Test antigenici in farmacia a prezzo calmierato: per Rossi (Pd) «novaresi discriminati»

Il consigliere regionale “dem”, vicepresidente della Commissione Sanità, ha sollecitato un'interrogazione all'assessore Icardi e commenta: « Siamo di fronte all'ennesimo caso in cui il mercato non garantisce equità e serve un intervento del pubblico»

«In Piemonte è evidente il problema della disomogeneità territoriale per l’accesso ai test antigenici rapidi a prezzo calmierato. Per questo ho sollecitato con un’interrogazione sull’argomento l’assessore alla Sanità che ha però risposto di non avere strumenti per garantire equità di servizio sul territorio, considerato che l’adesione è volontaria». Il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi ha commentato così l’esito dell’interrogazione sottoposta oggi – mercoledì 15 settembre – all’assessore Icardi in merito all’adesione da parte delle farmacie piemontesi al Protocollo d’intesa, firmato il 5 agosto dal Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, d’intesa con il Ministro della Salute Roberto Speranza e i presidenti di Federfarma, Assofarm e Farmacie Unite.


«Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui il mercato non garantisce equità e serve un intervento del pubblico. Se la regione non riesce ad intervenire per garantire a tutti i cittadini l’accesso a prestazioni utili a fronteggiare e gestire l’emergenza pandemica è importante che intervenga il governo al prossimo rinnovo del protocollo che scade il 30 settembre. Nel frattempo allora faccio un appello all’ordine dei farmacisti e alle associazioni che hanno firmato a livello nazionale affinché sensibilizzino tutta la categoria in particolare nelle zone più penalizzate».


Se a Torino e nella Città metropolitana, infatti, le farmacie aderenti sono oltre 330 e nella provincia di Cuneo 117, solo le province di Alessandria (63) e Asti  (34) superano quota 30, Biella si ferma a 27, Vercelli e Vco appaiate a quota 23, chiude il fanalino di coda Novara con sole 11 farmacie (dati ministeriali aggiornati al 13 settembre). Analogo l’andamento dei capoluoghi di provincia, con Novara che risulta essere l’unico nel quale nessuna farmacia ha aderito al servizio.

«Si tratta di una situazione inaccettabile – ha aggiunto – La strada prioritaria è quella del vaccino, ma occorre ricordare che una percentuale significativa di popolazione in Piemonte non risulta ancora vaccinata, soprattutto nelle fasce over 50 e 12-19 anni, e quindi il test diventa fondamentale sia per ottenere il Green Pass sia per le attività di tracciamento. Siamo di fronte ad una intollerabile discriminazione in ambito sanitario, ma non possiamo trascurare l’aspetto sociale, in quanto si tratta di una spesa significativa per le famiglie piemontesi. E non è accettabile una differenza in base al luogo di residenza», ha concluso Rossi, richiamando i termini dell’accordo che prevede che il prezzo del test a favore dei minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni sarà pari a 8 Euro, mentre per gli over 18 tale prezzo è fissato a 15 euro.

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Il consigliere regionale “dem”, vicepresidente della Commissione Sanità, ha sollecitato un’interrogazione all’assessore Icardi e commenta: « Siamo di fronte all’ennesimo caso in cui il mercato non garantisce equità e serve un intervento del pubblico»

«In Piemonte è evidente il problema della disomogeneità territoriale per l'accesso ai test antigenici rapidi a prezzo calmierato. Per questo ho sollecitato con un'interrogazione sull'argomento l'assessore alla Sanità che ha però risposto di non avere strumenti per garantire equità di servizio sul territorio, considerato che l'adesione è volontaria». Il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi ha commentato così l'esito dell'interrogazione sottoposta oggi – mercoledì 15 settembre – all'assessore Icardi in merito all'adesione da parte delle farmacie piemontesi al Protocollo d'intesa, firmato il 5 agosto dal Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, d'intesa con il Ministro della Salute Roberto Speranza e i presidenti di Federfarma, Assofarm e Farmacie Unite.


«Siamo di fronte all'ennesimo caso in cui il mercato non garantisce equità e serve un intervento del pubblico. Se la regione non riesce ad intervenire per garantire a tutti i cittadini l'accesso a prestazioni utili a fronteggiare e gestire l'emergenza pandemica è importante che intervenga il governo al prossimo rinnovo del protocollo che scade il 30 settembre. Nel frattempo allora faccio un appello all'ordine dei farmacisti e alle associazioni che hanno firmato a livello nazionale affinché sensibilizzino tutta la categoria in particolare nelle zone più penalizzate».


Se a Torino e nella Città metropolitana, infatti, le farmacie aderenti sono oltre 330 e nella provincia di Cuneo 117, solo le province di Alessandria (63) e Asti  (34) superano quota 30, Biella si ferma a 27, Vercelli e Vco appaiate a quota 23, chiude il fanalino di coda Novara con sole 11 farmacie (dati ministeriali aggiornati al 13 settembre). Analogo l'andamento dei capoluoghi di provincia, con Novara che risulta essere l'unico nel quale nessuna farmacia ha aderito al servizio.

«Si tratta di una situazione inaccettabile - ha aggiunto - La strada prioritaria è quella del vaccino, ma occorre ricordare che una percentuale significativa di popolazione in Piemonte non risulta ancora vaccinata, soprattutto nelle fasce over 50 e 12-19 anni, e quindi il test diventa fondamentale sia per ottenere il Green Pass sia per le attività di tracciamento. Siamo di fronte ad una intollerabile discriminazione in ambito sanitario, ma non possiamo trascurare l'aspetto sociale, in quanto si tratta di una spesa significativa per le famiglie piemontesi. E non è accettabile una differenza in base al luogo di residenza», ha concluso Rossi, richiamando i termini dell'accordo che prevede che il prezzo del test a favore dei minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni sarà pari a 8 Euro, mentre per gli over 18 tale prezzo è fissato a 15 euro.

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