Meloni: «Centrodestra diviso? Ci presentiamo ovunque con un solo candidato». Ma Canelli non è salito sul palco

A meno di ventiquattro ore dal comizio di Salvini, è toccato alla leader di Fratelli d'Italia ricevere il bagno di folla in piazza del Duomo. Un elogio nei confronti «di un'ottima amministrazione di centrodestra» e poi un intervento di taglio nazionale

A meno di ventiquattro ore dal comizio di Matteo Salvini in piazza delle Erbe, è toccato oggi pomeriggio, 30 settembre, alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ricevere il bagno di folla in un altro dei luoghi simbolo del centro storico novarese. In una piazza Duomo decisamente gremita, introdotta brevemente dal senatore novarese Gaetano Nastri, Meloni ha inizialmente rivolto un elogio nei confronti «di un’ottima amministrazione di centrodestra cittadina guidata da Alessandro Caneli», passando poi subito a smentire l’esistenza di fibrillazioni con il maggiore alleato: «Ho passato l’intera campagna elettorale a spiegarlo – ha detto – e la cosa mi fa un po’ sorridere: noi divisi? Intanto ci presentiamo con un candidato in tutte le città che vanno al voto. Alla sinistra questo non viene chiesto e mediamente ci vanno con quattro-cinque candidati…».

«Non si tratta solo di compattezza – ha aggiunto – Quando hai una visione comune, sai quali sono le priorità sulle quali puoi investire e, se sei d’accordo, sei anche in grado di dare risposte efficaci. Come accaduto qui a Novara grazie al sindaco Canelli e anche a Fratelli d’Italia, che in questi anni ha svolto un lavoro molto importante, qui come in tutto il territorio italiano». Fin qui l’arringa locale, poi l’intervento ha preso una piega nazionale, partendo dal fatto che «Fratelli d’Italia è un partito che non ha mai preso scorciatoie, che ha sempre voluto dire la verità», toccando temi come quelli dell’immigrazione clandestina, del green pass, «obbligatorio se devo prendere un caffé ma non altrettanto sui mezzi pubblici».

«Di fronte alle tante incongruenze del Governo noi continuiamo a dire la nostra, pur essendo favorevoli alla campagna vaccinale – ha proseguito ., Di fronte alle tante proposte che abbiamo avanzato ci siamo sempre sentiti rispondere dei no, ma questo non vuol significare che smetteremo di dire le cose come le pensiamo. Quello che serve è il buonsenso, il rispetto delle regole, uno Stato che non faccia il debole con i forti e il forte con i deboli, che abbia rispetto per chi lavora».

Capitolo reddito di cittadinanza: «Lo abbiamo definito il “metadone di Stato”, perché come il metadone non cura il tossicodipendente, allo stesso modo questa misura non cura la povertà ma la fa dipendere dalla politica. E’ giusto che lo Stato assista chi non può lavorare, ma chi è in grado deve avere un’occupazione, anche umile, in attesa di tempi migliori». Economia: «Ci dicono che tutto va bene, che c’é la ripresa, ma nessuno dice che il Pil del 2020 è stato il quarto peggiore dall’Unità d’Italia a oggi e che i tre peggiori risalgono agli anni della Seconda guerra mondiale. Non dimentichiamoci una cosa: anche il Covid è stata una bella “mangiatoia” per qualcuno», elogiando il lavoro svolto a Roma da Gaetano Nastri in materia di bonus e ribadendo che davanti alla proposta da parte dell’esecutivo di una revisione degli estimi catastali, «in Parlamento siamo pronti a fare le barricate».

Tornando alle elezioni novaresi, «non credo che ci saranno problemi. Anzi, leviamoci subito il dente già questo fine settimana in modo che Canelli lo rimettiamo subito a lavorare, ma spero che vogliate rafforzare la presenza di Fratelli d’Italia in consiglio comunale». E il diretto interessato? Il sindaco si è visto nel retropalco prima dell’arrivo dell’ospite, ma poi non ha preso posto al suo fianco, nemmeno per un saluto conclusivo. Un altro segnale?

