Facciamo pochi figli perché abbiamo paura di fallire

 Papa Francesco è intervenuto sull’inverno demografico, il tasso troppo basso di natalità che priva l’Italia del suo futuro.

Qualcuno polemicamente potrebbe dire che il Papa che ha scelto di non avere figli dovrebbe stare zitto, la fa facile.

Certo che se l’insegnamento della Chiesa in fatto di aborto e apertura alla vita fosse più seguito avremmo più bambini ma nessuno può essere obbligato a seguirlo e comunque non è facile e non bisogna farla facile.

Le cause della crescita zero demografica sono tante: fra queste la difficoltà pratica e materiale dei giovani di trovare un lavoro non precario, non a tempo, che permetta di pianificare il futuro, con un reddito adeguato al costo della vita, con una casa reperibile a costi accessibili.

Un lavoro sicuro, pagato il giusto, una casa, la possibilità di svolgere un lavoro con un numero adeguato di asili nido a costi sostenibili.

Tutte cose che mancano e a cui con ritardo e in misura del tutto insufficiente si cerca di fare fronte: l’assegno unico per i figli, un numero maggiore di asili nido grazie ai fondi europei, le politiche assistenziali di alcuni Comuni, una minoranza purtroppo.

Sul versante psicologico e motivazionale c’è poco da fare. 

Infatti la grande paura della nostra epoca e delle nostre nuove generazionali è la paura del fallimento.

Per fallimento non si intende solo quello economico ma la paura di sbagliare , di fallire .

Non c’è niente di più a rischio di fallimento dell’esperienza della paternità e maternità : a cominciare dai rischi della gravidanza e del post parto, la paura che nasca con difetti fisici e psichici gravi. 

La paura di non reggere lo stress, che non sia abbastanza sano, forte, intelligente, ambizioso, capace di difendersi, ma anche di riuscire bene nella scuola, nello sport, nelle amicizie, di arrivare a vette abbastanza alte, di essere amato e felice, e poi che ci ami, ci ricambi, non ci dia troppi dispiaceri , ansie, panico, non perisca in un incidente auto o motociclistico o ciclistico o sciistico, non si droghi e non vada in carcere e poi ci ricambi , non ci ami almeno come lo avremo amato noi. 

Tutto questo rischio, tutti questi rischi , in parte da sempre connessi alla nostra natura umana da sempre e in parte derivanti da ferrei condizionamenti socio culturali recenti ci atterriscono fino alla sterilità e al blocco delle nascite.

Non si può fallire, non si può sbagliare, l’ideologia del perfettismo, del perfezionismo, del successo sempre e comunque, del rispetto assoluto di un’infinita serie di norme igieniche, sanitarie, educative, sportive, sociali, perfino più dure ed implacabili di quelle religiose, impedisce  di intraprendere un percorso in cui l’errore e il fallimento sono continuamente in agguato e ineliminabili se non a prezzo di evitare di intraprenderlo .

Fare figli è mettere in conto che si fallirà certamente spesso, più di un po’ , magari tanto, magari tutto , nonostante grandi sforzi e fatiche, con qualche o frequenti possibilità di correzione e di recupero o poche o nessuna. 

Oggi il lusso di sbagliare e fallire è l’unico che non possiamo permetterci e perdonarci e quindi niente figli.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Facciamo pochi figli perché abbiamo paura di fallire

 Papa Francesco è intervenuto sull’inverno demografico, il tasso troppo basso di natalità che priva l’Italia del suo futuro.

Qualcuno polemicamente potrebbe dire che il Papa che ha scelto di non avere figli dovrebbe stare zitto, la fa facile.

Certo che se l’insegnamento della Chiesa in fatto di aborto e apertura alla vita fosse più seguito avremmo più bambini ma nessuno può essere obbligato a seguirlo e comunque non è facile e non bisogna farla facile.

Le cause della crescita zero demografica sono tante: fra queste la difficoltà pratica e materiale dei giovani di trovare un lavoro non precario, non a tempo, che permetta di pianificare il futuro, con un reddito adeguato al costo della vita, con una casa reperibile a costi accessibili.

Un lavoro sicuro, pagato il giusto, una casa, la possibilità di svolgere un lavoro con un numero adeguato di asili nido a costi sostenibili.

Tutte cose che mancano e a cui con ritardo e in misura del tutto insufficiente si cerca di fare fronte: l’assegno unico per i figli, un numero maggiore di asili nido grazie ai fondi europei, le politiche assistenziali di alcuni Comuni, una minoranza purtroppo.

Sul versante psicologico e motivazionale c’è poco da fare. 

Infatti la grande paura della nostra epoca e delle nostre nuove generazionali è la paura del fallimento.

Per fallimento non si intende solo quello economico ma la paura di sbagliare , di fallire .

Non c’è niente di più a rischio di fallimento dell’esperienza della paternità e maternità : a cominciare dai rischi della gravidanza e del post parto, la paura che nasca con difetti fisici e psichici gravi. 

La paura di non reggere lo stress, che non sia abbastanza sano, forte, intelligente, ambizioso, capace di difendersi, ma anche di riuscire bene nella scuola, nello sport, nelle amicizie, di arrivare a vette abbastanza alte, di essere amato e felice, e poi che ci ami, ci ricambi, non ci dia troppi dispiaceri , ansie, panico, non perisca in un incidente auto o motociclistico o ciclistico o sciistico, non si droghi e non vada in carcere e poi ci ricambi , non ci ami almeno come lo avremo amato noi. 

Tutto questo rischio, tutti questi rischi , in parte da sempre connessi alla nostra natura umana da sempre e in parte derivanti da ferrei condizionamenti socio culturali recenti ci atterriscono fino alla sterilità e al blocco delle nascite.

Non si può fallire, non si può sbagliare, l’ideologia del perfettismo, del perfezionismo, del successo sempre e comunque, del rispetto assoluto di un’infinita serie di norme igieniche, sanitarie, educative, sportive, sociali, perfino più dure ed implacabili di quelle religiose, impedisce  di intraprendere un percorso in cui l’errore e il fallimento sono continuamente in agguato e ineliminabili se non a prezzo di evitare di intraprenderlo .

Fare figli è mettere in conto che si fallirà certamente spesso, più di un po’ , magari tanto, magari tutto , nonostante grandi sforzi e fatiche, con qualche o frequenti possibilità di correzione e di recupero o poche o nessuna. 

Oggi il lusso di sbagliare e fallire è l’unico che non possiamo permetterci e perdonarci e quindi niente figli.

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