Novara FC, nel segno di Pablo Gonzalez

Uomo immagine, "trait d'union" con il passato e già decisivo: l'attaccante argentino simbolo della rinascita azzurra

Come era lecito aspettarsi, la prima partita del Novara FC di Ferranti ha dimostrato come questa sia, a tutti gli effetti, la squadra di Pablo Gonzalez. L’argentino è davvero il simbolo della rinascita azzurra. Lo è stato fuori dal campo, agendo quasi da “direttore sportivo aggiunto” nell’arruolare ex compagni dopo aver sposato, per primo e prima ancora di conoscerne il profilo, la causa azzurra. Prima, per intenderci, che si sapesse a chi sarebbe toccato il compito di rifondare il calcio a Novara, si sapeva che ci sarebbe stato lui. In prima fila, come lo è stato nei giorni migliori e in quelli più difficili.

Quello che si aspettava di conoscere dal campo, era semmai altro. Ovvero se anche in una categoria fatta di giovani e giovanissimi il talento di Pablo potesse sopperire anche al fisiologico calo atletico dovuto all’età (è un classe ’85, compirà 37 anni a margine della prossima stagione). La partita con la RG Ticino, in tal senso, ha dato il più chiaro dei responsi: Pablo non è solo il leader umano del gruppo, è anche il trascinatore dal punto di vista tecnico e di personalità. Lo ha dimostrato con la “garra” messa in campo dal primo minuto, con la capacità di mandare in porta i compagni di reparto dispensando assist a raffica (incluso quello del gol del 2-0 di Vaccari).

Il fatto che il primo gol del nuovo Novara FC sia opera sua non è che il compimento di quanto detto, oltre che il tratto poetico di una storia che tende alla fiaba. Certo, il finale è tutto da scrivere e il 3-0 d’esordio non deve illudere: la strada verso il ritorno in serie C sarà piena di ostacoli e per nulla in discesa. Intanto, però, si è iniziato a ricostruire entusiasmo e nulla come una vittoria è utile in tal senso.

Tornando a Gonzalez, il primo gol è tutto fuorché casuale: nel sinistro chirurgico che finisce all’angolino c’è una buona dose di fato ma ancor più una maxi dose di volontà. Ha esultato come ai tempi d’oro (quelli della cavalcata trionfale dalla C alla A, per intenderci) Pablo, ma guai a dare troppo peso al suo gol perché, spiega “sono felice ma lo sono di più per il risultato. Aver segnato è bello ma quello che conta è aver vinto, per un gruppo che è composto da tutta gente nuova, che sta dando il massimo e sta lavorando sodo”.

«In pochi giorni – continua l’argentino – abbiamo preparato questo match e non era facile ma siamo stati bravi, regalando una bella giornata a tutta la città. Devo dire che il grande entusiasmo dei tifosi ci ha dato una mano, ci ha caricati. Non era facile né scontato ma ce l’abbiamo fatta».

Ora testa alla prossima partita, perché domenica inizia il campionato e anche le pressioni saranno diverse, con gli avversari pronti a rendere dura il più possibile la sfida degli azzurri. Il Novara (che nel prossimo turno di Coppa Italia sarà in campo a Gozzano, il 22 settembre, nell’altro derby interprovinciale), però, ha una certezza in più: Pablo è vivo, più che mai, ed è pronto a essere il leader del gruppo azzurro.

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Uomo immagine, “trait d’union” con il passato e già decisivo: l’attaccante argentino simbolo della rinascita azzurra

Come era lecito aspettarsi, la prima partita del Novara FC di Ferranti ha dimostrato come questa sia, a tutti gli effetti, la squadra di Pablo Gonzalez. L'argentino è davvero il simbolo della rinascita azzurra. Lo è stato fuori dal campo, agendo quasi da "direttore sportivo aggiunto" nell'arruolare ex compagni dopo aver sposato, per primo e prima ancora di conoscerne il profilo, la causa azzurra. Prima, per intenderci, che si sapesse a chi sarebbe toccato il compito di rifondare il calcio a Novara, si sapeva che ci sarebbe stato lui. In prima fila, come lo è stato nei giorni migliori e in quelli più difficili.

Quello che si aspettava di conoscere dal campo, era semmai altro. Ovvero se anche in una categoria fatta di giovani e giovanissimi il talento di Pablo potesse sopperire anche al fisiologico calo atletico dovuto all'età (è un classe '85, compirà 37 anni a margine della prossima stagione). La partita con la RG Ticino, in tal senso, ha dato il più chiaro dei responsi: Pablo non è solo il leader umano del gruppo, è anche il trascinatore dal punto di vista tecnico e di personalità. Lo ha dimostrato con la "garra" messa in campo dal primo minuto, con la capacità di mandare in porta i compagni di reparto dispensando assist a raffica (incluso quello del gol del 2-0 di Vaccari).

Il fatto che il primo gol del nuovo Novara FC sia opera sua non è che il compimento di quanto detto, oltre che il tratto poetico di una storia che tende alla fiaba. Certo, il finale è tutto da scrivere e il 3-0 d'esordio non deve illudere: la strada verso il ritorno in serie C sarà piena di ostacoli e per nulla in discesa. Intanto, però, si è iniziato a ricostruire entusiasmo e nulla come una vittoria è utile in tal senso.

Tornando a Gonzalez, il primo gol è tutto fuorché casuale: nel sinistro chirurgico che finisce all'angolino c'è una buona dose di fato ma ancor più una maxi dose di volontà. Ha esultato come ai tempi d'oro (quelli della cavalcata trionfale dalla C alla A, per intenderci) Pablo, ma guai a dare troppo peso al suo gol perché, spiega "sono felice ma lo sono di più per il risultato. Aver segnato è bello ma quello che conta è aver vinto, per un gruppo che è composto da tutta gente nuova, che sta dando il massimo e sta lavorando sodo".

«In pochi giorni - continua l'argentino - abbiamo preparato questo match e non era facile ma siamo stati bravi, regalando una bella giornata a tutta la città. Devo dire che il grande entusiasmo dei tifosi ci ha dato una mano, ci ha caricati. Non era facile né scontato ma ce l'abbiamo fatta».

Ora testa alla prossima partita, perché domenica inizia il campionato e anche le pressioni saranno diverse, con gli avversari pronti a rendere dura il più possibile la sfida degli azzurri. Il Novara (che nel prossimo turno di Coppa Italia sarà in campo a Gozzano, il 22 settembre, nell'altro derby interprovinciale), però, ha una certezza in più: Pablo è vivo, più che mai, ed è pronto a essere il leader del gruppo azzurro.

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