«Purtroppo, e qui bisogna dire, purtroppo, le domande inoltrate allo sportelo di Marano e provincia, sono state tantissime – esordisce così Chiara Zanetta, coordinatrice Centro antiviolenza area nord novarese – e la maggior parte di queste non riusciamo a gestirle concretamente».
Allo sportello di Marano Ticino, si sono presentate in molte: donne, ragazze, ma prima di ogni altra cosa, vittime. Vittime di violenze da parte di uomini, storie già sentite, ma che, chissà perché nel 2022 siamo ancora costretti a sentire. Il Centro antiviolenza area nord novarese da anni cerca, con ogni sforzo possibile, di assistere queste donne letteralmente spezzate in due e lo fa con impegno e il sostegno della Regione e dei Servizi sociali. «La Regione ci dà una mano, i servizi sociali anche, in più organizziamo bandi con i quali abbiamo potuto costatare la generosità di associazioni e donatori. Organizziamo anche laboratori scolastici per sensibilizzare anche i più giovani su un tema, ahimè, sempre attuale».
Eppure, nel mese di novembre, il Governo, in pompa magna aveva parlato di importanti stanziamenti per finanziare il cosiddetto Reddito di libertà, che sarebbe giunto ai centri antiviolenza come quello, appunto, di Marano Ticino per garantire alle vittime di violenza un sostegno per ripartire da zero, per intraprendere la via della libertà con le proprie gambe. «Certo, i soldi sono arrivati e ne hanno potuto usufruire, e non è uno scherzo, solo due donne della provincia di Novara. Nessun favoritismo, semplicemente in ordine di “arrivo”. Capite che in termini di denaro questi stanziamenti non erano lontanamente sufficienti per garantire davvero un reddito di libertà; le richieste sono sempre in aumento e sono tantissime. Dal Governo – conclude Zanetta – ci hanno fatto sapere che si stanno valutando altri stanziamenti. Noi aspettiamo e continuiamo la nostra lotta alla violenza, ma soprattutto al sostegno delle donne».
Lo sportello donne di Marano Ticino in via Sempione 40 è aperto il lunedì dalle 8:30 fino alle 12:30.