Rimanere in attesa. È ciò che dovrà fare ora la Provincia di Novara dopo aver inviato, poco prima di Natale, al Ministero le osservazioni sul progetto di Enac, l’ente nazionale aviazione civile, in merito al Masterplan 2035 dell’aeroporto di Malpensa. «Il nostro auspicio è che vengano tenute in conto le nostre osservazioni questa volta, – spiega il vicepresidente Michela Leoni – non sappiamo come potrà evolversi la vicenda, rimaniamo semplicemente in attesa».
Auspicio dal momento che l’analisi della documentazione integrativa complessiva presentata anche a nome dei Comuni in settembre non ha portato a nessuna modifica progettuale: «Il progetto – si legge infatti nella premessa della Provincia – non è stato variato a seguito delle richieste di integrazioni e delle osservazioni da parte degli Enti territoriali interessati: vengono quindi mantenuti tutti gli elementi essenziali del progetto relativo ai terminal, alla Cargo City e Airport City e agli interventi sull’accessibilità dell’aeroporto (rete viaria autostradale, strade regionali, provinciali, collegamenti ferroviari). Ancora una volta si è tenuto conto solo del territorio lombardo». Le risposte allora fornite dall’Ente sono in parte state inserite nella contro risposta della Provincia
La Provincia di Novara ribadisce che il Masterplan Malpensa 2035 «costituisce un progetto di sviluppo dell’attività aeroportuale che ha forti ripercussioni sul territorio provinciale in termini di impatti ambientali, economici e sociali, già peraltro riscontrati negli ultimi 23 anni dal momento dell’apertura del nuovo aeroporto. Il territorio novarese, e in particolare i comuni della fascia dell’ovest Ticino, sono sedi diffuse di numerose attività in termini di produzioni, forniture, servizi, logistica e attività ricettive che fanno parte dell’indotto di Malpensa e ne costituiscono parte assolutamente rilevante, mentre la documentazione progettuale si limita a considerare, sul territorio novarese, solo gli effetti indotti dai sorvoli aerei, ma per tutti gli altri aspetti, le valutazioni sono limitate al territorio lombardo».
Per quanto riguarda la viabilità «il proponente si limita a considerare le provenienze geografiche, per la maggior parte lombarde, dei passeggeri in partenza da Malpensa, senza considerare l’incidenza degli addetti provenienti dal Novarese e dei mezzi di trasporto connessi alle attività collegate. Esemplificativa e più volte rimarcata, sia dai comuni novaresi che da quelli lombardi, è la situazione del ponte di Oleggio, di fatto oggi funzionante a senso unico alternato, che rappresenta un vero “collo di bottiglia” viabilistico degli intorni di Malpensa. Infine, la documentazione progettuale integrativa ripropone inalterato l’insediamento della Cargo City e della Airport City, giustificati in base a “richieste” pervenute dagli operatori, ma di fatto ignorando sia le ripercussioni a livello territoriale sia il fatto che concentrare tali attività all’interno del sedime aeroportuale comporta un impoverimento complessivo del territorio circostante».
Nelle risposte ai quesiti formulati dalla Provincia, «il proponente – si legge ancora nella nota – afferma che gli impatti sul territorio novarese sono ‘limitati o insussistenti’. Analogamente i problemi viabilistici tra i comuni dell’Ovest Ticino novarese e l’aeroporto, che sono evidentissimi e noti sia ai Comuni novaresi che a quelli lombardi, vengono classificati nello studio specifico, come secondari rispetto al contesto generale. Ciò premesso, non condividendo queste ultime considerazioni, sulla base del supporto tecnico fornito da Arpa Piemonte (allegato alla presente) sulle componenti ambientali, e in particolare sulle componenti rumore, atmosfera, vegetazione, flora fauna ed ecosistemi, si formulano le seguenti osservazioni sia di carattere ambientale sia di carattere procedurale, programmatorio e progettuale rimandando alla relazione tecnica allegata per un dettagliato approfondimento».
La Provincia evidenza superamenti dei limiti assoluti di zona dovuti ai sorvoli nelle porzioni di territorio interessate dalle rotte e ubicate all’interno del Parco del Ticino o nelle quali sono insediati recettori sensibili (scuole, case di cura/riposo, Rsa), «problema già presente dal 2018». Per gli aspetti legati alla qualità dell’aria, «sebbene l’attività aeroportuale non sembra incidere direttamente sulle concentrazioni di inquinanti rilevate nell’intorno del sedime di Malpensa, questa – viene rimarcato nella relazione – comporta una pressione critica per la vegetazione del vicino Parco del Ticino nelle immediate vicinanze che risente degli effetti nocivi degli ossidi di azoto. Tale considerazione può ritenersi ragionevolmente valida anche per il Parco del Ticino sul nostro territorio regionale».
La Provincia chiede quindi la predisposizione di «una proposta di Piano di monitoraggio ambientale che preveda l’implementazione della rete di monitoraggio acustico da parte del gestore aeroportuale sul territorio piemontese funzionale a definire un quadro di riferimento “ante operam” per le successive valutazioni legate ad eventuali incrementi di impatto in seguito alla realizzazione del Masterplan 2035. Il piano di monitoraggio dovrà essere concordato con Arpa Piemonte e con l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore».
La Provincia sollecita inoltre che «dovrà esse fornita la massima trasparenza verso il pubblico dei dati ambientali (rumore) in relazione al traffico aeroportuale mediante utilizzo di appositi portali web, accessibili attraverso la rete internet, utilizzati anche per specifiche segnalazioni di disturbo”, data evidenza “delle misure adottate per ridurre l’inquinamento luminoso” e prevista “la progettazione di interventi di mitigazione atti a potenziare la funzionalità ecologica del territorio, a seguito della perdita di habitat in territorio lombardo che costituirà di fatto un elemento di interruzione della rete ecologica complessiva e potrà determinare una potenziale riduzione della capacità portante e della continuità ecologica anche delle aree più distanti, ma ecologicamente connesse. Dovranno inoltre essere individuate idonee misure di mitigazione per la componente avifaunistica e per la chirotterofauna che insistono sul territorio piemontese volte a mitigare gli effetti generati dalla realizzazione del Masterplan con particolare riferimento all’inquinamento acustico e luminoso e all’incidenza potenziale sui migratori notturni, in relazione all’interazione tra le direttrici di volo notturno e le rotte aeree a causa del potere attrattivo delle luci aeroportuali sulla fauna”.
Infine si chiede la presentazione di «un cronoprogramma relativo alle fasi di cantiere, con indicazione su eventuali modifiche dell’attuale scenario di traffico aereo per ragioni realizzative e/o di sicurezza e una conseguente valutazione delle eventuali ricadute in termini di impatto sul territorio piemontese».