«Autisti abusivi per portarci al lavoro ad Amazon, c’è chi chiede fino a 20 euro al giorno. E poi c’è anche chi se ne approfitta: si fa dare i soldi prima e poi lascia la gente a piedi». Lo riferisce un dipendente dello stabilimento di Novara (nella foto), che conferma che non si tratta né di tassisti né di operatori del noleggio con conducente.
Inaugurato lo scorso 6 settembre ad Agognate, il centro logistico accoglie al suo interno circa 300 persone. Ma non tutte dispongono di mezzi propri per raggiungerlo quotidianamente, tenendo conto che è situato proprio a ridosso del casello autostradale di Novara Ovest. E infatti lungo la strada che conduce al centro capita spesso di vedere persone che imboccano il cavalcavia verso la A4 con biciclette e monopattini elettrici.
«Ho iniziato a lavorare lì poco dopo la metà di settembre e non ho l’auto – spiega il dipendente, che vive in un comune dell’Ovest Ticino – Ormai, trascorsi due mesi, ci siamo organizzati fra colleghi e ho sempre un passaggio su cui contare sia per l’andata che per il ritorno. Ma non è stato subito così: non sapendo a chi rivolgermi, ho scritto su Facebook che avevo bisogno di passaggi per andare a lavorare e ho trovato una persona che era disposta a darmeli per 10 euro al giorno. Ne ho usufruito solo in poche occasioni ed è sempre andato tutto bene. A parte una volta, che ho dovuto lasciare il posto di lavoro perché non stavo bene e la “chiamata d’urgenza” mi è costata 30 euro. Inoltre – riprende – so che qualcuno è anche stato lasciato a piedi, pur avendo versato la quota in anticipo. So di certo di un collega che, in un’occasione, ha dovuto mettersi in mutua, proprio perché l’autista non si è presentato». Una situazione che sembra trovare conferma nei racconti di almeno altre 5 persone che frequentano il gruppo Facebook dei dipendenti novaresi del colosso della logistica: il driver abusivo si sarebbe fatto pagare in anticipo i 50 euro per le corse settimanali, per poi rendersi irrintracciabile. Probabilmente grazie al passaparola fra colleghi “l’autista furbetto” sembra essersi rovinato la piazza.
Piazza che però sembra aver fatto gola ad altri. «Successivamente ho avuto contatti con un’altra persona, che mi ha chiesto 20 euro al giorno – prosegue il dipendente – Ma gli ho risposto che piuttosto che spendere quella cifra avrei preferito andare a piedi».
Scorrendo i post del gruppo Facebook dei dipendenti novaresi Amazon è facile rendersi conto del fatto che il tema del trasporto è l’argomento più gettonato: in tanti chiedono un passaggio, con i dettagli sui turni assegnati nei giorni successivi. E c’è anche molta solidarietà fra colleghi nel mettersi a disposizione per il car sharing. Nessun mezzo pubblico raggiunge Agognate né tantomeno il centro logistico, che lavora con un ciclo produttivo continuo, 7 giorni su 7 con 3 turni giornalieri da 8 ore. Eppure il giorno dell’inaugurazione il sindaco Alessandro Canelli aveva dichiarato: «Questa nuova presenza è una grande opportunità per la città. Siamo già al lavoro con la Sun in favore della mobilità dei dipendenti, per istituire una navetta» (qui l’articolo integrale).
«So da amici che lavorano a Vercelli che lì c’è il servizio navetta, parte dalla stazione. Anche qui ci vorrebbe – commenta il dipendente – Qualche tempo fa ho contattato il sindaco tramite i social e mi ha risposto che la Regione Piemonte non ha soldi per questo. Capisco che sia un servizio non semplice da organizzare, anche perché ci sono tanti dipendenti che vengono da fuori e con gli orari che facciamo non sarebbe comunque semplice trovare delle coincidenze. In molti continuano a venire a lavorare in bicicletta e in monopattino. Anche perché in Amazon si sta bene: gli addetti al personale sono sempre disponibili e con i turni ci si riesce a gestire per avere del tempo libero. Anche per gli universitari ci sono tante agevolazioni. In più lo stipendio è buono, a ottobre abbiamo avuto giornate di picco nel lavoro e abbiamo ricevuto un premio produzione di 150 euro».
Ha parlato di tante persone che vengono da fuori: da quali città?
«Oltre che da Novara e provincia, ci sono colleghi che vengono da Milano, Monza, Pavia, Vercelli, Vigevano e persino da Torino – risponde il lavoratore – E poi ci sono molti ragazzi che si sono trasferiti qui dal Sud apposta. Per loro il problema più grande è trovare una casa, prima di tutto perché il contratto d’ingresso (tramite agenzia) è di 3 mesi, ma vengono chiesti 6 mesi di affitto in anticipo. Per cui hanno dovuto ripiegare su affittacamere, B&B e hotel».