Siccità, la Regione ha chiesto urgentemente la convocazione di un osservatorio sulla crisi idrica

Nel frattempo, verrà convocata anche una riunione piemontese di coordinamento di province e consorzi

In tutto il Piemonte non piove dallo scorso 8 dicembre. Preoccupa anche il livello del Lago Maggiore che ad oggi è a -5 centimetri rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende – evento accaduto raramente negli ultimi 30 anni – il che sta a significare che ci sono circa 200 milioni di metri cubi di acqua invasata in meno rispetto allo standard, con una discesa, a partire da dicembre, di 5 centimetri alla settimana. Oltre al livello del lago preoccupa anche l’innevamento: le scarse nevicate e il protrarsi di condizioni anticicloniche con temperature superiori alla norma, hanno ridotto progressivamente lo spessore del manto nevoso che si presenta ridotto del 50% rispetto allo standard.

Nella nostra regione qualora la situazione non tendesse ad un’inversione, ci si attende un incremento delle problematiche gestionali che spazieranno dall’agricoltura al turismo, dalla navigazione all’approvvigionamento di acqua potabile, capitolo quest’ultimo sul quale al momento non sono state segnalate criticità evidenti.

«La Regione sta già lavorando con grande attenzione a questo problema che colpisce molti settori della nostra vita e della nostra economia – ha affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Ciò a cui stiamo assistendo, questa siccità così marcata, ci pone davanti a problematiche su cui interverremo in modo incisivo anche attraverso i fondi del PNRR. Proprio poche settimane fa sono state destinate al Piemonte le prime risorse dedicate alla realizzazione di invasi che, in particolare per il mondo agricolo, possono aiutarci a superare questi momenti di crisi. La Regione, poi, sta lavorando al piano dello sviluppo sostenibile che ci aiuterà nel percorso di un migliore utilizzo della risorsa acqua, a partire dall’evitarne lo spreco».

«I cambiamenti climatici sono acceleratori delle problematiche già esistenti – ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati (in foto) – e quindi sono necessari interventi urgenti e strutturali. Per il futuro prossimo occorrerà mettere in campo azioni finalizzate allo stoccaggio di acqua in modo da sopperire ad eventuali carenze. L’acqua è una risorsa importante, occorre farne un uso consapevole, attento e parsimonioso».

Intanto l’assessore Marnati ha riunito una “struttura di comando” con Arpa, Settore Tutela delle acque e Servizi ambientali dell’assessorato regionale all’Ambiente, che ha deciso di convocare per il prossimo 8 febbraio due riunioni: una alla mattina con tutte le Province, alle quali sarà fornito un bollettino redatto da Arpa con l’aggiornamento in tempo reale della situazione, finalizzata ad una ricognizione puntuale della situazione; al pomeriggio ci sarà invece una riunione tecnica con i consorzi irrigui, organizzata di concerto con gli uffici competenti del settore Agricoltura.

«Il Piemonte sta vivendo uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni, in particolare è il 4° più secco dopo il 1989, il 1993 e il 2005. A gennaio le centraline di Arpa Piemonte hanno registrato 4,8 mm di pioggia a fronte di una media storica del mese di gennaio di 46 mm – ha commentato il direttore generale di Arpa Angelo Robotto – una situazione difficile, che viste le previsioni per i prossimi giorni, non sembra avere una risoluzione a breve termine»

«Sarà effettuata una ricognizione di tutto il territorio i cui esiti saranno riportati all’Osservatorio di Distretto – ha aggiunto Marnati – Osservatorio che la Regione ha chiesto all’Autorità di Bacino di convocare il prima possibile. Intanto chiederemo ai gestori delle acque potabili il monitoraggio di eventuali criticità che potrebbero insorgere, che, ribadiamo, al momento non sono state segnalate. Se la situazione dovesse perdurare – ha concluso Marnati – valuteremo di richiedere al Governo lo stato di calamità naturale con il risarcimento per eventuali danni, così come peraltro già accaduto nel 2017».

