Il reparto di Neupsichiatria infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara, nella sua sede distaccata del San Giuliano, può ora dotarsi di un nuovo Centro specializzato per piccoli pazienti autistici da 0 a 3 anni di età. L’iniziativa è stata presentata questa mattina, venerdì 14 gennaio, dal direttore generale dall’Aou, Gianfranco Zulian, dal direttore della struttura Maurizio Viri e da tutti gli altri attori coinvolti.
Si è potuto arrivare a questo, oltre alla professionalità del personale medico, soprattutto grazie alla sensibilità di un gruppo di persone, da chi a titolo personale come il caso di Salvatore Giannini, ad altre attraverso il mondo associativo, rappresentato da “Il pianeta dei clown” e “Prepper”, e da un gruppo di militari dell’Aeronautica del “1° Reparto Manutenzione Velivoli” di Cameri, che ha provveduto ad acquistare materiale per decorare le pareti della struttura con raffigurazioni adatte ai bambini.
Uno degli elementi considerati essenziali dell’iter diagnostico, è stato infatti spiegato, è la possibilità di osservare il comportamento del bambino all’interno di un “setting” di gioco strutturato con la presenza di un genitore. Questa particolare stanza attrezzata, con la possibilità tra l’altro di video registrare le sessioni di gioco, consente si analizzare anche nei minimi dettagli difficoltà e potenzialità che manifesta il bambino. Diversi gli obiettivi: «Da un lato – ha spiegato il dottor Viri – accompagnare i genitori nell’accettazione di una diagnosi di difficile elaborazione; e poi svolgere un ruolo di “coaching” nei confronti degli stessi mamma e papà durante la seduta di gioco sino a offrire a latere un “parent training”. Intervento che prevede la partecipazione dei genitori con un ruolo attivo».
Da parte di “Prepper, come ha ricordato il suo presidente Pasquale Lavino, è stata ammessa l’impossibilità di «eguagliare il ruolo svolto dai medici», ma «l’obiettivo rimane quello di rendere più agevole il loro compito», seppur iniziative come quelle che caratterizzano i “clown” sono stata decisamente penalizzate dalla particolare situazione legata alla pandemia. Come ha però detto Daniela Vadalà, vicepresidente dell’associazione e lei stessa infermiera, «svolgiamo clownterapia da… casa, sfruttando anche noi la tecnologia». In ogni caso l’importanza di questo ruolo è stata evidenziata ancora una volta dal direttore Zulian: «Il nostro ringraziamento va a tutti quanti hanno a cuore il benessere dei nostri piccoli ricoverati».