I film di Pier Paolo Pasolini, poeta-regista tra i più significativi e discussi del novecento, sullo schermo dell’Araldo nel centenario della nascita. Rassegna cinematografica di opere restaurate realizzata con la collaborazione della Cineteca di Bologna e Mondo Tv. Il ciclo prosegue con il secondo gruppo di film fatto di viaggi picareschi, rivisitazioni dei miti classici, slanci amari e spregiudicati attacchi al mondo borghese di fine anni sessanta. La poetica dello scandalo prende forma e consistenza.
Lunedì 2 maggio – ore 21:15:
UCCELLACCI E UCCELLINI (1966)
Il viaggio picaresco di un padre e un figlio (la splendida, inattesa coppia Totò-Ninetto Davoli), accompagnati da un corvo parlante, lungo le strade dell’Italia del boom economico e della Nuova Preistoria. Incontrano artisti girovaghi bidonisti, ingegneri padronali, miseri contadini, fiorenti prostitute e dantisti dentisti. Pasolini racconta la crisi dell’ideologia marxista in chiave fiabesca e valorizza l’aggressività e la dolcezza lunare della maschera di Totò.
Lunedì 9 Maggio – ore 21.15:
EDIPO RE (1967)
È una tragedia di Sofocle reinventata alla luce di Freud, il primo film dove Pasolini si misura con il Mito classico, per evocare, in modo visionario e onirico, la propria autobiografia. Con l’apporto del geniale Danilo Donati, il poeta-regista cala la storia di Edipo in una dimensione barbarica e allucinata, dove i paesaggi desertici del Marocco si contrappongono al bellissimo, dolente prologo friulano (impaginato come un film muto) e all’epilogo atemporale a Bologna e Milano. Il cast di interpreti quanto mai eterogeneo – Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene, Julian Beck, Alida Valli – appare in sorprendente armonia con la rêverie pasoliniana.
Lunedì 16 maggio – ore 21:15:
TEOREMA (1968)
Un enigmatico visitatore (Stamp) s’insinua nella famiglia di un industriale milanese (Girotti) e ha rapporti erotici con la moglie (Mangano), la figlia (Wiazemsky), il figlio (Cruz Soblette), la domestica (Betti) e con lo stesso capofamiglia. Quando lo straniero se ne va, tutti sono cambiati, si perdono o si rinnegano, e la famiglia è disgregata. Il teorema è dimostrato: l’incapacità dell’uomo – del borghese – moderno di percepire, ascoltare, assorbire e vivere il sacro. Soltanto la serva Emilia, di origine contadina, lo scopre e, dopo il “miracolo” della levitazione, farà ritorno alla terra in odore di santità. È un altro film di Pasolini all’insegna della congiunzione tra Marx e Freud (qui anche di Jung e Marcuse). Originalmente concepito come una tragedia in versi, Teorema fu sviluppato in un romanzo con versi e prosa che si alternano e poi in un film. Proiezione in collaborazione con MONDO TV.
Lunedì 23 maggio – ore 21.15:
PORCILE (1969)
Due storie ambientate in epoche diverse – un passato indefinito e il 1967 – e in spazi emblematici – una zona vulcanica e una villa neoclassica in Germania – tracciano un crudele apologo sul presente. Nella prima, ‘barbarica’ e quasi muta, un giovane cannibale fa proseliti e sfida legge e morale; nella seconda, un potente industriale tedesco accetta la fusione con un concorrente, ex nazista. Ma il suo rampollo cela uno scandaloso segreto. Restaurato da Cineteca di Bologna in collaborazione con Compass Film presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Lunedì 30 maggio – ore 21:15:
MEDEA (1969)
La Medea di Euripide diviene un emblema del Terzo mondo ingannato e sfruttato dalla razionalità pragmatica dell’Occidente (Giasone). Le sequenze del sacrificio umano, girate in Turchia, sono fra le più alte e crudeli del cinema di Pasolini. Maria Callas nel suo unico ruolo cinematografico, è una dea lunare della vendetta.
Lunedì 6 giugno – ore 21.15:
APPUNTI PER UN’ORESTIADE AFRICANA (1970)
Dalla Tanzania all’Uganda, Pier Paolo Pasolini percorre l’Africa cercando i corpi e i luoghi per un film in forma di ‘film da farsi’, liberamente ispirato alla trilogia dell’Orestiade di Eschilo. L’Africa, che negli anni Sessanta stava dolorosamente uscendo da secoli di colonialismo, è vista da Pasolini come lo spazio di un processo di metamorfosi dal mondo arcaico alla modernità, dove l’irrazionalità primigenia deve coesistere con il “nuovo mondo della ragione”. È la voce dello stesso Pasolini a guidare lo spettatore in un itinerario filmico che assume una natura eterogenea e ‘impura’ di saggio per immagini, analisi antropologica e diario di viaggio, con squarci visionari e poetici. Le immagini girate dal poeta-regista sui “silenzi profondi e paurosi” dell’Africa si confrontano a violente sequenze documentarie sulla guerra del Biafra, a un esperimento musicale con Gato Barbieri “nello stile del jazz”, a brani di rituali primitivi funebri o gioiosi.
Proiezioni al cinema Araldo di Novara – Ingresso a tariffe standard di sala – Possibilità di utilizzo card Cinepass.