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Siccità, la Regione ha chiesto urgentemente la convocazione di un osservatorio sulla crisi idrica

Nel frattempo, verrà convocata anche una riunione piemontese di coordinamento di province e consorzi

In tutto il Piemonte non piove dallo scorso 8 dicembre. Preoccupa anche il livello del Lago Maggiore che ad oggi è a -5 centimetri rispetto allo zero idrometrico di Sesto Calende – evento accaduto raramente negli ultimi 30 anni – il che sta a significare che ci sono circa 200 milioni di metri cubi di acqua invasata in meno rispetto allo standard, con una discesa, a partire da dicembre, di 5 centimetri alla settimana. Oltre al livello del lago preoccupa anche l’innevamento: le scarse nevicate e il protrarsi di condizioni anticicloniche con temperature superiori alla norma, hanno ridotto progressivamente lo spessore del manto nevoso che si presenta ridotto del 50% rispetto allo standard.

Nella nostra regione qualora la situazione non tendesse ad un’inversione, ci si attende un incremento delle problematiche gestionali che spazieranno dall’agricoltura al turismo, dalla navigazione all’approvvigionamento di acqua potabile, capitolo quest’ultimo sul quale al momento non sono state segnalate criticità evidenti.

«La Regione sta già lavorando con grande attenzione a questo problema che colpisce molti settori della nostra vita e della nostra economia – ha affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Ciò a cui stiamo assistendo, questa siccità così marcata, ci pone davanti a problematiche su cui interverremo in modo incisivo anche attraverso i fondi del PNRR. Proprio poche settimane fa sono state destinate al Piemonte le prime risorse dedicate alla realizzazione di invasi che, in particolare per il mondo agricolo, possono aiutarci a superare questi momenti di crisi. La Regione, poi, sta lavorando al piano dello sviluppo sostenibile che ci aiuterà nel percorso di un migliore utilizzo della risorsa acqua, a partire dall’evitarne lo spreco».

«I cambiamenti climatici sono acceleratori delle problematiche già esistenti – ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati (in foto) – e quindi sono necessari interventi urgenti e strutturali. Per il futuro prossimo occorrerà mettere in campo azioni finalizzate allo stoccaggio di acqua in modo da sopperire ad eventuali carenze. L’acqua è una risorsa importante, occorre farne un uso consapevole, attento e parsimonioso».

Intanto l’assessore Marnati ha riunito una “struttura di comando” con Arpa, Settore Tutela delle acque e Servizi ambientali dell’assessorato regionale all’Ambiente, che ha deciso di convocare per il prossimo 8 febbraio due riunioni: una alla mattina con tutte le Province, alle quali sarà fornito un bollettino redatto da Arpa con l’aggiornamento in tempo reale della situazione, finalizzata ad una ricognizione puntuale della situazione; al pomeriggio ci sarà invece una riunione tecnica con i consorzi irrigui, organizzata di concerto con gli uffici competenti del settore Agricoltura.

«Il Piemonte sta vivendo uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni, in particolare è il 4° più secco dopo il 1989, il 1993 e il 2005. A gennaio le centraline di Arpa Piemonte hanno registrato 4,8 mm di pioggia a fronte di una media storica del mese di gennaio di 46 mm – ha commentato il direttore generale di Arpa Angelo Robotto – una situazione difficile, che viste le previsioni per i prossimi giorni, non sembra avere una risoluzione a breve termine»

«Sarà effettuata una ricognizione di tutto il territorio i cui esiti saranno riportati all’Osservatorio di Distretto – ha aggiunto Marnati – Osservatorio che la Regione ha chiesto all’Autorità di Bacino di convocare il prima possibile. Intanto chiederemo ai gestori delle acque potabili il monitoraggio di eventuali criticità che potrebbero insorgere, che, ribadiamo, al momento non sono state segnalate. Se la situazione dovesse perdurare – ha concluso Marnati – valuteremo di richiedere al Governo lo stato di calamità naturale con il risarcimento per eventuali danni, così come peraltro già accaduto nel 2017».

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