La chiesa di San Luigi, nel cuore di Novara, tra corso Cavallotti e via Mossotti, considerata tra le più antiche della città, è di proprietà degli eredi della storica e nobile famiglia novarese Tornielli Bellini. Sconsacrata negli anni Ottanta e utilizzata dalla Diocesi per alcune attività ricreative, è stata infine abbandonata.
Nel 2015, in seguito a numerose segnalazioni da parte della Prefettura a causa della caduta di calcinacci, il Comune ha dovuto provvedere alla messa in sicurezza dell’area attarverso la sistemazione di un ponteggio lungo via Mossotti e la pulizia dell’interno rimuovendo il guano dei piccioni. Ammontare della spesa: 109 mila euro.
A metà settembre del 2017 il Comune ha dovuto mettere in sicurezza della torre ormai pericolante.
Nel mese di ottobre dello stesso anno Palazzo Cabrino ha emesso «un’ordinanza di natura contingibile ed urgente con la quale veniva ordinato ai discendenti/eredi di porre in essere tutte le necessarie attività per il ripristino delle condizioni di sicurezza dell’immobile, certificandone l’esecuzione». Ordinanza rimasta lettera morta, per cui il Comune ha dovuto sostituirsi al privato. Secondo le ricerche condotte dal Comune gli attuali proprietari sarebbero, come detto, gli eredi Tornielli Bellini, uno dei quali residente dell’estero.
Sempre nel 2017 il Comune ha avviato un’azione legale nei loro confronti.
Ma non è tutto. A novembre 2020 l’amministrazione comunale ha deciso di procedere anche nei confronti della Diocesi di Novara «che è stata in possesso delle chiavi dell’immobile fino al 21 maggio 2015 e che per tutta la durata del possesso/detenzione o altro titolo sull’immobile non è intervenuta per evitare il degrado dello stesso». In quel periodo il Comune ha dovuto provvedere a un’integrazione della spesa, 8900 euro, per rinnovare l’affitto del ponteggio, tutt’ora presente.
Da allora, anche a causa dell’emergenza sanitaria, non se ne è saputo più nulla. La scorsa settimana, con un’interrograzione, il gruppo consiliare del Pd ha riportato alla luce l’annoso problema: «Nel nostro programma elettorale avevamo inserito il recupero della chiesa come spazio aggiuntivo della biblioteca Negroni – spiega Nicola Fonzo, il capogruppo -. Dopo anni il ponteggio è ancora lì, dunque vogliamo sapere quali azioni il Comune ha effettivamente intrapreso per individuare i responsabili affinché adempiano ai loro obblighi, quali spese siano state sostenute e se la giunta ha elaborato ipotesi di utilizzo a fini pubblici. Secondo noi, su quest’ultimo punto, vale la pena capire se l’ente pubblico può acquisire il bene».
L’assessore ai Lavori Pubblici, Rocco Zoccali, si limita a dichiarare che «il Comune non si è dimenticato del problema. In consiglio comunale darò una risposta più dettagliata».