolico dobbiamo dire che l’Italia si cura con il lavoro che è l’unico antidoto contro ogni malattia sociale ed economica».
«Il lavoro deve essere sicuro. Vogliamo ripartire da qui affinchè ogni lavoratore che abbia la possibilità di tornare a casa da propri cari. Questo è essenziale» ha concluso Vittorio.