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Meloni: «Centrodestra diviso? Ci presentiamo ovunque con un solo candidato». Ma Canelli non è salito sul palco

A meno di ventiquattro ore dal comizio di Salvini, è toccato alla leader di Fratelli d’Italia ricevere il bagno di folla in piazza del Duomo. Un elogio nei confronti «di un’ottima amministrazione di centrodestra» e poi un intervento di taglio nazionale

A meno di ventiquattro ore dal comizio di Matteo Salvini in piazza delle Erbe, è toccato oggi pomeriggio, 30 settembre, alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ricevere il bagno di folla in un altro dei luoghi simbolo del centro storico novarese. In una piazza Duomo decisamente gremita, introdotta brevemente dal senatore novarese Gaetano Nastri, Meloni ha inizialmente rivolto un elogio nei confronti «di un’ottima amministrazione di centrodestra cittadina guidata da Alessandro Caneli», passando poi subito a smentire l’esistenza di fibrillazioni con il maggiore alleato: «Ho passato l’intera campagna elettorale a spiegarlo – ha detto – e la cosa mi fa un po’ sorridere: noi divisi? Intanto ci presentiamo con un candidato in tutte le città che vanno al voto. Alla sinistra questo non viene chiesto e mediamente ci vanno con quattro-cinque candidati…».

«Non si tratta solo di compattezza – ha aggiunto – Quando hai una visione comune, sai quali sono le priorità sulle quali puoi investire e, se sei d’accordo, sei anche in grado di dare risposte efficaci. Come accaduto qui a Novara grazie al sindaco Canelli e anche a Fratelli d’Italia, che in questi anni ha svolto un lavoro molto importante, qui come in tutto il territorio italiano». Fin qui l’arringa locale, poi l’intervento ha preso una piega nazionale, partendo dal fatto che «Fratelli d’Italia è un partito che non ha mai preso scorciatoie, che ha sempre voluto dire la verità», toccando temi come quelli dell’immigrazione clandestina, del green pass, «obbligatorio se devo prendere un caffé ma non altrettanto sui mezzi pubblici».

«Di fronte alle tante incongruenze del Governo noi continuiamo a dire la nostra, pur essendo favorevoli alla campagna vaccinale – ha proseguito ., Di fronte alle tante proposte che abbiamo avanzato ci siamo sempre sentiti rispondere dei no, ma questo non vuol significare che smetteremo di dire le cose come le pensiamo. Quello che serve è il buonsenso, il rispetto delle regole, uno Stato che non faccia il debole con i forti e il forte con i deboli, che abbia rispetto per chi lavora».

Capitolo reddito di cittadinanza: «Lo abbiamo definito il “metadone di Stato”, perché come il metadone non cura il tossicodipendente, allo stesso modo questa misura non cura la povertà ma la fa dipendere dalla politica. E’ giusto che lo Stato assista chi non può lavorare, ma chi è in grado deve avere un’occupazione, anche umile, in attesa di tempi migliori». Economia: «Ci dicono che tutto va bene, che c’é la ripresa, ma nessuno dice che il Pil del 2020 è stato il quarto peggiore dall’Unità d’Italia a oggi e che i tre peggiori risalgono agli anni della Seconda guerra mondiale. Non dimentichiamoci una cosa: anche il Covid è stata una bella “mangiatoia” per qualcuno», elogiando il lavoro svolto a Roma da Gaetano Nastri in materia di bonus e ribadendo che davanti alla proposta da parte dell’esecutivo di una revisione degli estimi catastali, «in Parlamento siamo pronti a fare le barricate».

Tornando alle elezioni novaresi, «non credo che ci saranno problemi. Anzi, leviamoci subito il dente già questo fine settimana in modo che Canelli lo rimettiamo subito a lavorare, ma spero che vogliate rafforzare la presenza di Fratelli d’Italia in consiglio comunale». E il diretto interessato? Il sindaco si è visto nel retropalco prima dell’arrivo dell’ospite, ma poi non ha preso posto al suo fianco, nemmeno per un saluto conclusivo. Un altro segnale?

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