Novara e provincia al lavoro per l’Ucraina con una rete di solidarietà. Tutte le indicazioni utili

A quasi una settimana di distanza dall’arrivo dei primi profughi ucraini, la città di Novara e il territtorio tirano le somme di ciò che è stato messo in campo finora. «Le persone giuste in città sono circa un centinaio al momento dislocate tra l’hotel Parmigiano e la parrocchia di San Giuseppe; alcune sono ospitate a casa dei parenti – spiega il coordinatore delle operazioni Paolo Cortese -. Dovessero servire altri posti, abbiamo a disposizione uno spazio nel centro storico; in provincia si sono fatti avanti le suore ministre di Trecate e il comune di Galliate con il centro polifunzionale». (leggi qui)

Cortese spiega la procedura di accoglienza: «Tutte le persone in arrivo devono essere registrate in questura. Alcune sono diffidenti perchè sui social stanno circolando alcune fake news secondo le quali un ucraino che entra in un Paese dell’Unione Europea e viene registrato, poi non può più uscire. Naturalmente non è così. La maggior parte delle persone arrivate a Novara non parla italiano, è sempre necessario l’interprete e a volte le comunicazioni sono complicate».

Cortese rassicura anche sulla situazione epidemiologica: «La quasi totalità degli adulti è vaccinata con ciclo completo Pfizer; all’arrivo deve osservare cinque giorni di quarantena, ma garantisco che questa non è la priorità: sono tutte persone sotto shock il cui ultimo pensiero è quello di andare a passeggiare in città».

La solidarietà non manca anche da parte dei singoli cittadini che hanno messo a disposizione stanze e alloggi. A oggi sono una ventina: «Il riscontro finora è stato molto buono – prosegue Cortese -. Questa operazione viene coordinata dal Cst che riceve le offerte e che poi saranno vagliate».

A questo link sono disponibili tutte le attività di raccolta farmaci, fondi di solidarietà e messa a disposizione di case di proprietà.

Intanto il presidente della Provincia, Federico Binatti, e il consigliere delegato alla Protezione civile Arduino Pasquini, hanno inviato una lettera a tutti i sindaci nel novarese per verificare la situazione sul territorio: «Ai nostri sindaci abbiamo chiesto di far avere al nostro Ufficio Protezione civile i dati riguardanti il numero delle persone ospitate, di far sapere se e dove hanno trovato sistemazione e specificare il numero di uomini, donne e bambini. Questo per poter avere il polso della situazione e un efficace coordinamento degli interventi che potranno essere richiesti per aiutare queste persone e per sostenere i sindaci del territorio, che ringraziamo anticipatamente. Siamo consapevoli del fatto che, dopo il grande lavoro ovunque svolto a causa della pandemia, questa emergenza rappresenta un ulteriore e importante sforzo comune dal quale tutti noi, rappresentanti delle Istituzioni e della società civile, non possiamo e non dobbiamo sottrarci».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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A quasi una settimana di distanza dall'arrivo dei primi profughi ucraini, la città di Novara e il territtorio tirano le somme di ciò che è stato messo in campo finora. «Le persone giuste in città sono circa un centinaio al momento dislocate tra l'hotel Parmigiano e la parrocchia di San Giuseppe; alcune sono ospitate a casa dei parenti - spiega il coordinatore delle operazioni Paolo Cortese -. Dovessero servire altri posti, abbiamo a disposizione uno spazio nel centro storico; in provincia si sono fatti avanti le suore ministre di Trecate e il comune di Galliate con il centro polifunzionale». (leggi qui)

Cortese spiega la procedura di accoglienza: «Tutte le persone in arrivo devono essere registrate in questura. Alcune sono diffidenti perchè sui social stanno circolando alcune fake news secondo le quali un ucraino che entra in un Paese dell'Unione Europea e viene registrato, poi non può più uscire. Naturalmente non è così. La maggior parte delle persone arrivate a Novara non parla italiano, è sempre necessario l'interprete e a volte le comunicazioni sono complicate».

Cortese rassicura anche sulla situazione epidemiologica: «La quasi totalità degli adulti è vaccinata con ciclo completo Pfizer; all'arrivo deve osservare cinque giorni di quarantena, ma garantisco che questa non è la priorità: sono tutte persone sotto shock il cui ultimo pensiero è quello di andare a passeggiare in città».

La solidarietà non manca anche da parte dei singoli cittadini che hanno messo a disposizione stanze e alloggi. A oggi sono una ventina: «Il riscontro finora è stato molto buono - prosegue Cortese -. Questa operazione viene coordinata dal Cst che riceve le offerte e che poi saranno vagliate».

A questo link sono disponibili tutte le attività di raccolta farmaci, fondi di solidarietà e messa a disposizione di case di proprietà.

Intanto il presidente della Provincia, Federico Binatti, e il consigliere delegato alla Protezione civile Arduino Pasquini, hanno inviato una lettera a tutti i sindaci nel novarese per verificare la situazione sul territorio: «Ai nostri sindaci abbiamo chiesto di far avere al nostro Ufficio Protezione civile i dati riguardanti il numero delle persone ospitate, di far sapere se e dove hanno trovato sistemazione e specificare il numero di uomini, donne e bambini. Questo per poter avere il polso della situazione e un efficace coordinamento degli interventi che potranno essere richiesti per aiutare queste persone e per sostenere i sindaci del territorio, che ringraziamo anticipatamente. Siamo consapevoli del fatto che, dopo il grande lavoro ovunque svolto a causa della pandemia, questa emergenza rappresenta un ulteriore e importante sforzo comune dal quale tutti noi, rappresentanti delle Istituzioni e della società civile, non possiamo e non dobbiamo sottrarci».

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