2 Giugno: «Principi e valori della Costituzione devono essere riferimento anche nell’attuale crisi»

Lo ha detto il prefetto di Novara Pasquale Gioffré in occasione della tradizionale cerimonia che ha ricordato il 75° anniversario dell'avvento della Repubblica

Il settantacinquesimo anniversario del referendum istituzionale che sancì la nascita della Repubblica italiana è stato ricordato ieri mattina con una breve ma significativa cerimonia al monumento ai Caduti di viale IV Novembre. Cerimonia breve ed essenziale, all’insegna di una tradizione ormai consolidata, resa necessaria dal perdurare dell’emergenza pandemica, anche se la situazione va lentamente migliorando.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro da parte del prefetto Pasquale Gioffré, del sindaco del capoluogo Alessandro Canelli e dalla vicepresidente della Provincia Michela Leone, e dalla lettura del consueto messaggio rivolto in questa circostanza dal presidente della Repubblica ai prefetti, è toccato al rappresentante del Governo nel nostro territorio, Pasquale Gioffré, ricordare come «dopo gli anni della dittatura e della guerra l’Italia sia riuscita a riscattarsi, unendosi alle forze che in Europa si sono battute contro il nazi-fascismo, anticipazione del percorso che avrebbe portato poi all’avvio del progetto europeo».

«Celebrare il 2 Giugno – ha proseguito – significa anche ricordare la Costituzione e i principi in essa contenuti, dai quali dobbiamo sempre fare riferimento nella quotidianità delle nostre azioni. E in particolare in questo momento storico, denso di incognite e difficoltà, segnato da una crisi che ha investito tutti i settori della nostra società a causa della pandemia. Una crisi quasi irreversibile e che sembrava non aver mai fine, ma che ora, con l’avanzata del piano vaccinale e la costanza nei nostri comportamenti responsabili, possiamo intravedere il suo superamento. Anche in questo frangente devono essere i valori della nostra Costituzione a guidarci; e mi riferisco in particolare al principio di solidarietà e sussidiarietà. Necessario quindi fare appello allo spirito di collaborazione perché solo insieme possiamo superare le difficoltà del momento».

Come tradizione, in occasione del 2 Giugno, è poi avvenuta la consegna di due medaglie d’onore concesse dal Quirinale a cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nel lager nazisti, destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra tedesca dell’epoca.

«Si tratta di un simbolo – ha ricordato ancora il prefetto – di profondo rispetto dello Stato nei confronti di quelle persone che hanno patito terribili sofferenze nei campi di concentramento, tra dolori, umiliazioni e patimenti. Anche loro attraverso questa esperienza hanno contribuito alla nascita e al consolidamento della nostra Repubblica».

I riconoscimenti di quest’anno, entrambi alla memoria, sono andati al dormellettese Franco Sacco e al novarese Ermenegildo Grassi. Le medaglie sono state ritirate rispettivamente dal figlio Graziano e dalla nipote Giuseppina.

Luca Mattioli

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2 Giugno: «Principi e valori della Costituzione devono essere riferimento anche nell’attuale crisi»

Lo ha detto il prefetto di Novara Pasquale Gioffré in occasione della tradizionale cerimonia che ha ricordato il 75° anniversario dell’avvento della Repubblica

Il settantacinquesimo anniversario del referendum istituzionale che sancì la nascita della Repubblica italiana è stato ricordato ieri mattina con una breve ma significativa cerimonia al monumento ai Caduti di viale IV Novembre. Cerimonia breve ed essenziale, all’insegna di una tradizione ormai consolidata, resa necessaria dal perdurare dell’emergenza pandemica, anche se la situazione va lentamente migliorando.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro da parte del prefetto Pasquale Gioffré, del sindaco del capoluogo Alessandro Canelli e dalla vicepresidente della Provincia Michela Leone, e dalla lettura del consueto messaggio rivolto in questa circostanza dal presidente della Repubblica ai prefetti, è toccato al rappresentante del Governo nel nostro territorio, Pasquale Gioffré, ricordare come «dopo gli anni della dittatura e della guerra l’Italia sia riuscita a riscattarsi, unendosi alle forze che in Europa si sono battute contro il nazi-fascismo, anticipazione del percorso che avrebbe portato poi all’avvio del progetto europeo».

«Celebrare il 2 Giugno – ha proseguito – significa anche ricordare la Costituzione e i principi in essa contenuti, dai quali dobbiamo sempre fare riferimento nella quotidianità delle nostre azioni. E in particolare in questo momento storico, denso di incognite e difficoltà, segnato da una crisi che ha investito tutti i settori della nostra società a causa della pandemia. Una crisi quasi irreversibile e che sembrava non aver mai fine, ma che ora, con l’avanzata del piano vaccinale e la costanza nei nostri comportamenti responsabili, possiamo intravedere il suo superamento. Anche in questo frangente devono essere i valori della nostra Costituzione a guidarci; e mi riferisco in particolare al principio di solidarietà e sussidiarietà. Necessario quindi fare appello allo spirito di collaborazione perché solo insieme possiamo superare le difficoltà del momento».

Come tradizione, in occasione del 2 Giugno, è poi avvenuta la consegna di due medaglie d’onore concesse dal Quirinale a cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nel lager nazisti, destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra tedesca dell’epoca.

«Si tratta di un simbolo – ha ricordato ancora il prefetto – di profondo rispetto dello Stato nei confronti di quelle persone che hanno patito terribili sofferenze nei campi di concentramento, tra dolori, umiliazioni e patimenti. Anche loro attraverso questa esperienza hanno contribuito alla nascita e al consolidamento della nostra Repubblica».

I riconoscimenti di quest’anno, entrambi alla memoria, sono andati al dormellettese Franco Sacco e al novarese Ermenegildo Grassi. Le medaglie sono state ritirate rispettivamente dal figlio Graziano e dalla nipote Giuseppina.

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